venerdì 23 ottobre 2015

Fumetti che consiglio 5

Bentornati ai nostri consigli a fumetti. Prima di cominciare vi rimando agli arretrati quiquiqui e qui

Necropolis (Dylan Dog)


Questo albo di Dylan Dog, scritto da Paola Barbato (che secondo me sarebbe stata una curatrice migliore, piuttosto che il Recchioni), vede il protagonista essere catturato, a causa di un presunto scambio di persona, ed essere buttato all'interno di un istituto di rieducazione criminale (chiamato "Necropolis"), in cui i detenuti possono solo chiamarsi per numero, senza sfiorarsi nemmeno con un dito. Ad ogni modo, i detenuti, tramite il loro comportamento, possono scalare una sorta di gerarchia e avere accesso così a comfort sempre maggiori (persino un lavoro), senza doversi preoccupare di nulla. Si può quasi essere felici a Necropolis,.. ma Dylan se ne starà buono e zitto? E se si trovasse nel bel mezzo di una macchinazione molto più grande di quella che lui crede? Leggetelo e lo scoprirete, perché vale la pena di spendere un po' del proprio tempo su questo piccolo capolavoro!

Violence Jack

Un devastante terremoto ha sconvolto il Kanto, isolando la regione dal resto del mondo: in queste terre, lasciate dal governo in balia di sé stesse e ormai brutalizzate dalla violenza dei sopravvissuti, si aggira Violence Jack, un misterioso gigante dai denti acuminati armato di un gigantesco pugnale, il jackknife.
Jack si rivela parte integrante della violenza che lo circonda, e schiaccia chiunque osi mettersi sulla sua strada. Ma chi è davvero? E cosa sta cercando?
La particolarità del manga è che, benché ricordi alla lontana le atmosfere di Kenshiro, il tutto è reso in maniera credibile e non c'è stato alcun disastro nucleare: infatti è la natura che si è abbattuta sul Kanto, devastando ogni cosa; nel resto del mondo le persone vivono normalmente le loro esistenze, mentre i politici decidono di scordarsi definitivamente di fornire supporto e assistenza ad una regione che ne avrebbe bisogno, quasi a nascondere una macchia infamante della società urbana, ormai sconquassata da stupri, saccheggi e omicidi. Go Nagai realizza con questa serie una sottile satira sociale, esternata anche dalla violenza del protagonista, che si rifiuta di pagare il conto in un bar malfamato gestito da yakuza, perché "senza un governo, il denaro non ha più valore, e in un mondo così, l'unica moneta di scambio è la violenza".
Per gli appassionati segnalo anche una serie di tre violentissimi OAV, ormai fuori commercio, in cui Jack è doppiato dal nostro Francesco "René Ferretti" Pannofino.

V for Vendetta

Alan Moore è sempre stato avanti, c'è poco da fare, e come critica al governo della Tatcher, realizza "V for Vendetta". La storia è ambientata in una realtà alternativa, che vede l'Inghilterra essere governata in maniera violenta e distopica. V è un terrorista anarchico deciso a minare dalle fondamenta questa crudele realtà e va in giro con il volto coperto da una maschera che riproduce le fattezze di Guy Fawkes, un cospiratore che cercò di far esplodere la camera dei lord il 5 novembre 1605. Al lettore non è data la possibilità di vedere il  volto di V, che non viene mai mostrato se non in una sola occasione (e anche in quel caso il viso è disegnato in penombra). Così, lo stesso V diventa un simbolo, quello della ribellione contro i tiranni, in quanto non è l'uomo che c'è dietro la maschera ad essere importante, quanto l'idea che la sostiene, e le idee sono a prova di proiettile. Molti di voi potrebbero solo aver visionato il film di qualche anno fa, che snatura un po' alcuni concetti dell'opera originale (in quanto nella pellicola V è sfigurato, ma nel fumetto non lo è), quindi recuperate assolutamente questo capolavoro, ormai leggendario, che ha ispirato anche numerosi gruppi di attivisti (gli anonymous, per dirne uno).  

Succubi

Direttamente dalla Francia è finalmente sbarcato in Italia "Succubi", una serie di albi, composti da più storie, che vedono protagonista una setta, quelle delle succubi, influenzare le sorti dell'umanità da dietro le quinte, cercando anche di rivalutare la figura femminile. L'impostazione narrativa, che ricorda un po' quella di Assassin's Creed, permette una certa libertà creativa, riducendo così l'effetto noia (sia del lettore che dello sceneggiatore), dato che vengono mostrati diversi periodi storici e diversi protagonisti. Ad ogni modo il tutto è scritto davvero bene, e tra i disegnatori si annoverano diversi talenti italiani. La colorazione è davvero fantastica e valorizza i disegni (in taluni casi addirittura li migliora). Insomma da provare, soprattutto se vi piace la storia.


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