mercoledì 30 settembre 2015

Il mio maestro

Più volte ho accennato, in passato, al fatto di aver trovato, a suo tempo, un maestro che, in via ufficiosa, mi ha seguito e ha creduto in me, correggendo i miei errori... in un certo senso, mostrandomi la via. Bene, dopo tanto tempo credo sia giunto il momento di parlarvi di lui. Comincerò col dirvi il suo nome: PINO RINALDI




Credo che tutti gli appassionati di fumetto conoscano Pino, che ha cominciato la sua carriera lavorativa con fugaci pubblicazioni su lanciostory, per poi arrivare a pubblicare in Bonelli (come lui stesso ha più volte ribadito, la Bonelli non è un punto di partenza, ma di arrivo). Chiusa la parentesi bonelliana, a causa di alcuni diverbi con l'editore (vi rimando alla sua versione, sul suo blog qui), ha lavorato per gli Stati Uniti d'America, per case editrici come la Marvel Comics.
Sappiate, però, che io e lui non ci siamo mai incontrati di persona... nemmeno una volta, manco per sbaglio... allora come è possibile che Pino sia stato mio maestro? E io ve lo spiego, partendo dall'inizio.
Sarà stato quattro o cinque anni fa, il periodo in cui cominciai a lavorare come assistente alla colorazione per il GGStudio, e un giorno incappai nella pagina DA di Pino. Da piccolo avevo letto parecchi fumetti realizzati da lui (compreso il suo Nathan Never), e lasciai qualche commento ai suoi lavori, e devo dire che Pino rispondeva sempre abbastanza velocemente e in maniera amichevole. Ciò che non sapevo era che anche Pino si mise a spulciare un paio dei miei lavori, e mi contattò dandomi un paio di dritte su alcuni errori, al che mi chiese cosa facessi, e io gli dissi che ero in contatto con la Bonelli, e che di tanto in tanto mandavo delle prove. Pino s'incuriosì, e voleva sapere dell'altro: mi chiese, qualora fossi d'accordo, di contattarlo in privato, per parlarne meglio. Così lo feci.

Piccola considerazione personale: pensare che oggi, quando molti professionisti ti rispondono, sembra pure che ti fanno un piacere... Pino invece m'invitò lui stesso a contattarlo.

Parlammo per un po' del più e del meno, quindi mi propose di farmi da "allenatore" per i mesi seguenti, al fine di mandare in Bonelli dei lavori accettabili. Inutile dire che io acconsentii di buon grado. Prima di metterci al lavoro mi fece promettere che mai, e poi mai, avrei dovuto lasciarmi sfuggire che mi facesse da coach, a causa dei vecchi attriti tra lui e la Bonelli; soprattutto mi disse una cosa: "In questo lavoro tieni a mente due cose: sii sempre umile, e rammenta che non esistono veri e propri dogmi per realizzare un fumetto". Era perfetto, con uno dei due punti mi ci trovavo proprio d'accordo: anche io pensavo che nel fumetto non esistessero dogmi da seguire...

Il mio addestramento cominciò, e siccome non ho mai nascosto il mio interesse per Brendon (forse non il miglior fumetto Bonelli, ma per me ha sempre avuto il suo perché), scelsi un paio di tavole dal primo volume, e decisi di partire da lì, disegnandole a modo mio. Poi mi spostai pure su Dylan Dog, mi pare. Ricordo di non aver mai macinato così tante pagine, come con Pino (che io chiamavo maestro). Nonostante lui mi dicesse di andarci piano, e di prendermi il mio tempo, io correvo invece come un treno, ero ansioso di migliorare, di tirare fuori qualcosa di buono dai miei lavori (ma in questi casi la fretta non è mai una buona consigliera).
Realizzavo tavole su tavole, gliele mandavo e lui le correggeva.

-"Pino, che ne pensi, ho rifatto daccapo la pagina"
-"Meglio di prima, ma ancora non ci siamo, ma non preoccuparti: migliorerai"
-"Pino, ho problemi su questa inquadratura, consigli?"
-"Ora ti aiuto io, ti faccio vedere"
-"Pino perché lì mi hai rimpicciolito la testa del personaggio?"
-"Rifletti: così miglioriamo la prospettiva che hai creato!"

Non ho mai visto nessuno così entusiasta per quello che facevo, lo stesso Pino alle volte mi chiedeva "Allora? Riesci ad accorgerti dei progressi che stai facendo con me?". Sì, e no, non mi fermavo troppo a riflettere, le cose mi sembravano andare troppo velocemente... poi ho scoperto che non era una sensazione: le cose, oggi giorno, vanno davvero troppo velocemente!
Ma io e Pino non parlavamo solo di fumetti e di tavole; quando avevo un dubbio, un'insicurezza, lo contattavo e mi confidavo, e lui m'incoraggiava a non mollare, ad andare avanti qualsiasi cosa potesse succedere: purtroppo ogni lavoro comporta dei sacrifici... sacrifici che ti fanno anche star male, ma sono necessari, se è quello che vuoi.
Pino mi ha seguito per un anno e forse qualcosina di più, poi le nostre strade si sono divise. Direi soprattutto per incomprensioni reciproche (e da quando non è così?). Posso dire di essere sempre stato un allievo disciplinato, e ho sempre accolto con piacere e diligentemente i suoi consigli e le sue correzioni, ma poi accadono alcune cose, in cui nemmeno i maestri dovrebbero metter piede. Comunque non ci sentimmo per un po', fino a quando non partecipai ad una iniziativa della Cagliostro, un compendium sui personaggi dell'Agenzia X, creati proprio da Pino. Fui io stesso a contattarlo e forse avrebbe avuto i suoi motivi per non farmi partecipare, invece decise di non tirarsi indietro nell'aiutare il suo (ex) allievo, facendomi lavorare e seguendomi fino alla fine delle tavole, di cui vi posto la prima.


In quel periodo non ero pienamente in forma e lavorare su personaggi che non erano nelle mie corde fu molto faticoso: non lavorai come volevo e come dovevo (beccandomi anche un paio di lavate di testa). Ciò nondimeno riuscii a finire in tempo le pagine, e fu molto contento anche lo sceneggiatore (Edoardo Rohl), che mi mandò una mail (immeritata, secondo me), di complimenti per il lavoro svolto. Sì, è passato del tempo, ma mi sembra che questo albo sia ancora in commercio se cercate, a me la Cagliostro mandò una copia a casa.
Poi niente, c'era un altro progetto, sempre indetto da Pino, che sicuramente sarebbe stato più nelle mie corde: una raccolta di storie horror, che mi avrebbero permesso anche di sfogare un po' di malumore, ma poi successe un mezzo casino con la casa editrice e Pino diede forfait, e la cosa non si fece più. Peccato. Col tempo proposi a Pino anche un'intervista, che lui acconsentì a fare, ma che poi non abbiamo mai realizzato. E ci siamo persi di vista (più che altro di mail), e io, quantomeno, non ho voluto più disturbarlo.
Se dovessi trovare dei difetti in Pino, direi che probabilmente il tempo e alcuni avvenimenti lo hanno reso un po' paranoico (ma da che pulpito... a me hanno reso depresso). La sua paranoia lo ha portato a vedere complotti nei suoi confronti anche dove magari non c'erano, ma ciò non toglie che Pino resterà secondo me uno dei capisaldi del fumetto, un grande disegnatore e una bravissima persona, disponibilissima (non necessariamente in quest'ordine).

Grazie, Pino.

... Oddio, riflettendoci, le ultime parti che ho scritto, sembrano quelle di un elogio funebre... guardate che è ancora VIVO E VEGETO!!!

5 commenti:

  1. Dovresti fargli leggere questo post...che ne dici?
    Pino lo seguo su fb ed è un grande autore.
    Prima o poi dovrei riprendere in mano il fumetto, mi hai fatto venir voglia di disegnare qualche tavola. .
    Ora mi vado a leggere il diverbio tra lui e la Bonelli, sono troppo curiosa!

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    1. Credo che questo post gli arriverà comunque sotto gli occhi, Maria, le notizie girano. :)
      Inoltre mi fa piacere che ti abbia fatto venire voglia di disegnare, almeno il post è servito a qualcosa (e oggi, far venire le voglie a una donna, è cosa dura!!! XD).
      Letto il diverbio? Che ne pensi?

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    2. *(e oggi, far venire le voglie a una donna, è cosa dura!!! XD)* è proprio vero!! ^_^
      Cmq..
      Ho letto certo il post di Pino e ci sono rimasta dimmerda (si può dire?)!!!
      Pensare che io lo conosco soprattutto per NN, cioè. ..lui è NN!!
      In realtà non ho capito alla fine che c'entra Castellini ma è chiaro che non si è comportato bene neanche lui con Pino. Pure parenti!

      Sto facendo una tela più fumettosa, poi la vedrai (in realtà ora sono dal medico, ma è meglio se mi immagini a disegnare ^_^).

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    3. Sì, anche io ho avuto la stessa sensazione, quando ho letto il post, a suo tempo. Da quanto ho capito, Castellini centrava a metà, nel senso che alla Bonelli puntavano più su di lui, che su Pino (anche se poi hanno dato il ben servito pure a Claudio), e questo gli dava un po' fastidio.
      Non vedo l'ora di visionare la tela :), mi piacerebbe vederti cimentare col fumetto più spesso!
      Anche se sei dal medico (mi raccomando, curati), t'immagino mentre disegni! :D

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    4. Comunque sono contenta del tuo rapporto con Pino.
      Forse, se fossi stata seguita dopo la Scuola Comics, avrei fatto scelte diverse.
      Ho comunque rimediato col tempo e non mi lamento! :-D
      In bocca al lupo a te e a Pino!!!! (Spero che ci legga!)

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