mercoledì 29 ottobre 2014

Film che consiglio 2

No, non ho guardato "I Guardiani della galassia". Forse più in là, ma son sicuro che mi piacerà, almeno per 2 motivi:

1) Un film fracassone come pochi, tutto SMASH, SBAM, SBOT (almeno così mi è stato descritto).
2) C'è Rocket, un procione parlante  con un cazzo di mitra enorme tra le zampe... che altro si può chiedere di più? Anzi, fosse stato per me, avrei fatto un film solo sul procione...

Ecco, che vi dicevo? Un AMORE!
Comunque, come l'altra volta, vi consiglio un paio di film, che potreste trovare interessanti.

Adam

Lui incontra lei, lei incontra lui; lei cambierà il suo modo di vedere le cose e viceversa. Sembrerebbe quasi una classica storia d'amore se... se lui, Adam, non fosse affetto dalla sindrome di Asperger. L'Asperger è un disturbo (oggi nemmeno così raro) imparentato con l'autismo. In realtà coloro affetti da questa sindrome sono quelli che, per dirla tutta, verrebbero definiti "pittoreschi", "geniali", "strani" (anche Einstein ne era affetto, così come Mozart). Ugualmente è una patologia che non va presa sotto gamba, anche perché chi ne è affetto è spesso lunatico, talvolta invasivo, altre indifferente. Il film si lascia vedere, e il finale non è scontato. E Hugh Dancy dà davvero una notevole prova d'attore.  

Thermae Romae


Lucius Modestus (un improbabile Hiroshi Abe) è un architetto romano in declino, al tempo dell'imperatore Adriano. Un giorno si ritrova catapultato nel Giappone moderno, dove apprenderà nuove invenzioni per rendere piacevole la permanenza delle persone alle terme; le porterà nel suo tempo, riscuotendo molto successo tra i patrizi... purtroppo, però, la guerra incombe.
Andando al di là della discutibile scelta di vedere un asiatico che interpreta un antico romano (nemmeno così strana, dato che il film è giapponese, ed è tratto da un manga), la pellicola si presenta appassionante, con una buonissima prima parte, e una seconda forse un po' veloce. Inoltre è interessante notare come la società giapponese, per certi versi, presenti molte analogie con quella dell'antica Roma.  

L'arte della felicità


Consiglio a tutti questo bel film d'animazione (per adulti).
Mi è piaciuto molto, e non solo perché ci ha lavorato tanta gente che conosco, ma anche perché è davvero ben fatto! Ambientato in una cupissima Napoli (e allo stesso tempo mai così luminosa), perennemente battuta da una pioggia torrenziale, seguiamo le "avventure" di Sergio, un tassista che prima faceva il musicista. Sul taxi di Sergio salgono persone che parlano, si lamentano, ridono, raccontano, rendendo partecipe il protagonista e lo spettatore della loro vita e delle loro idee. Lo stesso Sergio, reduce da un doloroso lutto, potrebbe davvero carpire finalmente "l'arte della felicità". Le animazioni sono fantastiche, merito anche di un cel-shading davvero particolare, e di un uso dei colori strepitoso. Chi è di Napoli, poi, non faticherà a riconoscere tante vie famose e ricostruite in modo credibile. Se non l'avete visto, dovete recuperarlo!


Fido



Un consiglio per Halloween? Guardatevi Fido!
Il film è ambientato nell'America degli anni 50, reduce da una furibonda guerra contro gli zombie. Per tenere a bada i mostri, il governo ha fatto uso di un collare particolare, che inibisce la bramosia di carne umana; infatti gli zombie sono ridotti a schiavi e servitori degli umani, che li utilizzano come tuttofare. Fido è uno di questi, e instaurerà col suo padroncino un rapporto basato sulla fiducia e sull'affetto; proprio Fido (e il suo collare difettoso) sarà promotore di una catena di eventi che porteranno gli zombie ad integrarsi nuovamente nella società. Un film "strano", ma decisamente significativo e intelligente. E per gli amanti dell'horror, non mancheranno le classiche scene splatter.

The raid - Redenzione 


Credo che un po' tutti abbiano sentito parlare di questo film (e lo abbiano visto). The Raid è un film d'azione con la A maiuscola. La trama è semplice: un gruppo di poliziotti fa irruzione in un edificio in cui milita un re del crimine, e che tiene in scacco l'intero condominio con i suoi traffici illeciti. Qualcosa va storto e l'ufficiale Rama si ritrova e lottare per la sua sopravvivenza... ma Rama è un tipo tosto (ed esperto di arti marziali) e ne spaccherà di culi!
L'azione è il filo conduttore di tutta la vicenda. Le scene sono girate benissimo e mai confusionarie, si riescono sempre a seguire con piacere tutti i movimenti fatti dagli atleti: veramente una gioia per gli occhi (ci sono registi che avrebbero da imparare,.. qualcuno ha detto Bay?).

E con questo mi fermo, ci si sente alla prossima!

E chi si è perso i primi consigli (da prendere ovviamente sempre per quel che sono: consigli, appunto), vi rimando all'apposito link

http://gianlucatestaverde.blogspot.it/2014/10/film-che-consiglio.html 

Ciao!!!




lunedì 20 ottobre 2014

Omaggi dai disegnatori

Negli anni sono riuscito a raccattare un bel po' di disegni, da illustratori famosi e amici. A volte lo facevo sotto la minaccia di un mitra, costringendoli, altre volte solo chiedendolo gentilmente. A distanza di anni, dopo averli trovati, mi son chiesto: "Ma adesso cosa me ne faccio?". Beh, li condivido con voi! Ecco, allora, che ve ne posto un po'.

Alfred



Alfred è un autore molto famoso in Francia. Venne alla mia scuola, all'epoca, come docente di un workshop a cui partecipai con gli altri compagni di corso.
Il disegno sopra, Alfred, lo fece un po' così, a perdita di tempo. Io lo vidi e gli chiesi se potevo prendermelo. Lui acconsentì e me lo firmò.

Fabrizio Fiorentino

Fabrizio (disegnatore per la Marvel e per la DC, e da poco in Francia con un fumetto dedicato a Napoleone Bonaparte) è stato mio docente alla scuola italiana di Comix. Di tanto in tanto io gli chiedevo (o meglio lo costringevo) di disegnarmi qualcosa. Siccome lui aveva disegnato la cover del PSM con Kratos, la prima volta gli chiesi proprio il protagonista di God Of War.


Ma, siccome m'interessava soprattutto vedere come un disegnatore "americano" interpretava i personaggi dei manga, gli chiesi (sempre sotto la minaccia di un'arma), di disegnarmi in ordine:

Devilman

Kyashan

Hurricane Polimar
Volevo fargli disegnare tutti e tre i personaggi della Tatsunoko, ma Fabrizio gettò la spugna e non riuscii a convincerlo a realizzare anche Tekkaman... peccato, avevo quasi finito la collezione...

Steve Boraley

Steve è un bravissimo disegnatore che lavora su "Julia", per la Bonelli. Un giorno gli chiesi se poteva farmi un disegno. Lui acconsentì di buon grado e la mia scelta cadde su Guts, il protagonista di Berserk. Gli prestai persino il primo volume, che lui si portò a casa. Dopo una settimana tornò con questo:


Io rimasi molto contento, anche meglio di quello di Miura; Steve, al contrario, sembrava un po' sfatto: "Per favore, non farmelo rifare più... ma possibile che per disegnare un personaggio servono tutte 'ste cinghie e cinghiette... giapponese di merda!".

Lorenzo Ruggero & Italo Mattone


Quando l'anno scolastico volgeva al termine, i docenti decidevano di dispensare un po' di disegni: a me arrivò un Batman disegnato da Lorenzo e inchiostrato da Italo (o viceversa, non ricordo bene chi ha fatto cosa).

Vincenzo Cucca


Vincenzo Cucca è un allegro disegnatore appassionato della Disney e soprattutto di Predator e Alien (che sa disegnare a memoria in tutte le salse). Così gli chiesi uno Yautja, ma non ricordo più per quale ragione rimase incompleto. Così mi dovetti accontentare di un disegno a metà. Peccato...

Alessio Monaco

Alessio era mio compagno di corso, avete avuto modo di leggere le prime tavole di Edward Broken (vi rimando al link http://gianlucatestaverde.blogspot.it/2014/09/edward-broken-1.html) da lui disegnato e scritto da Roberto (Caramiello). Alessio mi disegnò in pochi secondi un Devilman come dono di Natale.



Roberto Caramiello

Ogni tanto Roberto mi dispensava qualche illustrazione, e mi disegnava sempre "Il Monaco"... non so perché, ma era convinto che si trattasse di un fantasy, una volta mi disegnò il Monaco che combatteva contro un mostro in una landa ghiacciata; quest'ultimo non riesco a trovarlo più da nessuna parte, quindi dovrete accontentarvi di questo veloce sketch:



Livia Pastore

Siccome ci fu un periodo in cui stavo in fissa con Death note, chiesi a Livia, che all'epoca era mia compagna di classe, di disegnarmi Light e Elle. Mi arrivò questo:


Quel "tempismo" che vedete nella dedica è dovuto al fatto che il disegno mi arrivò dopo un anno... quando ormai Death Note mi stava proprio sul cazzo (in realtà cominciò a farmi schifo già dopo i primi cinque numeri) e avevo venduto tutti gli albi che avevo comprato (fino al numero otto, mi pare). In più, se si mette che io non sopporto le immagini speculari messe a confronto...

Con questo siamo arrivati alla fine. Quale vi è piaciuto di più?

PS.
Lo so, vi starete chiedendo: "Ma questo raccattava solo disegni? Non ricambiava mai?"... ma certo che lo facevo,.. infatti ricordo di aver dispensato un V per Vendetta, un ninja con una spada, un tizio con delle ali, un paio di donnine nude e non, qualche ritratto e tanta roba che non ricordo più... chissà che fine hanno fatto...

venerdì 17 ottobre 2014

Kingdom Hearts III - petizione doppiaggio italiano

Se siete appassionati di videogame, dovreste conoscere quel famoso Kingdom Hearts, che nasce dalla collaborazione della Square e della Disney.
Tutti i capitoli sono arrivati in Italia sprovvisti di doppiaggio, ma almeno tradotti nei sottotitoli (tranne un capitolo per wii, in cui questi ultimi erano addirittura assenti).
Non tutti sanno, però, che il primo e il secondo capitolo sono stati interamente doppiati anche in: francese, tedesco e spagnolo; mai in Italiano, però...
Mi sono sempre chiesto il perché: roba del genere me la sarei aspettata dalla Square, ma mai dalla Disney, che cura personalmente le traduzioni e i doppiaggi dei propri prodotti anche negli altri paesi.
Kingdom Hearts rimane un prodotto indirizzato ad un pubblico di bambini (perlopiù), quindi perché non tradurlo completamente? Che senso ha? Un bimbo non ha certo la capacità di leggere velocemente i sottotitoli.
Ho regalato la mia vecchia playstation 2 a mio nipote di sei anni, con vicino anche i primi due capitoli... gli piace un casino, ma è snervante doversi sentir chiedere in continuazione "Ma zio, perché non hanno doppiato paperino e gli altri personaggi in italiano?"... onestamente non so che rispondergli... perché davvero non ne ho idea.
Ora arriva il terzo capitolo, e giustamente ci si chiede cosa succederà.
Intanto in rete ho trovato una petizione per un doppiaggio italiano. Ve la giro, così, se vi va, la firmate, sennò, giratela voi stessi a chi è interessato. Chissà che non smuova davvero le acque.

http://firmiamo.it/kingdom-hearts-iii-doppiato-in-italiano

Se si decidesse di doppiarlo, credo che tutti i personaggi in scena dovrebbero avere le loro voci ufficiali (almeno quelli disney), e siccome lo stesso protagonista è doppiato dall'attore Haley Osment, credo che a questo punto verrebbe richiamata la sua voce italiana.

mercoledì 15 ottobre 2014

Il Monaco - Coming soon

Direi che ci siamo quasi: per la fine di questo mese/inizio mese prossimo la storia sarà pronta. Che faticaccia... intanto vi posto un paio di preview! :D





martedì 14 ottobre 2014

Cinema & remake

Io non sono contro i remake. Credo che abbiano una loro insolita utilità. Talvolta non solo sono in grado di discostarsi dall'originale, fornendo anche un'altra chiave di lettura della stessa storia, ma consentono anche una riscoperta della fonte da cui attingono.

La mosca e La cosa, ad esempio, sono remake di film che risalgono agli anni 50, precisamente Lo strano esperimento del dottor K, e La cosa da un altro mondo di Hawks.
Potrebbe sembrare ovvio che Cronenberg e Carpenter abbiano fatto addirittura un lavoro migliore dell'originale, ma dovete mettere in conto che tra l'uno e l'altro intercorrono pure trent'anni e qualcosina di più di differenza. "La cosa" di Hawks, ad esempio, non è che sia meno bello di quello di Carpenter, ma semplicemente, essendo stato fatto negli anni 50, racconta l'america di quegli anni, in sintesi la visione collettiva di quegli anni, come l'unità del popolo, che permette così di sconfiggere la forza aliena rinvenuta nel ghiaccio. Ricordate il messaggio finale? 

La cosa di Carpenter è completamente opposta e analizza invece le paure degli anni 80. Non c'è unità nel gruppo di Mac Ready: tutti diffidano di tutti.
Nel finale, inoltre, c'è anche una non troppo velata critica al razzismo, in cui Mac Ready e Childs si guardano negli occhi, in cagnesco, dubitando l'uno dell'altro: nero contro bianco, sostanzialmente. Quindi due film che hanno due messaggi differenti e funzionali, per me difficile allora dire quale sia il migliore (tecnicamente e ritmicamente sono per Carpenter, ovvio, eppure alla luce di questo ragionamento...).

La mosca di Cronenberg, realizzato anche questo negli anni 80, mette in cantiere la cronaca di una malattia, una degenerazione che accompagna il protagonista fino alla fine del film, e che trova il suo apice prima in una rinascita, poi nella morte. Brundle-Mosca accetta il suo stato, abbraccia il suo destino, e cerca di adattarsi alla sua nuova situazione, facendo sì che la sua mente sia invasa invece dalla follia più pura.

Esistono anche diversi remake dei film di Wes Craven.
Vi dirò subito che io i film di Wes non li ho mai trovati eccezionali, anche perché Craven non è regista da virtuosismi della camera.  Gli unici film, degni di menzione, sono L'ultima casa a sinistra (che guarda caso è il remake de La fontana della vergine di Ingmar Bergman), La casa nera (una bella fiaba che m'è piaciuta), e Il serpente e l'arcobaleno, tutto il resto, per quanto mi riguarda è poco interessante (forse non vi troverete d'accordo con me, lo so), compreso Freddy Krueger che, a mio dire, è diventato famoso giusto per l'azzeccata caratterizzazione e nient'altro.
Infatti sono del parere che alcuni remake dei film di Craven siano addirittura migliori dell'originale. Il remake dell'ultima casa a sinistra, ad esempio, è funzionale: elimina le sequenze surreali e sposta l'azione in un contesto più credibile... e poi c'è Sara Paxton... e già questo vale il film. Non m'e l'aspettavo, ma mi è piaciuto molto anche il remake de Le colline hanno gli occhi, quello di Aja. All'epoca non conoscevo l'originale di Craven, e quando lo vidi rimasi colpito: la narrazione asciutta, senza fronzoli, mi coinvolse parecchio.
Pensai che se era la metà dell'originale, allora questo doveva essere un capolavoro. Poi riuscii a visionarlo, e quello invece l'ho trovato poco interessante. Aja era riuscito a togliere anche la marea di sciocchezze narrative (e in taluni casi pedanti) che Craven inserisce spesso nelle sue pellicole.

In tempi più recenti è stato realizzato anche il remake/reboot de La casa (questi si devono decidere, o è l'uno o è l'altro).
Chi l'ha definito la rinascita dell'horror si sbaglia; anche perché io non credo a queste cose, un film, che sia un horror o meno, lo prendi per ciò che è: o è fatto male o è fatto bene, sennò è una via di mezzo che accontenta un po' tutti (detrattori e non).
La casa di Fede Alvarez, per me è un brutto film, ecco tutto. I personaggi sono banali, il finale pure. Credo sia poco credibile che dei ragazzi siano andati lì, improvvisandosi medici, per disintossicare l'amica, quando di 'sta roba se ne dovrebbe occupare  un ospedale attrezzato... onestamente sarebbe stato più interessante sapere che i giovincelli fossero andati nella baita di montagna per girare un pornazzo amatoriale (infatti la scena che ho trovato più interessante è stato il bacio saffico a base di lingua tagliata e sangue).
Per il resto è nulla di ché (sempre secondo il mio modesto parere). Anche la comparsa di Ash dopo i titoli di coda mi ha fatto fare spallucce. Purtroppo non si può fare un remake di un film di Raimi, che ha uno stile visivo talmente forte da uscire fuori prepotente da ogni inquadratura: come regista ti scavi la fossa anche solo a pensarci. Vero che è stato Sammino a volere il remake, ma sappiamo che lui come produttore non è il massimo, ma dopotutto questa è la legge dell'equilibrio: se eccelli in qualcosa, dovrà per forza esserci qualcos'altro in cui sei una pippa. Infatti lui è un grande a girare film, ma non del tutto capace nel produrre qualcosa di veramente decente (si salvano veramente poche cose, tipo 30 giorni di buio e la serie televisiva di Spartacus... boogeyman possiamo anche gettarlo via, a me poi non piacevano manco Xena ed Hercules, figuratevi). Non volermene Sam, per quest'ultima cosa. Lo sai che ti amo, ma alle volte sbagli anche tu, c'è poco da fare.

Preferisco non parlare, poi, dei vari reboot e remake di poco conto, tipo quelli di spider-man (per favore, qualcuno li fermi), e quello di Robocop che, sebbene sia un film dignitoso, l'ho trovato comunque poco interessante.

mercoledì 8 ottobre 2014

Il mio (non) stile

Un paio di parole prima del post vero e proprio:

Qualche giorno fa è venuto a mancare Lorenzo Bartoli, uno sceneggiatore di fumetti molto noto. Nota è stata soprattutto la collaborazione con Roberto Recchioni, sulla testata John Doe. Proprio Recchioni ha dato la notizia su facebook... sulle prime non ci credevo: chissà perché pensavo fosse una cazzata, infatti scendevo giù cercando il post in cui spiegava perché aveva detto una cosa del genere... ma non c'era nessun post di smentita... era vero.
Bartoli non l'ho mai conosciuto di persona, solo "artisticamente", dato che ho seguito un po' di cose che ha pubblicato. Il suo stile non mi dispiaceva, si lasciava leggere molto bene.
La sua scomparsa, però, mi ha portato ad un ragionamento, ad una constatazione se vogliamo, su quanto, alle volte, sia ironica la vita (e anche la morte, certo): sono anni ormai che il suo collega Recchioni si lamenta di di essere affetto da "una malattia congenita che lo ha portato più di una volta con un piede (e mezzo) aldilà dell'ultimo confine" (parole prese in toto da Mater Morbi). Insomma, Recchioni aveva tutte le carte in regola per una prossima dipartita fisica da questo mondo (Roberto, grattati), e nessuno forse si sarebbe stupito più di tanto, visto che aveva quel "male" (che io, per inciso, non ho ancora capito quale sia). E invece... ci lascia Bartoli, senza alcun preavviso (che fosse già malato sembra ovvio, ma io non lo sapevo). Ecco, questa cosa è ironica... diabolicamente ironica... che sia l'ultima beffa di John Doe?

Ora passiamo al mio post...

Io non so ancora se so disegnare... o piuttosto non so se riesco a farlo bene... intanto ci provo. Non credo di avere uno stile, anche perché mi preoccupo di più di rendere una buona anatomia e dei buoni paesaggi, cercando di realizzarli in modo credibile (fosse per me, io disegnerei sempre in stile super-deformed, che mi riesce anche meglio). Negli anni i miei studi hanno coinvolto vari professionisti, soprattutto del panorama nipponico: cominciai con Go Nagai (mi piaceva un casino il suo tratto nervoso e graffiante), poi passai a Kentaro Miura (che sostanzialmente è un'evoluzione di Nagai), e lì mi sono fermato per un po'. Miura dedicava molto tempo alla resa dei paesaggi e dei personaggi, e credevo non ci fosse nulla di meglio. Quando ho cominciato a pensare di fare seriamente questa cosa, frequentando la scuola Comix, ho capito che, forse, anche per le mie esigenze personali, Miura non era "il mio tipo". Lo so, fa strano detto così.

Mi accorsi di alcuni errori che Miura faceva, anche anatomicamente: avete mai notato che Guts ha ben 12 addominali? Peccato che noi ne abbiamo solo 8...
Specifico: questo non vuol dire che Miura non sappia disegnare, anzi, è un illustratore della madonna, ma è anche vero che i professionisti sbagliano come chiunque altro... sono umani anche loro, dopotutto.

Siccome avevo bisogno di capire come rendere le anatomie, mi serviva una "guida spirituale" (diciamo così) che mi mostrasse la via. La mia scelta cadde prima su Claudio Castellini, che mi aiutò molto: disegna personaggi "nudi", anche quando sono vestiti... il top se si vuole imparare l'anatomia umana (fumettisticamente parlando, ovviamente); ad un certo punto, però, la sua continua esasperazione di ogni singolo elemento cominciò a starmi stretta.

Fu allora che, leggendo Brendon, io m'innamorai: parlo di Giuseppe Ricciardi.
Giuseppe è un disegnatore che nasce sulla scia di Claudio Villa (non il cantante, ovviamente...), per poi arrivare a delle incredibili soluzioni tutte sue (si è sempre definito un autodidatta). E in più, Giuseppe, è uno che fisicamente somiglia in modo inquietante a Thor. Quello della Marvel...
Suo è lo speciale "Noi siamo leggenda", che si distinse non solo per i suoi disegni, ma anche per la bella sceneggiatura di Chiaverotti. Per rinfrescarvi la memoria vi posto la tavola di un Brendon ricciardiano, così da capire di chi sto parlando


In seguito Giuseppe ha lavorato anche in Francia, su Ténèbres (celato dallo pseudonimo di IKO), arrivato da noi tramite la Mondadori, con, appunto, il titolo di "Tenebre", e di cui vi posto qui alcune tavole.





Ora che vi siete rimessi a posto le mascelle, posso continuare. 

Per quanto possa essere difficile imitare il suo modo di disegnare, a quel tempo fui preso dalla famigerata scopiazzatura compulsiva! Copiavo ogni singola inquadratura di Giuseppe, almeno al tempo di Brendon. E "Zozzimmavo di brutto", citando il buon Steve Boraley (uno dei disegnatori di Julia). Per anni mi son chiesto quale fosse il segreto di Peppe... e la verità è che non c'è alcun segreto, se non la pratica costante e una SANTA pazienza. 

Per qualche tempo sono stato anche a casa sua, dato che i nostri paesi sono quasi adiacenti. 
Era il periodo in cui scrivevo alla Bonelli, e il direttore della scuola che frequentai mi suggerì di farmi seguire da qualcuno, e siccome ben conosceva la mia passione nei riguardi di Ricciardi, mi diede il suo numero di cellulare. Io esplosi, e la chiamata che ne conseguì fu ancora più delirante.

Io: Pronto
Lui: Sì, pronto?
Io: Ah... ciao... (ansimante e timoroso)... sei... Giuseppe Ricciardi?
Lui: (qualche interminabile secondo di silenzio) Sì?
Io: (trattenendo il respiro)... Ciao, Giuseppe, mi chiamo Gianluca, il tuo numero mi è stato dato da *******...
Lui: Ah... e perché?
Io: Siccome sono in contatto con Bonelli, magari potevi darmi una mano, guardarmi le tavole e spiegarmi un po' di cose.
Lui: Mhhhhh... sì... perché no. Ma tu che fai?
Io: Cioè? 
Lui: Disegni o colori?
Io: Ah... io coloro, cioè no, disegno! Voglio dire che disegno! 
Lui: E di dove sei?
Io: Sono di *******
Lui: Ah, e io abito proprio vicino a te. Hai la macchina? Come vogliamo fare?
Io: Non saprei... magari se per te non è di troppo disturbo, posso passare domani da te... o dopodomani, fai tu...
Lui: No, no, domani va bene, passa pure. A che ora puoi venire?
Io: Mah... ehm... va bene alle 3?
Lui: Sì, sì, non ti preoccupare. Io abito in via ******, quella è una traversa vicino via *****; se vieni in macchina i posti ci stanno, altrimenti la fermi un po' fuori dal paese e io ti vengo a prendere. Ci facciamo pure un giro, vedi le strade.
Io: Okay. Grazie, Giuseppe. A domani
Lui: A domani.

Riattacca e riattacco anche io. Mi tolgo il palo dal culo, butto fuori tutta l'aria che avevo mantenuto fino a quel momento (e intendo da ogni possibile orifizio) e mi sgonfio come un pallone, lascio proprio andare via tutto. Ho le gambe tremolanti. Avevo davvero parlato a telefono con Giuseppe Ricciardi, e quasi mi aveva gasato più della lettera della Bonelli (con rispetto parlando, s'intende).

Controllai su google la strada, mi disegnai una cartina, e l'indomani andai da lui. 
I paesi dove stiamo noi sono un po' problematici: anche se piccoli e compatti, sono pieni di stradine strettissime; infatti andarci in macchina è un suicidio, anche perché non si capisce mai quale sia l'effettivo senso di marcia. 
Arrivato nel viale nel quale doveva esserci la traversa con il suo studio, esco dalla macchina. C'era una signora. Le chiesi dove fosse via *******. La signora mi guardò sbigottita, manco avesse visto il bau bau, fece di no con la testa e fuggì via. Non sto scherzando... va bene che sono bruttino, va bene che ho gli occhi da pazzo,  ma sono poco più alto di un hobbit, che PERICOLO posso mai rappresentare?

Mi voltai di scatto e la vidi: un cartello enorme con sopra la via che stavo cercando... era di fronte, e cecato come sono non l'avevo visto.
Vado, trovo subito lo studio (una caseggiato popolare con sopra scritto "RICCIARDI"), busso, Peppe mi apre. Vederlo da vicino è strano: non solo somiglia a Thor, è alto anche quanto lui! Finalmente ci presentiamo, per telefono era difficile farlo. Calorosa stretta di mano e poi entro nel suo studio, che è pieno di gatti. Piccoli adorabili micini salterelli, che si aggrappavano con le loro unghiette ai miei vestiti... e io miagolavo dal dolore...
A quel tempo lavorava ancora su Tenebre, e infatti alcune delle tavole di sopra, io, le ho viste fare! Gli originali... sono spettacolari! C'è un percorso molto sofferto (ma quale non lo è), ci sono pecette ovunque, ma è incredibile il risultato finale.
Quando finii di sbavare sulle sue tavole, gli feci vedere alcune delle mie, che avevo realizzato alla Comix e, gentile come era, mi disse che gli piacevano... anche se in realtà facevano proprio schifo!
Giuseppe, poi, prese a raccontarmi di come era arrivato in Bonelli, mi confidò anche alcuni aneddoti interessanti e via dicendo. Poi ci mettemmo al lavoro. Scelsi un paio di tavole di Dyd, e cominciai a lavoraci di buon grado. Quando finivo le matite, le facevo vedere a Giuseppe, e lui m'indicava gli errori. Ve ne mostro solo una, perché son troppo brutte.
Disegnare Mana Cerace l'ho sempre trovato... rilassante...
Nel tempo che stetti lì, avrei voluto farmi disegnare uno sketch, ma mi vergognavo troppo... non avevo il coraggio di chiederglielo!
Passarono un paio di mesi buoni, dove andavo da Giuseppe almeno un paio di volte alla settimana. Poi caddi in depressione (per motivi miei), stetti male e non ci andai più e persi i contatti. Col tempo ho capito che dalla depressione non ci si libera mai... al massimo la si tiene a bada, e l'unico modo per farlo è essere sé stessi.
A dispetto di alcuni anni passati, credo che farmi seguire da Peppe potesse essere controproducente per alcuni versi. Per quanto il mio modo di disegnare, faccia capo a lui, non posso certo guardare sempre i suoi disegni. Ricciardi è irraggiungibile, e credo che io debba trovare la mia strada, nonostante rimanga sempre il mio punto fermo di riferimento. Lo scelsi proprio perché mi serviva una ricercatezza anatomica realistica, e amavo i suoi sfondi iper-dettagliati. Ma essere una sua pallida imitazione non è certo il mio sogno... 

Comunque, poi, tempo dopo trovai il mio maestro, che mi aiutò molto. Ma questa è un'altra storia.  

domenica 5 ottobre 2014

Film che consiglio

Avrei voluto recensire "Tartarughe Ninja"... ma non è il caso, non c'è niente da recensire; è il solito film a cui Hollywood ci sta abituando: buchi di sceneggiatura grossi quanto il culo della Nappi, ritmo indiavolato, si arriva al finale molto velocemente grazie ad un'anonima regia, ma posso dire che nel complesso mi è piaciuto (la durata di 90 minuti è già un punto a suo favore).
Non mi aspettavo niente di più, ma nemmeno niente di meno da un prodotto realizzato su misura per teenager e che sembra solo un lungo episodio pilota di una serie. Credo che il vecchio film di Munroe (quello in CGI) fosse strutturato meglio, ma va bene così, anche queste tartarughe qua si lasciano guardare senza pretese. Quando, però, si parla di loro, mi tornano sempre alla mente le parole di Daniele Bigliardo (uno dei disegnatori di Dyd):

Se io fossi un editore, e nel mio studio entrasse un tizio che mi propone quattro tartarughe che fanno arti marziali e vengono addestrate da un topo gigante... ma sapete dove lo manderei! Eppure questi ci fanno i miliardi...

Comunque sia, dato che sono in vena, ho intenzione di consigliarvi alcuni film che mi hanno colpito positivamente, quando li ho visti (sempre che voi non li conosciate già!).

Andiamo col primo: The Hamiltons



Lo so, dalla locandina sembra una cosa brutta, e tutto sommato lo è. La pellicola è a basso budget, ma le idee, fortunatamente, abbondano. Con il pretesto della sorpresona finale, i due registi riescono a tirare fuori le angosce adolescenziali di un giovane, e il rapporto problematico con la sua famiglia di apparenti serial killer, dando un intelligente spunto di riflessione.
Ne hanno fatto anche un seguito... quest'ultimo non lo consiglio molto; sebbene abbia un budget maggiore, non è all'altezza del predecessore, e poi, per chi non avesse visto il primo, rovina, ovviamente, il colpo di scena finale.


Bad Milo!




"Bad Milo!" è un film DELIRANTE, e proprio per questo merita di essere visto: il Milo del titolo è un mostro che dimora all'interno dell'intestino di Duncan; in effetti è proprio una parte di lui! Quando Duncan è stressato, Milo esce e rimette a posto le cose, anche uccidendo chi è causa del suo stress... ciò che sconvolge è la via d'uscita di Milo dal corpo del padrone, non del tutto usuale... gli esce dal culo! E dopo ciò, come potete non vederlo?

Departures



Quando l'ho visto la prima volta, mi sono scesi i lacrimoni... anche perché ho pensato che l'Oscar, quella statuina dorata che viene consegnata annualmente ai film in quel gigantesco party-farsa, era finalmente meritato. Departures è un film unico, delicato, un commovente (ma non pedante) affresco in grado di mostrare la bellezza che c'è nel fugace attimo della morte. Perso il suo lavoro di violoncellista, Daigo viene assunto in un'agenzia di pompe funebri. Attraverso la morte, il protagonista, capirà quanto c'è d'importante anche nel più piccolo e insignificante atto della vita, riuscendo a far anche pace con i fantasmi del suo passato.

Masquerade


Questo l'ho visto per caso, e mi ha appassionato dal primo all'ultimo fotogramma: quando Gwanghae, il tirannico sovrano di un paese, viene avvelenato, per coprire la cosa, il suo ciambellano di corte lo scambia con un sosia. Il sosia, un mimo professionista, si dimostrerà addirittura un regnante migliore di quanto fosse il suo predecessore...


Eva



Una sorta di Pinocchio moderno; in un futuro imprecisato (ma nemmeno così lontano), gli androidi sono una realtà: l'inventore Álex (interpretato dal  Daniel Brühl di Rush), viene incaricato di costruire un bambino robot da immettere sul mercato. L'incarico lo porterà a ristabilire un legame con suo fratello e con la moglie di questi (che era anche la sua ex), e con la loro figlioletta, Eva.
Il protagonista, contro ogni previsione, instaurerà un legame affettivo fortissimo con la sua ambigua e stravagante nipotina. Eppure, qualcosa si cela dietro l'apparente felicità della sua famiglia. Cosa? Vedetelo e lo scoprirete.


Fredda è la notte


Questo è un film fatto su misura per i fan di Walter White: torna Bryan Cranston, che interpreta stavolta un freddo e ambiguo corriere specializzato in pacchi che scottano, il quale si troverà invischiato, suo malgrado, in una storiaccia dalla quale può uscire in un sol modo: in una bara... ben girato, personaggi ben caratterizzati, e soprattutto ben strutturato a livello narrativo. Merita un'occhiata.


Una vita tranquilla




Quando l'Italia mette da parte quei dannati cinepanettoni e si dà al cinema vero: Rosario (Toni Servillo, bravo come al solito) è un napoletano trasferitosi in Germania, dove ha messo su famiglia e ha trovato lavoro come albergatore... ma la visita di due giovani compaesani, che si piantano nel suo alberghetto, riaccenderà i suoi demoni del passato. Un film davvero ben girato e ben raccontato e per i fan di "Gomorra - La serie", si segnala la presenza di Marco D'Amore.

Questo è tutto! Alla prossima!

venerdì 3 ottobre 2014

Mythology - la sceneggiatura - parte 3

Siccome ve lo avevo già accennato, ecco che la pubblicazione di Mythology continua sotto forma di sceneggiatura. Il prossimo mese ci sarà la quarta parte, e da lì fino alla fine.

A chi si fosse perso le prime due parti, vi indirizzo a questo comodo link.

http://gianlucatestaverde.blogspot.it/2014/09/mythology-la-scneggiatura.html


E ora vi lascio. Buona lettura.

Pag 9
1
Stacco. Panoramica del quartiere di Bergerdorf, situato nell'omonimo distretto di Amburgo... Siamo proprio sulla strada, e inquadriamo una specifica palazzina.
2
Interno di un appartamento. siamo nel corridoio, fermi davanti ad una porta.
Onomatopea: Clack
3
Stessa inquadratura di prima, solo che adesso la porta si apre, e vediamo Erika fare capolino con la testa. Beh... è il suo appartamento.
4
PP di Erika. Inquadratura leggermente dal basso.
Erika: Amore... sono tornata, ci sei?
5
Erika a figura intera. Cammina per il corridoio. Si sfila il cappotto, si toglie il cappello.
VFC: Sono qui, Erika. Nella stanza, sto provando.
6
PF. In pp il ragazzo di Erika, Erik, seduto per terra a gambe incrociate. Ha una chitarra elettrica in mano. Davanti a lui un taccuino. Erika è sullo sfondo, fuori, in piedi sulla soglia della porta. Erik è leggermente voltato verso di lei.
Erik: Ehilà! Come è andata con le tue amiche?


Pag 10
1
PP di entrambi. Lei lo bacia sulle labbra, sporgendosi oltre la sua spalla. Lui ovviamente è ancora seduto e allunga leggermente il collo per raggiungerla.
Erika: Bene, bene...
2
Erika si siede sul letto, stanca. Si stravacca praticamente. Deve essere leggermente inquadrata dal basso.
Erika: Ah... piuttosto a te... col lavoro? Tutto okay?
3
MB di Erik, ancora seduto e chitarra in mano. Sembra titubante. Inquadratura leggermente dall'alto. La soggettiva è di Erika, guardiamo attraverso i suoi occhi.
Erik: Mhhh... no...
4
Pp di Erika. Ovviamente è scocciata.
Erika: Ah... non dirmi che ti sei fatto buttare fuori di nuovo... Cristo, è il terzo lavoro questo mese...
5
Pp di Erik. Guarda verso il lettore. Sembra dispiaciuto. Mortificato è la parola giusta.
Erik: Lo so, scusami. Ti prometto che per la fine della settimana mi troverò qualcos'altro.
6
Campo medio. Erika seduta sul letto, ed Erik per terra.
Erika: Almeno posso sapere perché hai perso il lavoro? Quando facevi il cameriere ti hanno beccato a farti una canna, ma ora eri un DJ... avresti dovuto sentirti a casa...
Erik: Beh... ho rotto gli strumenti e Herzog m'ha cacciato...


Pag 11
1
Pp di Erika. Ha le mani sulla testa. Sembra quasi disperata.
VFC: Dài, ti ho già chiesto scusa...
2
PP di Erika, di Quinta. Di fronte a lei, ancora seduto, Erik, pensante.
Erika: Lascia stare... piuttosto conosci Fenrir?
Erik: Ma dici il cantante o il lupo della brughiera?
3
PP di Erika, Stranita.
Erika: Il lupo della cosa?
4
Ancora Erik, a mb.
Erik: Il lupo della brughiera! È una creatura mitologica... sai: Thor, Loki, Odino... roba così, insomma...
5
Ancora Erika sovrappensiero.
Erika: Ecco allora da dove ha preso il nome... che montato del cazzo.
6
Pf. Erika seduta sul letto, Erik sempre per terra.
Erik: Allora intendevi proprio la rock star... sarà pure un montato, ma è uno tosto, davvero molto bravo: non ho mai sentito nessuno cantare come lui! Ha qualcosa di innaturale... non saprei spiegarlo...
Erika: Oggi è la seconda volta che lo sento dire...


Pag 12
1
Erik in pp di quinta. Davanti a lui Erika, sul letto. Erika muove le mani per esprimere un diniego.
Erik: Ho qualche cd di Fenrir. Se vuoi, te lo faccio sentire.
Erika: No, macché... non ci tengo!
2
Inquadratura dall'alto della stanza. Erika si lancia sul letto a braccia aperte. Erik Per terra. Scrive qualcosa sul taccuino.
Erik: Perché mi hai chiesto di Fenrir? Te ne hanno parlato le tue amiche?
Erika: Frieda è pazza di lui... e poi suonerà qui per i prossimi 3 giorni.
3
In primo piano vediamo il corpo di Erika, disteso sul letto. Sullo sfondo vediamo la testolina di Erik, sollevata, che guarda verso la ragazza.
Erik: Wow... è fantastico! Ci andiamo? ti va?
4
Mb di Erika. Ora è sul fianco. Sembra imbronciata, sfatta.
Erika: Cosa ti fa pensare che abbia voglia di andare ad un suo concerto?
5
PP di Erik, sospirante.
6
Piano Francese: in pp Erik comincia ad alzarsi da terra: rendilo in silhouette. Sullo sfondo ovviamente il letto con Erika... tutta la stanza, insomma.


Pag 13
1
Erik vicino ad Erika. Entrambi sul letto. Erik l'abbraccia da dietro.
2
PP di entrambi.
Erik: So di essere un deficiente e un perdigiorno... se vuoi lasciarmi, lo capirò.
Erika: Allora ti lascio...
3
Erik è indispettito, l'afferra, facendole il solletico. Erika ride.
Erik: Ehi, guarda che io scherzavo!
Erika: Ma io no! Ahaahahahaha, smettila!!!
4
PP di entrambi. Si baciano appassionatamente.
5
Distanzia un po' la telecamera da loro. Sono sempre sul letto e, continuando a baciarsi, si spogliano reciprocamente.
6
Inquadriamo i Cd musicali di Erik. Fra questi si legge a stento qualcosa... delle lettere confuse.
7
Ci avviciniamo ancora. Notiamo un grosso lupo stilizzato sulla copertina di uno di questi, e leggiamo benissimo il nome "FENRIR".