lunedì 22 dicembre 2014

Divagando un po' sul cinema di genere

87 anni fa nasceva in Italia, precisamente a Roma, un uomo: il suo nome era Lucio Fulci.
Fulci era un ragazzo come tanti all'epoca che, per una delusione d'amore, decise di studiare cinema, iscrivendosi al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Diplomatosi a pieni voti (non prima di aver sfidato apertamente all'esame Luchino Visconti), iniziò la sua carriera: preso sotto l'ala protettrice di Steno, divenne dapprima sceneggiatore dei film di Totò, esordendo poi alla regia con "I ladri". Passò ai musicarelli italiani (per cui scrisse anche canzoni famose come "24000 baci"), creò il personaggio interpretato da Alberto Sordi, Nando Mericoni ("Maccarone, m'hai provocato? E io te distruggo"), e scoprì il duo comico Franco & Ciccio, dirigendoli nei loro maggiori successi. Ma è con i thriller che il suo nome acquista maggior risonanza, riuscendo a rivaleggiare con Argento (soprattutto in quanto ad originalità), nonostante i budget ridotti. Ma infine, giunge ai suoi famosissimi horror, regalando pellicole grandguignolesche idolatrate da gente come Quentin Tarantino e Sam Raimi (che ha utilizzato un fotogramma del film "l'Adilà", nel suo "Spider-man"), che lo considerano un maestro. Eh, Lucio Fulci, nella vita, può essere stato tutto, ma certo non un pischello o un uomo di cui non tener conto... allora perché i giornali e le così dette riviste specializzate danno ancora una stelletta ai suoi film (anche a capolavori come "Sette note in nero"), e poi mi devo ritrovare tre o quattro stelle a filmacci come "The Amazing Spider-Man", "Transformers", o "Le tartarughe ninja"? Io non ho niente in contrario se mi metti tre stelle a questi film, figurati quanto me ne frega, o carissimo direttore di giornale, ma mostra almeno un briciolo di rispetto per un personaggio come Fulci che, può piacere o meno, ha comunque attivamente contribuito alla creazione e alla divulgazione dell'odierno cinema di genere, e di quello italiano all'epoca.

Fulci è sempre stato bistrattato all'epoca e lo è anche oggi. Dal canto mio, elogio i suoi thriller: il già citato "Sette note in nero" e anche "Non si sevizia un paperino" sono capolavori, secondo il mio modesto parere.
Il secondo poi, ha dei risvolti politici inquietanti, oltre che sequenze estremamente morbose per l'epoca in cui fu girato... Fulci fu anche portato in tribunale, a causa della scena con la Bouchet nuda col bambino, che in realtà poi, quando ripreso in controcampo era un nano (il famoso nano di Termini, ucciso da una coppia di fidanzatini che lui ricattava e soggiogava per i suoi piaceri). Capisco anche che si debba avere un po' di stomaco per guardare alcuni suoi horror, che possono avere sequenze rivoltanti, e a volte sono un po' ridondanti nel loro nonsense, ma diamogli almeno atto di essere stato un grande artigiano e di aver mostrato una passione spropositata per il cinema, da lui veicolato per mandare messaggi politici non tanto velati. Il che è tanto, rispetto a molte pellicole di oggi (non tutte, fortunatamente), che, spogliate dei loro effetti super speciali, non hanno nulla.

E poi ci lamentiamo che qui in Italia non si faccia cinema vero. In realtà basta saper cercare (tante pellicole che non mi aspettavo, e che non sono dei soliti Garrone e Sorrentino, che a mio parere poi, quest'ultimo è abbastanza sopravvalutato). Purtroppo, però, i media ci sbattono sempre in faccia i dannati cinepanettoni e le scempiaggini girate nei periodi festivi (Come ad esempio il filmazzo "Tu di che segno sei?", che mi vergogno pure a scriverlo sto titolo)... e vi lamentate della qualità del film... ma se già sapete di che si tratta (tra l'altro, ormai, dopo tanti anni, dovrebbe essere palese), perché lo andate a vedere, dando comunque soldi alla produzione, facendo sì che l'anno dopo sfornino l'ennesima cacata? Dopo non capisco davvero che avete da lamentarvi, e ve ne uscite che il cinema italiano sta morendo... siete masochisti? Se siete masochisti, allora non c'è nulla di male, ma questa, però, me la dovete proprio spiegare...
Andatevi a vedere il "Ragazzo invisibile", di Salvatores, che forse non sarà un capolavoro, ma qualcosa di diverso e un po' più originale questo sì, lo è (almeno qui in Italia). Invece no... lo vedranno quattro gatti, e so già la motivazione di tanti "Un film italiano sui supereroi? E a che serve?". Eh... intanto Salvatores ci ha provato (e con lui tutta la produzione), diamogliene atto. Chissà che non si aprano nuovamente le porte a film diversi, e che il cinema italiano, piano piano, non rinasca dalle sue misere ceneri. Grazie dell'attenzione!
Love & Piece.
  

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