mercoledì 29 giugno 2016

Film che consiglio 12

Oh, bentornati! Qui nel napoletano comincia finalmente a far caldo... forse troppo caldo... da voi, invece, come va? Comunque sia, per combattere la calura, niente di meglio di un bel film (almeno si spera), quindi diamo il via ai nostri consigli filmici di questo mese!

I tre volti della paura (Mario Bava - 1963)


"I tre volti della paura" è la pellicola che mi ha fatto innamorare del cinema del grande Marione Bava: si tratta di un film visivamente potente che, nella rappresentazione delle tre lugubri storie che fanno da titolo, non si rivela mai scontato, né banale. La più ambigua è proprio la prima, dato che accenna ad una relazione omosessuale tra due donne, con tanto di terzo incomodo; la seconda storia, con Boris Karloff, racconta di un uomo che torna "cambiato", dalla sua famiglia, dopo aver dato la caccia ad un vampiro, mentre la terza, la più inquietante, mostra una badante perseguitata dallo spettro di una sua defunta e anziana assistita, a seguito del furto di un anello.
All'estero, il film, è conosciuto come "Black Sabbath"... ebbene sì, il famoso gruppo metal capitanato all'epoca da Ozzy Osbourne, prese il nome dal titolo anglosassone della pellicola, dopo averne visto un manifesto per strada! Comunque sia, se non conoscete il cinema di Bava (regista apprezzato praticamente da tutti i più importanti cineasti, in primis Tim Burton), questo film è un ottimo inizio: non ve ne pentirete.    

Ipcress (Sidney J. Furye - 1965)



Sir Michael Caine interpreta Harry Palmer (curiosamente il doppiatore italiano di Caine, in questo film, si chiamava Renzo Palmer...), un agente segreto britannico, con l'incarico d'indagare sulla scomparsa di uno scienziato, rapito e ipnotizzato con una nuova tecnica denominata "Ipcress". Si tratta di una pellicola piuttosto all'avanguardia, con una fotografia magnifica e curata, che quasi ricorda i film del già citato Mario Bava; inoltre, ciò che contraddistingue il protagonista è il suo essere "umano", piuttosto che "super-umano", a differenza del ben più noto James Bond/007: non troverete nemici pittoreschi o situazioni paradossali, qui tutto è all'insegna del realismo. Se vi piace lo spionaggio puro, di quelli veri e duri, allora recuperatelo!

Je t'aime moi non plus (Serge Gainsbourg - 1976)



Krassky e Patrice (Padovan in originale) sono una coppia di amanti gay che, per sbarcare il lunario, fanno avanti e indietro lavorando come camionisti. Un giorno giungono in uno sperduto locale nel deserto. Lì lavora Johnny, una ragazza dall'aspetto androgino, e da cui Krassky si sente subito attratto. Krassky e Johnny intrecciano così una singolare relazione sessuale: per poter avere una rapporto completo con la ragazza, il camionista è "costretto" a sodomizzarla. La relazione si spinge ben presto oltre il lato fisico, marcando pericolosi territori sentimentali e scatenando così le ire di Patrice.
Il titolo del film è ovviamente un riferimento alla nota e scandalosa (almeno per l'epoca) canzone scritta e cantata dagli stessi Gainsbourg e Birkin (ai tempi compagna del regista). La ricordate? Descriveva in maniera esplicita un atto sessuale tra un uomo e una donna, con tanto di mugolii e sospiri. Nella pellicola, però, la canzone è presente nella sola versione strumentale.

The Killer (John Woo - 1989)



Jeffrey è un abilissimo killer che lavora esclusivamente su commissione. Durante l'ultima missione ferisce accidentalmente una cantante, di cui però s'invaghisce: deciderà così di continuare a lavorare, pur di pagarle la costosa operazione che le ridarà la vista. Tradito dai suoi committenti, sarà costretto alla fuga insieme alla sua amata, Sulle sue tracce, però, si fionda anche un testardo ispettore di polizia, con cui instaurerà un'amicizia virile al di là dei loro ruoli. La pellicola, nonostante spettacolari sequenze d'azione, è in realtà piuttosto complessa nella costruzione della storia, presentando via via che prosegue toni quasi shakespeariani, che trovano il loro climax proprio nel finale piuttosto amaro (ma non ve lo dirò, tranquilli). Si tratta probabilmente di uno dei film più romantici e malinconici mai diretti da John Woo, in grandissima forma, che non risparmia nemmeno qui le sue classiche sequenze ormai marchio di fabbrica, come le colombe che si stagliano in volo, e i personaggi che si parlano puntandosi in faccia le pistole.

Under the Skin (Jonathan Glazer - 2013)



Se Stanley Kubrick fosse ancora vivo, sarebbe sicuramente orgoglioso di questo film, anche perché se l'avesse girato lui, probabilmente l'avrebbe fatto nello stesso identico modo! Guardando "Under the Skin", è infatti proprio questa la sensazione che ho provato: mi sembrava di guardare Kubrick, di poter riconoscere quasi i suoi tempi narrativi e le sue ossessioni (ovviamente il grande Stanley vantava una regia molto più precisa e maniacale). La trama è piuttosto semplice, sebbene abbia tanti ed interessanti risvolti onirici e sociali: un'aliena (la conturbante Scarlett Johansson) arriva sulla terra assumendo sembianze umane; il suo scopo è sedurre uomini da far annegare in un abisso oscuro (letteralmente! Non posso spiegarvelo meglio di così, perché non saprei come fare). Ben presto, però, alcuni avvenimenti la condurranno a cercare la propria umanità, assaggiando cibo umano e sperimentando la propria sessualità.
Il film, sebbene non abbia incassato un granché, è salito agli onori della cronaca per le scene di nudo integrale che hanno per protagonista la Johansson, che qui si mostra generosamente in tutto il suo splendore. On ogni caso, se siete amanti della fantascienza d'autore, dovete assolutamente recuperarlo, sempre che non l'abbiate già visto: in tal caso... rivedetelo! :D

Vi saluto! Alla prossima!

sabato 18 giugno 2016

Storie Vere - L'inizio

Oggi partiamo con una rubrica nuova di zecca: Storie Vere. Di cosa parla? Di me...
Ho deciso di analizzare alcuni aspetti della mia esistenza, sebbene in maniera ironica ed estremizzata. Perché? Beh, lo faccio già mensilmente in maniera ossessiva per conto mio nella mia testa, perché adesso non trasformare la faccenda in un fumetto e condividere? Parlando seriamente, ho appreso di recente una cosa di me sul piano medico, e questo mi ha spinto a farmi un paio di ulteriori domande sulla mia esistenza, così ho deciso di intraprendere questo percorso insieme a voi, partendo, come da titolo, dall'inizio...





   E con questo ci fermiamo... alla prossima...

domenica 5 giugno 2016

Giovane pastorella

Discendi dai colli sempre alla stessa ora, giovane fanciulla,
Coi tuoi occhi sbarazzini, che cercano sempre altrove,
mentre le tue labbra languide pronunciano parole,
dette solo a chi sa ascoltare...

Ti guardi intorno, nascondendo con la timidezza le tue arti illusorie,
Ti guardi intorno alla ricerca di uomini da far sognare,
Ti guardi intorno alla ricerca di uomini da cui farti amare,
Ti guardi intorno alla ricerca di uomini da far disperare...

Oh, giovane pastorella, quanto t'ho cercata, quanto t'ho desiderata!
Il tuo profumo infiammava i miei pensieri,
istigando i miei fervori a non sopirsi mai...

Oh, giovane pastorella, quanto ho pensato ai tuoi seni graziosi,
su cui volevo solo dolce dormir...
Oh, giovane pastorella, quanto ho pensato al tuo grembo,
da cui volevo solo dolce farmi cullar...
Oh, giovane pastorella, quanto ho pensato alla tua guaina,
in cui volevo solo dolce entrar...
Oh, giovane pastorella, i suplizi a cui hai condannato son quasi passati
le risposte che cercavi non ci sono più,
le risposte che recavi non esistono più,
né per gli uni, né per gli altri...
torna sui colli e non discenderne più...

Oh, giovane pastorella... dannata stronza...

mercoledì 1 giugno 2016

Pelé - Le mie impressioni

Non sono un grande appassionato di calcio. Ci hanno anche provato, eh.
Più di una volta m'hanno voluto portare al San Paolo, ma niente... proprio non è uno sport che m'appassiona. Durante le partite solitamente mi guardo intorno, mi gratto il mento, mi accarezzo la barba, il tutto mentre mi chiedo quando finirà. Allora perché, chiederete voi, sono andato al cinema a vedermi Pelé, la biografia filmica del famoso e leggendario calciatore? Beh... prima di tutto m'interessava sapere di più su di lui e poi... mi hanno un po' rotto i film dei supereroi! Di quelli non ne posso più (almeno fino al prossimo Spider-Man, va')!


La pellicola in questione mostra l'infanzia a Bauru del grande Edson Arantes Do Nascimento (in arte Pelé), come giocatore da strada e pulitore di scarpe, fino alla sua entrata, a sedici anni, nella nazionale brasiliana nel 1957, con la conseguente vittoria ai mondiali nel 58.
Purtroppo, però, la regia e la sceneggiatura peccano di semplicioneria acuta: ambedue non approfondiscono in maniera interessante nessuno degli aspetti della difficile vita del celeberrimo calciatore, riducendo il tutto alla ricerca della "Ginga", uno dei passi fondamentali della capoeira (un'arte marziale), utilizzata anche dai calciatori brasiliani per i loro movimenti acrobatici... e quel che è peggio, lo fa come se si stesse parlando di un qualche incredibile potere jedi... e non è per dire, dato che addirittura il noto manager Waldemar De Brito diventa qui una sorta di parodia di Yoda: "La Ginga è potente in te!", annuncia solennemente ad un giovane ed acerbo Pelé, che lo guarda basito (e come potrebbe non farlo?). Inoltre il film segue lo stesso filo narrativo stereotipato di un Karate Kid a caso, dove persino Edson diventa una sorta di Daniel LaRusso... ma su, signori registi, possibile che non abbiate saputo fare di meglio?
Fa proprio così schifo 'sto film? No, affatto. La durata non è eccessiva (poco più di 100 minuti contro i soliti 140 degli odierni film) e il tono è abbastanza leggero: inoltre le sequenze delle partite (soprattutto quella con la Svezia nella finale dei mondiali) sono davvero ben girate e altamente spettacolari, e qualunque impetuoso tifoso di calcio non potrà che sgranare gli occhi dinanzi ai fantastici dribbling, ai palleggi, e ai giochetti di tacco che vengono mostrati con tanta generosità.
Il mio voto? Volendo essere "corretti", la pellicola rosica a stento la sufficienza, ma se siete grandi appassionati del gioco del pallone, allora aumentate pure di un punto. Per il resto si tratta di un'occasione davvero sprecata.