martedì 1 aprile 2014

UOMO RAGNO MANGA - perché una perla del genere è giusto conoscerla!!!

Erano da poco finiti gli anni 60. In america l'amichevole tessiragnatele di quartiere aveva ormai raggiunto il suo apice di popolarità (apice surclassato solo oggi, anche grazie alle sue riduzioni cinematografiche e alcune gustose intuizioni fumettistiche), e mamma Marvel ebbe una stragrande idea: allargarsi ancora e partire alla conquista dell'Asia, più precisamente quell'arcipelago giapponese che aveva regalato incredibili capolavori come BlackJack e Astroboy, e che a breve avrebbe partorito il cupissimo Devilman e i famosi robottoni ad opera di quel  geniaccio di Go Nagai. Fu proprio la Kodansha ad occuparsi di tradurre gli albi originali Marvel, relegando ad un acerbo Ryoichi Ikegami (lontano dai fasti grafici di opere come "Sactuary" e "Ryugetsusho"), l'onere di ridisegnare le cover per il mercato giapponese.

Questi yankee riuscirono nell'impresa di far conoscere e apprezzare il mitico arrampicamuri ai piccoli musi gialli? Manco per il cazzo... la dinamicità del fumetto americano, la ricercatezza anatomica, la stessa caratterizzazione dell'eroe era fin troppo lontana dalla concezione orientale. L'operazione fallimentare, però, non demoralizzò la Kodansha che, con il beneplacito della stessa Marvel, decise di creare un proprio "Uomo Ragno"... vale a dire, riscrivere le origini del personaggio e trasportarlo in un aggroviglio urbano nipponico, andando in contro ai gusti del difficile pubblico giapponese. Fu richiamato Ryoichi Ikegami, che si era occupato fino a quel momento solo delle cover, per disegnare le tavole degli albi, e gli furono affiancati due sceneggiatori, Kosei Ono e Kazumasa Hirai. Ciò che avvenne ha dell'incredibile, ma andiamo a piccoli passi...

Il primo volume edito in Italia dalla Planet Manga. Da notare il pacco prorompente dello Spider-Man giapponese, già grande differenza con l'originale...
Per dirla tutta, l'incipit è quasi lo stesso, e nonostante mantenga le medesime intenzioni della controparte americana (compresa una certa ingenuità di fondo), lo sviluppo della storia diventa sin da subito fin troppo cupo e introspettivo, mettendo in mostra una società degradata e un personaggio non particolarmente eroe, anche se indubbiamente super. il secchione Peter Parker, fu sostituito con il secchione Yu Komori, che in questo caso indossa la classica uniforme scolastica giapponese e abita a Tokyo.


Notare altre differenze con l'originale: Yu appare, graficamente come il classico protagonista manga, belloccio e dall'aria malinconica... altro che l'occhialuto Peter di 'sta fava! 

Yu non eccelle negli sport, è deriso dai compagni, e come tutti gli adolescenti ha gli ormoni in subbuglio (vabbeh, io li ho ancora adesso e  non sono un adolescente), così, un giorno, mentre pasticcia con un aggeggio che emette radioattività all'interno di uno dei laboratori della scuola (un esperimento che gli regali il rispetto dei compagni), viene morso da un ragno avventuratosi accidentalmente nel raggio radioattivo. Yu dapprima spaventato, vista la pericolosità della radioattività (viene da chiedersi perché non te lo sia chiesto prima, mentre ci lavoravi senza alcuna protezione, ma vabbeh), capisce ben presto che ha acquisito le stesse capacità degli aracnidi: aderisce facilmente sulle pareti, la sua forza è proporzionale a quella di un ragno, ed è in grado di percepire pericoli a distanza. Stop... le similitudini con l'opera originale si fermano qui.


Notare come con quanta non curanza, e senza nemmeno un minimo di protezione, nelle aule di un comune istituto giapponese sia possibile maneggiare apparecchi che emanano radioattività...  











Yu, a differenza di Peter, non ha uno zio e non ha una frase tormentone... ha però una zia... che nel fumetto ha un ruolo del tutto marginale. Yu non sa che farne dei suoi poteri, e li usa solo per "giocare" dentro casa, dopo essersi cucito un "pigiama" rosso e blu ed essersi fabbricato uno spara-ragnatele che lancia un fluido appiccicoso di sua invenzione. L'unico motivo che lo spinge ad indossare il suo pigiama per combattere, è la ricerca di soldi per la mamma malata di una sua amica di penna, Rumi, giunta in città alla ricerca del fratello, scomparso da tempo.
Ma un "eroe", senza un villain, non sarebbe tale: ecco quindi che sbuca dal nulla un cyborg, Electro (così chiamato perché in grado di lanciare scariche elettriche dalle mani), che non ha di meglio da fare che rapinare banche... con molta probabilità, se non ci fosse stato Electro, sarebbe stato proprio Yu a rapinare banche...
Comunque, su Electro, il governo mette una taglia da un milione di Yen.
Sebbene Yu si caghi addosso dalla paura, pur di racimolare quel denaro, (e arrivare così al pelo dell'amica), decide di mettersi in gioco nei panni dello stupefacente Uomo Ragno.



Sei sbalordito? Dal vedere forse un altro imbecille con un costume ridicolo quasi quanto il tuo? Ah beh, allora anche io!
Tra l'incredulità della popolazione, e dando fondo a tutte le sue forze, Yu sconfigge Electro, uccidendolo... sì, qui i cattivi muoiono... senza più tornare... proprio muoiono e basta...
A quel punto Spidey scopre che si tratta del fratello scomparso di Rumi che, dopo aver reso un bambino disabile in un incidente, ed essere rimasto al verde a causa delle conseguenti cause legali, decide di farsi impiantare una carica elettrica nel corpo da un folle scienziato e di darsi al crimine. Morale della favola? Rumi non la dà a Yu, il quale, solo dopo aver tolto la vita ad un altro essere umano (che poi ormai era un cyborg, ma va bene anche questo), comincia seriamente a chiedersi se i poteri che possiede siano davvero una benedizione.


Eroi malinconici a confronto: l'uno responsabile dell'uccisione del proprio zio, l'altro responsabile della sua promulgata verginità...
Già nel secondo volume la serie acquista delle forti tinte horror, e diventa palese quanto gli autori vogliano rappresentare la rabbia giovanile e il disagio adolescenziale dell'epoca.
Yu a scuola non rende più granché, tormentato anche dagli incubi dovuti all'uccisione del fratello di Rumi... è a questo punto entra in scena Araki, l'Harry Osborn giapponese. "Harry", perché da qui in poi seguiteremo a chiamarlo sempre così, è il figlio di un facoltoso scienziato, divenuto celebre per una grande scoperta medica in Africa. "Harry" coinvolge il nostro "amichevole tessiragnatele di quartiere di Shinjuku" in spericolate corse in moto, seguite da lunghe fumate a base di erba... roba che negli albi Marvel non ci si sognava manco di vedere. Tuttavia, nel frattempo, le industrie farmaceutiche del padre di "Harry", vengono attaccate da una gigantesca lucertola antropomorfa. Quest'ultimo è in realtà il dottor Curt Con... no, si tratta del dottor Inumaru, ritornato in patria, vivo e vegeto, dopo essere stato dato per disperso in Africa. Inumaru è talmente ossessionato dal padre di Harry, da togliere la vita alla sua stessa moglie, in un impeto di rabbia, dopo essersi trasformato in Lizard (beh, tanti mesi in Africa col solo il culo di scimmia, farebbe uscire dai gangheri tutti). Ma a cosa si deve la sua prodigiosa trasformazione? Beh... facendo ricorso ad una non meglio specificata indole atavica seppellita dentro ognuno di noi e che solo pochi sono in grado di richiamare... ecco, siamo addirittura sfociati nel soprannaturale piuttosto che nel fantascientifico.

Mai far arrabbiare una lucertola antropomorfa di 100 chili... avresti dovuto dargliela, piccola!!! HSSSSSS
Lo scopo di Lizard è distruggere economicamente il padre dell'Harry Osborn giapponese, e addirittura rapisce "Harry", minacciando di gettarlo in un vascone pieno di lucertoloni. Il motivo? secondo voi, Lizard, in Africa, come s'è perso? Il padre di "Harry" lo aveva lasciato in una tana piena di giganteschi varani, allo scopo di appropriarsi delle sue ricerche, quelle stesse ricerche che, poi, tornato in Giappone, gli hanno dato la notorietà che cercava. Secondo voi in un fumetto così grottesco, con personaggi così negativi, Lizard, essendo il "cattivo" di turno, che fine può fare? MA E' OVVIO: finisce sbranato dagli stessi lucertoloni a cui voleva amorevolmente regalare le succulenti natiche di "Harry", proprio a causa dell'intervento dell'uomo ragno. Yu, ovviamente, diventa ancora più depresso, e accetta pedissequamente il suo destino di giustiziere come una vera e propria dannazione. Sulla sua strada piombano anche Kangaroo e Misteryo.

Notare come nel manga Misteryo lasci trasparire le sue reali tendenze sessuali... attento a te, Spidey
Potrei dilungarmi anche su queste storie, ma mi fermo qui... ricordo vagamente qualcosa tipo come Yu che diventa il capo di una banda di teppisti, ma credo di sbagliarmi... forse.
Questo fumetto, inutile starci a girare attorno ha una visione nichilista della società giapponese, anche pessimistica, dove non c'è vera redenzione, e i sedicenti eroi non salvano proprio nessuno. La stessa Rumi viene addirittura uccisa da un serial killer, che troverà il suo confronto finale con Yu nei panni del villain Mad Racer. Il manga di Spider-man è un  prodotto, per certi versi, fin troppo serioso ed estremamente cupo, lontano anche da quella colorata riduzione che in Giappone spopolò proprio negli anni 70, che vedeva l'arrampicamuri a guida di un gigantesco robottone.

SUPAIDAMAAAAAAAN!!!! GO, LEOPARDOOOOOOOON!

E siamo arrivati all'epilogo.
Io consiglierei questo fumetto? Ovvio, certo che sì, anche solo per la diversa introspezione psicologica data ai personaggi... uno spider-man così merita di essere letto e goduto, altro che quella porcata di "The amazing" di Webb. E poi, se l'ho letto io, dovete leggerlo anche voi! Punto!          

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