lunedì 18 gennaio 2016

Fumetti che consiglio 6

Siamo tornati alla nostra rubrica sui consigli a fumetti, che, non so se ve ne siete accorti, mancava da un po'. Prima di cominciare, come al solito, vi rimando agli arretrati che potete trovare qui e qui

Caravaggio - La tavolozza e la spada (Milo Manara)



Il maestro Manara racconta le avventure di un altro grande maestro, vissuto però ben 500 anni fa: Michelangelo Merisi noto come il Caravaggio. Essendo un racconto biografico, l'autore, stavolta, decide di non eccedere nel suo famoso repertorio di donnine ignude e stralci di sesso gratuito (comunque presente, ma mai esplicito), concentrandosi dunque sulle vicende che hanno formato il grande e poliedrico artista dal carattere fumantino e sempre pronto a tirar di spada. La narrazione è forse un po' veloce, ma mai sbrigativa, risultando strutturalmente molto scorrevole. Trattandosi di un fumetto, in qualche punto l'autore ha deciso di concedersi qualche licenza poetica, che risulta comunque molto funzionale. Il primo volume raccoglie tutte le peripezie romane del Caravaggio, che si concludono con l'omicidio in duello del "guappo" Ranuccio. Si è in attesa, al momento, del secondo. Se non l'avete letto, vi consiglio di recuperarlo, soprattutto se siete fan di Manara o più semplicemente del grande Caravaggio.

Ad Astra (Mihachi Kagano)

Manga (quasi) nuovo di zecca, che io ho scoperto giusto qualche mese fa (ho recuperato i primi due volumi, ma finora ne sono usciti 6). Il titolo si rifà alla dicitura latina "Per aspera ad astra", che letteralmente starebbe per "Attraverso le asperità alle stelle" o, in "italiano classico", che "La via che porta alle stelle (intesa come successo) è sempre piena di ostacoli": il fumetto, infatti, racconta l'ascesa del grande generale cartaginese Annibale Barca che, con le sue strategie belliche e il suo micidiale esercito, riuscì quasi a mettere in ginocchio l'impero romano... sulla sua strada, però, trovò un temibile avversario, il condottiero Publio Cornelio Scipione detto l'africano, che mise fine alla sua grandiosa marcia. La storia, tesissima, è raccontata dal punto di vista di ambo i protagonisti, mostrando le motivazioni sia dell'uno che dell'altro. Anche in questo caso, l'autore decide di concedersi qualche licenza poetica, mitizzando alcune situazioni, senza sacrificare, però, la credibilità e il realismo della vicenda, il tutto coadiuvato da un disegno decisamente dettagliato e poco "manga" (anche se ho ripetuto più di una volta che il manga non è uno stile). Se vi piace la storia, vi consiglio di recuperarlo, perché potreste davvero rimanerne piacevolmente sorpresi.

Maus (Art Spiegelman)

Maus è semplicemente un capolavoro, potente e travolgente. L'autore, Art Spiegelman, racconta attraverso gli occhi di suo padre, protagonista della vicenda, gli orrori delle deportazioni nei lager tedeschi, cimentandosi anche in una sorta di auto analisi, causata dal suo disagio verso il dolore del genitore, negli anni mai lenito. Singolare è il modo in cui i personaggi vengono metaforicamente rappresentati, in base alla loro estrazione sociale: gli ebrei divengono così dei topi, mentre i tedeschi sono disegnati come gatti. gli americani come cani, i francesi come rane, ecc.
Spiegelman è un narratore eccezionale, capace di divertire e commuovere, e il tratto semplice ed essenziale con cui ha deciso di rappresentare la vicenda rende addirittura più coinvolgente la lettura: davvero strabiliante. Siccome il 27 gennaio sarà il giorno della memoria, sarebbe davvero bello se molti di voi recuperassero questa toccante storia (qualora non l'abbiano mai letta) e la condividano anche con altre persone, per commemorare tutte le vittime dei campi di concentramento.  

Saria (Dufaux - Serpieri - Federici)



Lo ammetto: ho acquistato "Saria" perché volevo "arrattarmi" su qualche bella donnina disegnata dal maestro Serpieri, e invece, mi sono piacevolmente trovato davanti ad una storia ben scritta e soprattutto appassionante (le donnine formose, comunque, ci sono lo stesso!). Ambientata in una Venezia steam punk, la vicenda vede la giovane Saria in fuga da un malvagio doge e dalla sua milizia (che ricorda molto le camicie nere dell'Italia fascista), con tre chiavi in grado di dare accesso al  paradiso, all'inferno o al "nulla". Sulle sue tracce, però, si getta anche l'angelo caduto Galadriel, vero proprietario delle chiavi e desideroso di rientrarne in possesso. Vera sorpresa è stato Riccardo Federici, che ha sostituito Serpieri nel secondo volume, rivelandosi un illustratore meraviglioso. I suoi dipinti mi hanno lasciato a bocca aperta, soprattutto per la resa anatomica dei protagonisti, che sembrano così vivi da poter quasi uscire dalle pagine. Il terzo volume è in preparazione e non ha ancora una data di uscita. Comunque sia, recuperatelo, perché si tratta di un lavoro grandioso, sia narrativo che artistico e presumo che anche voi potreste rimanerne favorevolmente colpiti.

Per il momento ho finito, alla prossima! ;)

mercoledì 13 gennaio 2016

Presentarsi ad una casa editrice

Se la volta scorsa abbiamo analizzato i mercati del fumetto (precisamente qui), oggi mi sembra giusto darvi qualche consiglio al fine di farvi comprendere come e in che modo dobbiate presentarvi ad un editor, facendo una buona impressione.
Innanzitutto ci sono due modi sicuri per raggiungere una casa editrice: presentarsi alle fiere o, più semplicemente, per via epistolare, allegando dei disegni (oggi, comunque, c'è il web che agevola la seconda opportunità... quando io spedii alla Bonelli, mandai tutto a mano, in una busta).

Per natura, vi sconsiglierei le fiere: gli autori e gli editor (non tutti, fortunatamente), sono sempre mal disposti durante le convention, causa anche lo stress delle manifestazioni... se però siete dei geni e portate in visione lavori superlativi, allora potreste avere delle chance.
Alcuni di loro sono talmente "stanchi" (altri, in realtà, semplicemente strafottenti), da accampare qualsiasi scusa pur di togliersi di torno "quelli delle fiere", talvolta incorrendo anche in disastrose figuracce: tipo Luca Enoch che, seduto dietro lo stand Bonelli, si rifiutò di visionare alcuni miei lavori (tra l'altro non è che avrebbe dovuto prendermi lui a lavorare), in quanto "aveva un aereo da prendere", salvo poi cambiare subito idea, quando gli feci notare che io ero già in contatto con la Bonelli e che conoscevo Luca Del Savio... fu allora, però, che feci spallucce, e gentilmente gli dissi di non volergli più mostrare i miei disegni, perché lui "aveva l'aereo da prendere" (ovviamente è rimasto lì seduto anche per le due ore successive: evidentemente l'aereo avrà avuto un "ritardo"... cose che capitano).

In ogni caso, se fate parte della schiera di "quelli delle fiere" dovrete armarvi di pazienza e perseveranza, e sopratutto di un buon portfolio: fate una selezione dei vostri migliori lavori, almeno tra i dieci e i venti disegni (non di più, li fareste solo annoiare), e posizionate quelli che ritenete tecnicamente validi all'inizio, proscrivendo i più vecchi alla fine.
Oggi giorno molti editor organizzano incontri appositi con gli esordienti, relegando la loro disponibilità ad orari specifici. Se così non fosse, allora cercate di puntare sul cavallo giusto e scegliete con cura i vostri editori, prediligendo quelli più "freschi": se vi dico che "il mattino ha l'oro in bocca", sapete già cosa intendo... oppure presentatevi dopo pranzo, che a stomaco pieno sono anche più gentili. Quando vi troveranno degli errori evitate scuse e non replicate, a meno che non siate in grado d'imbastire una discussione interessante, riuscendo così a stimolare anche la loro curiosità. Se vi chiedono la mail o vi danno la loro, chiedendovi di continuare a mandargli qualcosa, vuol dire che avete fatto colpo. Buon per voi, ma non fatevi illusioni, perché, nel frattempo che spedite, potrebbero anche essersi dimenticati di voi... senza contare che dovreste mettere in conto che la vostra corrispondenza potrebbe semplicemente sfociare in un nulla di fatto.

Comunque sia, se invece partiste già dal presupposto di voler spedire i vostri lavori direttamente per posta, allora vi rimando a questo elenco di cose da tenere a mente e che potreste trovare utile:
1) Fate una buona presentazione di voi stessi: nome, cognome, età e, se avete già delle esperienze, fatelo presente.
2) Siate brevi, ovvero non perdetevi in inutili moine, e non dilungatevi troppo: una pagina è più che sufficiente
3) Siate sinceri, non inventate nulla: se siete dei pischelli appena usciti da una scuola del fumetto, ditelo apertamente!
4) Siate simpatici, ma non troppo, ovvero non fate gli amiconi, perché potreste diventare stucchevoli: utilizzate la carta dell'ironia, solo se lo humor fa già parte del vostro essere.
5) Professionali: esatto, date già una parvenza di professionalità, magari facendo presente il tempo che ci mettete per fare una pagina (e più veloci siete, meglio è), ovviamente evitando di mentire (e questo si ricollega al punto 3): non dite che realizzate una tavola in un giorno e poi ci mettete una settimana, putacaso vi facessero fare delle prove, si accorgerebbero immediatamente della stronzata che avete sganciato...

Ovviamente tutte le parole del mondo non servono a nulla da sole, senza delle ottime tavole allegate. Sceglietene due o tre, giusto per mostrare quello che sapete fare. Non necessariamente dovete per forza inviare pagine inerenti ai personaggi della casa editrice a cui avete deciso di spedire. Se avete fatto colpo, vi sarà comunque chiesto di mettervi alla prova sui loro personaggi. In quel caso, a meno che non vi sia richiesto esplicitamente di lavorare su un determinato character, potete sceglierne liberamente uno che vi piace o che sia alla vostra portata artistica e concentratevi su quello (io andavo forte su Brendon: non ho mai capito perché inviavo pure Nathan Never, che la fantascienza non la so fare, e Dylan Dog, che Rupert Everett non lo so disegnare... boh).
Con questo chiudiamo. Spero che questi consigli vi siano utili per il vostro avvenire. la prossima volta vi spiego come presentare un progetto, qualora vogliate emergere come autori completi.

sabato 9 gennaio 2016

Anno nuovo e lavori in corso

Cominciando il nuovo anno, mi è venuta voglia di mettermi a scavare nei miei archivi e sono riuscito a trovare un mucchio di storie che ho realizzato a tempo perso quando avevo 15 anni o giù di lì. Una di queste ha subito attirato la mia attenzione, nonostante quasi non la ricordassi, il che è strano: era l'unica che avevo finito per intero e per me ciò dovrebbe rappresentare un evento epocale! Si trattava di un fantasy ambientato nel Giappone feudale, composto da quasi duecento pagine! Sono rimasto piacevolmente colpito da me stesso e, rapito da nostalgici ricordi, ho cominciato a rileggerla. A tratti l'ho trovata piuttosto ingenua e anche supponente (mi sono chiesto a cosa pensasse allora il mio io passato), ma devo anche ammettere che possedeva un intreccio dei personaggi piuttosto solido. Così sono stato colto dal desiderio incontrollato di ridisegnarla, almeno nei miei buchi di tempo.
Ho cominciato così con il ristudiare diversi personaggi, cercando di renderli più credibili, attingendo stavolta a diverse foto d'epoca per la resa dei vestiti. Non so se vedrete questa storia nella sua interezza, potrei anche pubblicare quella "vecchia", ma mi vergogno un po'... inoltre se già sono lento quando voglio mostrarvi le storie che ho intenzione di pubblicare, figuratevi questa... comunque sia, ho deciso di postare questi "lavori in corso", con i disegni ripresi direttamente dalla mia scrivania!






Devo ammettere che potrebbe trattarsi solo di uno sfizio passeggero o forse anche no. Non so decidermi... so solo che ne ho voglia. E voi che ne pensate?