mercoledì 11 novembre 2015

Film che consiglio - Speciale Spaghetti Western

Ordunque, rieccoci all'ennesimo speciale della nostra bella rubrica. Stavolta affronterò i classici del western all'italiana, detti volgarmente "Spaghetti Western". Eviterò di citarvi i soliti, tipo la filmografia di Sergio Leone, che ormai tutti dovrebbero aver visto e stravisto, ed eviterò pure Django che, grazie al film di Tarantino, ormai conoscono tutti... pensate che una volta, quando chiedevo: "Conoscete Django?", la gente pensava che mi riferissi ad un transessuale cubano...

Vamos a matar compañeros



Un piccolo cult diretto da Corbucci (il regista del già citato Django). Io lo guardavo sempre da piccolo, dato che lo proiettavano in continuazione, anche un paio di volte a settimana, su Italia 7 (un canale che ormai non esiste più). La storia in breve: Durante la rivoluzione messicana, s'intrecciano le vite di due gueriglieri, ovvero il rivoluzionario messicano "El Vasco" (Tomas MIlian), e il mercenario svedese Yodalf Peterson (Franco Nero), entrambi agli ordini del generale Mongo, i quali vengono spediti in missione per recuperare il professor Xantos e impossessarsi della combinazione per aprire così la sua cassaforte "colma" di ricchezze. Durante il viaggio, i due, ne passeranno di cotte e di crude, accompagnati dalla bella colonna sonora di Morricone (per me indimenticabile). Il personaggio di Milian è simpaticissimo (mantiene quasi tutto il film sulle sue spalle), e la regia di Corbucci funziona a dovere. Quindi, se non l'avete mai visto, recuperatelo. 
Prima di passare al prossimo, ho un piccolo appello da fare: posso chiedere alla Cecchi Gori di distribuire un'edizione DVD migliore (questa volta davvero con audio e video restaurati), e di correggere, per favore, l'eclatante errore che si trova sul supporto?


Ma davvero? Cioè, sul serio? E lo dico con tutto il rispetto per Lenzi...
      

Faccia a faccia



Il film di Sergio Sollima (padre di Stefano, regista di Suburra, Gomorra, A.C.A.B. e compagnia bella) presenta un intreccio piuttosto atipico e psicologico, ed evidenzia quanto l'uomo, anche apparentemente il più pacifico e pacato, nasconda in sé un distruttivo lato oscuro. In questo caso, l'uomo pacato è un mite professore interpretato dal sempre grande Gian Maria Volontè che, rapito dal violento bandito Solomon Bennet (ancora Milian), ne rimarrà talmente affascinato da tramutarsi a sua volta in un uomo malvagio e fanatico, divenendo ancor più spietato del suo "mentore"; allo stesso modo, Milian si lascerà "ammorbidire" dagli iniziali modi gentili del professore. La pellicola mostra insomma uno scambio delle parti, in cui il buono diventa cattivo e viceversa: questa situazione, come si evince, porterà allo scontro inevitabile le due personalità, specchio riflesso della nostra società, in cui e praticamente impossibile distinguere il bene dal male, uno parte integrante dell'altro. Un vero capolavoro che dovreste recuperare.  

I giorni dell'ira




Come la vita c'insegna, talvolta mentore e allievo vengono messi l'uno di fronte all'altro, spinti da motivazioni e ideologie diverse. Il film di Tonino Valerii racconta proprio questo: Giuliano Gemma interpreta un giovane garzone di nome Scott Mary, evitato e preso in giro da tutti. In città, però, arriva uno straniero (il grande Lee Van Cleef) che lo prenderà sotto la sua ala, insegnandogli a sparare e impartendogli 10 lezioni che accompagneranno lo spettatore per tutta la durata del film. Troppo tardi Mary si renderà conto di essersi affidato ad un uomo spietato e senza scrupoli: pur di fermare il suo maestro, il ragazzo sarà costretto a scontrarsi con lui in un duello all'ultimo sangue. Molti riconosceranno la colonna sonora di Riz Ortolani, che è stata inserita da Tarantino nel suo Django.  

I quattro dell'apocalisse




Lucio Fulci, in seguito noto per i suoi horror, confeziona un western crudo e disturbante, evidenziando situazioni surreali e paradossali. I protagonisti sono quattro disadattati (capeggiati dal baro Stubby, interpretato da Fabio Testi), in viaggio verso la libertà, dopo che la città in cui erano stati arrestati viene messa a ferro e a fuoco con il beneplacito dello sceriffo (sue le parole di voler epurare l'intera cittadina). Durante il viaggio accolgono nel loro gruppo un uomo che racconta di essere stato derubato. L'uomo, Chaco (di nuovo Milian), si rivelerà un feroce assassino (un vero e proprio serial killer) che li umilierà e torturerà prima di lasciarli in balia del deserto. A Stubby, non resterà che una sola cosa da fare: trovare Chaco e chiudere il cerchio. Fulci non si smentisce affatto, contaminando il western con l'horror, intingendolo di venature oniriche e crepuscolari. Il film risulta piuttosto originale, e gli appassionati non possono lasciarselo sfuggire. Da recuperare.

E sul film di Fulci io mi commiato. Alla prossima! ;)

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