domenica 28 febbraio 2016

Il giorno che (non) ho incontrato Lee Bermejo

Napoli, 26 febbraio 2016

Apro gli occhi, ma non ho alcuna intenzione di alzarmi, almeno non ancora. Rimango disteso ancora 5-10 minuti. Poi ricordo che ho del lavoro da fare, sono indietro con le consegne e devo muovermi. Piombo giù dal letto, infilo le toffole e mi fiondo al cesso. Ah, il cesso, questa magnifica tazza di ceramica su cui poggiare il proprio fondo-schiena, amica più intima dei momenti più belli e memorabili della mia esistenza: si tratta sempre di un'occasione, non solo per espletare le proprie funzioni corporali, ma anche per leggere fumetti e libri arretrati e, magari, quando mi girano bene, di rimuginare sul significato della vita.
Appena finito, vado al lavoro, a due metri da me, sul tavolo da disegno che mi chiama incessante.
Disegno fino all'ora di pranzo, quindi mi fermo. Il mio stomaco brontola un po' e cucino qualcosa: faccio rosolare in padella un po' di patate con un mezzo dado star e metà di un hamburger, quindi ci butto dentro 100-150 grammi di maccheroni. L'altra metà dell'hamburger la ficco in un panino che ho scongelato poco prima... sì, ho voluto tenermi leggero!
Dopo mangiato, finisco di fumarmi il mezzo toscano che mi porto avanti ormai da un paio di settimane e mi preparo una bella tazza di caffè. Guardo l'orologio: le 15:00. Mi do ancora mezz'ora e poi giù in strada, diretto verso Alastor, la nota fumetteria: oggi, alle 17:00, c'è l'incontro con il grande Lee Bermejo.
Stendo i panni che ho lasciato a mollo in mattinata: a quest'ora il sole del pomeriggio li asciugherà in poco tempo.
Guardo ancora l'orologio, dieci minuti alle 15:30. Mi do giusto una veloce sciacquata, Afferro la mia borsa e c'infilo dentro due cartonati che vorrei farmi firmare dal grande: "Joker" e "Before Watchmen", per la cronaca quasi 15 sacchi uno, e 20 l'altro.
"Nzerro" la porta e scendo.

Si tratta di una bella scarpinata da casa mia alla fumetteria: non ne ho molta voglia, così decido di aspettare un mezzo pubblico, volgarmente detto pullman.
Mi rendo presto conto, come tra l'altro tante altre volte in passato, che i mezzi pubblici a Napoli sono una specie di utopia, come una leggenda metropolitana mal raccontata: attendo per quasi mezz'ora presso la fermata, quindi, sospirante, decido di avviarmi a piedi. Faccio giusto 10 metri dalla fermata e mi vedo sfrecciare accanto quel cazzo di pullman, che mi lascia appiedato: impreco per un paio di minuti, poi realizzo che è meglio risparmiare fiato e camminare.

Il mio è un record: nemmeno 3 quarti d'ora per arrivare da Alastor. C'è la fila fino a fuori... e io che, stupidamente, pensavo di farmi firmare gli albi in dieci minuti e tornare subito a casa per finire le mie tavole. Ne dovrà scorrere di acqua sotto i ponti, invece.
M'informo dal tipo alla cassa su come ci si deve muovere per incontrare Lee. Mi viene detto che per vederlo c'è bisogno di prendere un numero, come dal dottore. Il numero puoi averlo solo se compri la sua ultima fatica "Suiciders". Uh, e come siamo diventati veniali, Lee! Cioè, se non compro l'albo, nemmeno un saluto? Non una stretta di mano? Un abbraccio? Un bacetto? Niente di niente?
Vabbeh, ma dopotutto che problema c'è, l'albo non è nemmeno cartonato: lo afferro e controllo il prezzo: 15 sacchi.... io in tasca ne ho solo 10...

M'informo meglio per capire se è possibile vederlo anche senza acquistare "Suiciders": mi viene detto che "in teoria sì, sarebbe possibile, ma solo dopo che quelli con l'albo sono stati sbrigati... ma in pratica, però, non è possibile, perché Lee ha un orario prestabilito, e di conseguenza possono salire solo quelli che hanno comprato l'albo, che in effetti son parecchi... se hai intenzione di farti firmare altro, al momento non puoi, e forse nemmeno dopo".
Politica aziendale, mi dicono... di 'sto cazzo, aggiungerei io.
Anche i ragazzi di Alastor non si trovano molto d'accordo con questa cosa, ma nemmeno più di tanto, dato che per ogni "Suiciders" venduto, battono comunque cassa.

Un'anima pia decide di porgermi il suo numero, anche se però un po' altino.
Sono le 18:15, Lee dovrebbe andar via tra le 19:00 e le 19:30 e siamo ancora ai primi numeri. E io ho delle tavole da terminare e sono in ritardo. Decido di arrendermi. Saluto chi devo salutare e fuggo via. Stavolta me la prendo comoda, rinuncio pure ad aspettare qualche mezzo pubblico, cammino placidamente e in un'ora e mezza sono a casa: sono le otto. Rimetto al loro posto "Joker" e "Before Watchmen", sospirando. L'autografo lo volevo. Cerco di finire le pagine, in più ho realizzato anche uno sketch che probabilmente verrà pubblicato come extra.
Ah, Lee, ho tolto più di 3 ore al mio lavoro e manco ho avuto il piacere d'incontrarti; per un cazzo di albo poi, che se non compravo oggi, sicuro compravo la prossima volta. Che palle...

Oggi anche il fumetto è un business, non più una passione, non più un punto d'incontro tra l'autore e il lettore. Una volta il fumetto, seppur di nicchia, era per tutti, oggi invece è per pochi... è per quelli che comprano l'albo quando voglio io, come voglio io, quando dico io, sennò niente. Oggi anche il fumetto si presta quasi ad una forma di prepotenza.
Sergio Bonelli, nelle sue mitiche missive, si scusava con il lettore anche solo per l'aumento di un centesimo sull'albo, prostrandosi fin dove le sue stanche membra gli permettevano di farlo. Che fine hanno fatto quei tempi? Sergio ci ha abituati male, o semplicemente era un gran signore?
Rammento ancora con piacere l'incontro con Claudio Castellini, a cui fui portato da bambino. Claudio era allora all'apice della sua notorietà, aveva anche già realizzato il leggendario albo di Silver Surfer, "Il buio oltre le stelle". L'incontro fu organizzato sempre dai tipi di Alastor, che all'epoca però avevano un altro negozio dieci metri più su, e che si chiamava Infinity Shop. Avevo sei o sette anni. L'entrata era sempre come dal medico, col numero... ma era un'entrata libera, albo o non albo. Entravi, ti facevi quattro chiacchiere con Claudio, gli facevi firmare qualcosa se l'avevi. Io gli mostrai allora, tremante, un disegno di Batman che avevo scopiazzato non mi ricordo da dove. Claudio, gentilissimo, sbotto con un "AOH, 'mmazza, quanto sei bravo!", e me lo firmò quel disegno, scrivendomelo anche sopra: BRAVO!
Ero un bimbino, e per me fu un giorno incredibile. Forse sto ancora con la testa a 20 anni fa.
Con Claudio, quella volta, c'era anche uno dei suoi migliori amici. Il suo nome era Fabrizio Fiorentino. Anni dopo, Fabrizio, sarebbe diventato uno dei miei maestri alla scuola dei Comix (quando gli mostrai il disegno, per nostalgia, Fabrizio se ne uscì con una delle sue tipiche freddure: "Cazzo, quanto è peggiorato, Claudio!"... ehhhhh, Fabrizio).
Ma vedete che dopotutto il vecchio detto è vero? Siamo tutti, intimamente legati l'uno all'altro, anche senza rendercene conto, e talvolta le nostre strade non possono fare a meno d'incrociarsi.

Spero che la lettura vi sia piaciuta, compagni, ci sentiamo alla prossima! Love & Peace.      

8 commenti:

  1. Ciao Gianluca ho letto con piacere questa tua avventura. Sei di napoli, come me. Ma fai il fumettista di professione. A me piacerebbe farlo come attività extra. Magari fare le copertine, xche da quanto mi sono reso conto, fare un fumetto intero richiede molto piu tempo.
    Mi piacerebbe collaborare con qualcuno.
    Se ti va da un occhio ai miei post su google+ e se mi reputi all altezza, potremmo incontrarci x organizzare un lavoro assieme o anche solo x uno scambio di idee.
    Ciao Antonio

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    1. Ciao, Antonio. Eh, sì! Per realizzare un fumetto ci vuole parecchio, metti che per un albo di Tex in media ci vogliono 8-9 mesi. Ho avuto modo di controllare alcuni tuoi lavori, e per quanto trovo molti tuoi dipinti davvero belli, credo si prestino poco alla realizzazione di un albo, proprio per il tipo di tecnica che è stata utilizzata. Ma potresti cimentarti nella colorazione, hai mai utilizzato il digitale?

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    2. Ciao Gianluca si, utilizzo una tavoletta grafica Wacom intuos pro. Ho fatto qualcosa ma la maggior parte dei lavori sono in tecnica tradizionale. Per la tecnica grafica sto ancora cercando una via. A volte la uso solo x comprare, altre inchiostro e coloro... le prossime pubblicazioni ti mando un link mi dai il tuo parere è se ti va qualche dritta.
      Ciao grazie, Antonio

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    3. Errata corrige: leggi colorare invece di comprare... dannato t9 !!!

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    4. Ma certo, Antonio. Volentieri. Appena hai qualcosa, fammi dare un'occhiata. :)

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  2. Sempre bello leggere i tuoi aneddoti : )

    C.

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  3. Cia Gianluca, si. Ho una tavoletta grafica Wacom intuos pro. Sto facendo delle cose. Tra un po le pubblico. Poi mi farai sapere che ne pensi ;-)

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