domenica 20 luglio 2014

Pain & Gain - muscoli e denaro

A me non dispiace Michael Bay, trovo che i suoi film facciano bene il loro lavoro: far passare spensieratamente un paio d'ore, col cervello in stand-by. Lungi però, da me, considerarli dei capolavori (come gli adolescenti in calore sono soliti etichettare 'sta roba), dato che non hanno alcun valore estetico e narrativo che potrà perdurare nel tempo, nonostante rimangano una sobria macchina macina soldi.
Questo Pain & Gain, però, si discosta un po' dai suoi lavori precedenti, almeno in termini di budget (ufficializzato: "solo" 26 milioni, contro i duecento dei vari Transformers), e di narrazione, stranamente coerente (anche perché ispirato ad un vero e brutale fatto di cronaca).

Lo dice anche la locandina
La storia è ambientata nella raggiante Miami dei giorni nostri, ed è quella di tre culturisti, dipinti come dei perfetti imbecilli: Daniel Lugo, Paul Doyle e Noel Doorbal. I tre, col più improbabile dei piani, decidono di rapire un facoltoso imprenditore di nome Victor Kersahw (Marc Schiller nella vicenda reale) e riescono a farsi intestare tutti i suoi beni, dopo averlo torturato. La situazione sfuggirà ben presto loro di mano, e il corso degli eventi costringerà i tre energumeni a compiere anche un macabro (ed involontario) omicidio.
Gli attori sono tutti in parte, e incredibilmente quello che spicca è proprio The Rock (sì, perché Dwayne Johnson non so chi sia), mentre la sceneggiatura pare scritta in modo sapiente, risultando, bene o male, credibile nonostante la sequela di assurdità mostrata sullo schermo.
Poi, sebbene il film ricalchi la vicenda reale a grandi linee, Bay ha preferito spingere sul pedale del cinismo demenziale, rendendo come al solito il tutto esagerato, ricco di colori sgargianti, carrellate improbabili, e inquadrature ballerine che non stanno né in cielo né in terra, senza contare che sono state esasperate tutte le personalità dei personaggi presenti in scena: Kershaw/Schiller, mostrato come un farneticante stronzo milionario, non frequentò mai la palestra dei culturisti, e questi ultimi non lo sequestrarono di certo vestiti come dei fenomeni da baraccone; inoltre l'omicidio della coppia di pornografi non fu accidentale, tutt'altro: ci si trovava di fronte a 3 sanguinari e spietati killer, che però Bay ha reso simpatici nella loro proverbiale sprovvedutezza, riuscendo a creare una forte empatia da parte del pubblico verso questa banda di dementi. Se da un lato reputo la cosa apprezzabile, in quanto credo di aver colto l'intera critica a questo sistema di ricerca del sogno americano, dove tutto gira attorno ai soldi e alla forzata immagine che vogliamo dare di noi stessi agli altri, e come tutti coloro che rincorrono questo stile di vita siano affetti da una perdurante deficienza mentale (una critica nemmeno troppo velata in realtà e di cui, poi, lo stesso Bay, fa ipocritamente parte), dall'altro lo trovo forse irrispettoso verso chi ha vissuto con terrore questa vicenda.
Inoltre mi lascia perplesso il messaggio finale di questa pellicola, anche se per certi versi "speranzoso": mi è sembrato di capire che Dio non aiuti gli audaci... ma gli imbecilli...

Nessun commento:

Posta un commento