mercoledì 25 marzo 2015

Film che consiglio 8

Prima di passare ai soliti consigli filmici, volevo dirvi che prossimamente vi coinvolgerò in un piccolo sondaggio, a cui, spero, vogliate partecipare in tanti con consigli (e anche con entusiasmo).

E ora via ai consigli, gli arretrati qui e qui

Blade Runner


Sono sicuro che quasi ognuno di voi abbia sentito parlare nella propria vitaccia di Blade Runner, ma sono altrettanto sicuro che almeno la metà di voi non l'abbia mai visto. Male... molto male.
Blade Runner è quel genere di film che ha cambiato il modo di fare fantascienza, e non solo a livello concettuale, ma anche a livello visivo: "Akira", "Matrix", "Ghost in the shell", "Dark City", "Il Corvo", sono tutti figli di Blade Runner, dato che presentano similmente un'ambientazione cupa e distopica (tant'è che nel tempo l'espressione "ambientazione alla Blade Runner", è divenuta di uso comune tra gli addetti ai lavori e non, per sottolineare quel tipo di messa in scena).
Anche l'italianissimo bonellide "Nathan Never" ha radici nel famoso film di Ridley Scott (in quanto le strade e i vestiti, compreso quello di Nathan, ne sono palesemente ispirati).
Tratto dal romanzo di Philip K. Dick ("Ma gli androidi sognano pecore elettriche?"), il film ne prende subito le distanze presentando una "cyberpunkissima" Los Angeles del futuro, tetra, sudicia e perennemente battuta dalla pioggia, dove seguiamo le gesta di Rick Deckard, poliziotto facente parte di un corpo speciale chiamato Blade Runner, dedito al ritiro di androidi fuorilegge (qui denominati "Replicanti"). Per "ritiro", ovviamente s'intende l'uccisione, dato che i replicanti pescati a violare la legge vengono terminati sul posto; 6 di questi sono fuggiti dalla colonia sulla quale lavoravano e sbarcano sulla terra (anche se "apparentemente" ne sono giunti sani e salvi solo 4) con l'intenzione di cercare il loro creatore e chiedergli di prolungare la loro vita artificiale, dato che la durata di un replicante è di soli quattro anni. Ovviamente Deckard viene incaricato di trovarli e "ritirarli" dalle strade.
Di questo film esistono svariate versioni, dato che all'epoca della sua uscita, il regista non poté ottenere il cut finale, in quanto i produttori avevano ritenuto la storia troppo poco commerciale.
La versione del 1982 (di cui esistono due tagli: uno edulcorato dalle sequenze più violente, e l'altro integrale), presenta il montaggio voluto dai produttori, che costrinsero Ford a recitare battute fuori campo per introdurre la storia allo spettatore, e trasformandolo in una sorta di Marlowe del futuro. Questa versione ovviamente regala un finale prettamente hollywoodiano, con l'eroe che, dopo averne viste di cotte e di crude, finalmente se la spassa con la ragazza.
Poi abbiamo la versione director's cut voluta dal regista Ridley Scott: anche questa ne conta due, quella dei primi anni novanta (che io acquistai addirittura in cassetta) e quella riveduta e corretta del 2007 chiamata appunto "Final Cut" (che ora ho in BD), che presenta qualche sequenza rielaborata tramite la CGI, ma nulla di così invasivo come gli "Star Wars" di Lucas. Rispetto alla versione cinematografica, Scott ripristina, per quel che può, il montaggio originale (inserendo l'onirica visione dell'unicorno), ed elimina la voce narrante di Deckard, insieme al finale commerciale. Devo ammettere che a suo tempo, quando la vidi per la prima volta, questa versione non mi piacque molto, ma perché non riuscii a capirla; non avevo compreso dove Scott volesse andare a parare, mi sembrava un film incompleto (fresco anche della versione dei produttori, che comunque apprezzo ancora oggi). In effetti la versione cinematografica è molto più lineare e meno complessa della director's cut (che senza la voce fuori campo di Ford, è anche più taciturna), e questo mi ha creato non pochi problemi nella comprensione dell'opera come voluta da Scott. Col tempo mi sono documentato, ho letto e guardato interviste e ci ho ragionato sopra e ho quindi potuto rivedere il cut del regista (che rielabora persino la figura da protagonista di Ford, mettendola sotto un'altra luce) con altri occhi: mi sono trovato davanti ad un fottuto capolavoro, che niente ha che spartire con la versione cinematografica, che gli è nettamente inferiore. Se non l'avete visto, non posso spoilerarvi nulla, quindi guardatevi entrambe le versioni e decidete quale vi delizia di più.

Edge of tomorrow


Sapendo che il film con Tom Cruise era ispirato ad un light novel giapponese (da cui ne è stato tratto anche un manga), non ci avrei scommesso sopra quattro soldi, visto quanto gli americani siano sempre soliti stravolgere il soggetto originale. Mi sbagliavo, Edge of tomorrow è un filmone, (non un capolavoro, intendiamoci), scritto e girato dannatamente bene, e non annoia nemmeno un attimo. Tom Cruise interpreta William Cage, un ufficiale dell'esercito che viene degradato e mandato in guerra contro una razza aliena che ha attaccato la terra; Cage, che non ha alcuna esperienza combattiva reale, tira immediatamente le cuoia (anche in modo abbastanza goffo), facendosi esplodere insieme ad un alieno... incomprensibilmente si risveglia il giorno prima della battaglia; stranito, si renderà ben presto conto di poter sfruttare questa capacità a suo piacimento, visto che ad ogni morte lui impara qualcosa sul nemico e su sé stesso: ciò lo renderà sempre più un soldato migliore e gli permetterà di sopravvivere sempre più a lungo.
Ora, io credo che un bravo regista non sia quello che necessariamente ti faccia la bella inquadratura (che ormai sono bravi tutti a farla), ma quello che il film sa montartelo, dandogli una sua coerenza narrativa (neanche il "grande" Nolan, sa montarli proprio bene i suoi film, e con questo mi troveranno d'accordo penso tutti i suoi fan)... ecco "Edge of tomorrow", è quello che io definirei un "film di montaggio", cosa dovuta anche alla peculiare abilità del protagonista, che quando ucciso dà vita anche a sequenze esilaranti, dove vediamo per esempio Tom Cruise essere travolto da un camion, e subito dopo rivedere la stessa scena, ma con l'eccezione che stavolta l'impatto con il suddetto camion venga evitato. Quindi il film funziona, e se non l'avete mai visto, dategli almeno una possibilità

Highlander


Vivono tra noi, nascosti dall'alba dei tempi: sono immortali e destinati a combattersi finché non ne rimarrà soltanto uno. Il grande classico della cinematografia mondiale (di cui, oddio, vogliono farne un remake, fermateli!), che non può mancare nella collezione di un cinefilo. Musiche dei Queen (le mitiche "Princes of the Universe" e "Who wants to live forever"), personaggi memorabili (come il ferocissimo Kurgan), inquadrature all'avanguardia, coreografie dei combattimenti spettacolari ed effetti speciali più che dignitosi (considerando anche l'epoca in cui è stato realizzato). Su, fatevi un favore e recuperatelo.

Crying Freeman


Questo film di Christophe Gans è basato sul famoso manga di Kazuo Koike e Ryoichi Ikegami. Devo dire che è decisamente fedele all'opera originale (di cui, però, ne racconta solo una parte) e, considerando Gans un buon regista (e anche un grande esteta dell'immagine), anche ben diretto. Yo Hinomura (Mark Dacascos) è un ceramista dalla doppia vita: infatti, a causa di un condizionamento mentale, è costretto a sottostare agli ordini di una potente organizzazione criminale cinese (chiamata "I figli dei draghi"), che lo utilizza come spietato e micidiale assassino... ogni volta che Yo adempie al suo incarico, libero dal condizionamento, versa delle lacrime per coloro che ha ucciso. Destino vuole, però, che un giorno incontri  Emu, una donna che cambierà la sua vita, e lo aiuterà a liberarsi dalla sua maledizione. Gans è riuscito ad equilibrare azione e romanticismo, riuscendo così a tirare fuori un buon film nemmeno troppo melenso, ma dall'indubbio fascino visivo, con coreografie dei combattimenti molto riusciti e anche fedeli al fumetto (per lo più eseguiti dallo stesso Dacascos).

Dead Man


A dispetto della locandina, Dead Man non è un film d'azione, quindi non aspettatevi una roba tipo "Il Corvo". Interamente girato in B/N, il film di Jim Jarmusch è una sorta di parabola sulla morte, o meglio sull'ultimo viaggio che tutti dobbiamo affrontare e che, paradossalmente, è l'unica cosa che davvero ci lega gli uni agli altri. Il protagonista interpretato da Depp (chiamato William Blake, come il poeta) è un contabile che, ferito a morte dal fidanzato di una donna con cui è appena stato, si rifugia nella foresta, dopo aver ucciso il suo assalitore. Qui, un indiano chiamato "Nessuno", cercherà di guidarlo e prepararlo per il viaggio che lo attende, perché, come più volte ha specificato, "William Blake è già morto". Peccato, però, che sulle tracce di Blake, si siano fiondati anche dei pericolosi bounty killers. La pellicola è ricca di simbolismi, e in alcuni punti forse eccessivamente lenta, ma è accompagnata da atmosfere oniriche ed inquietanti, piena di personaggi bizzarri. Se lo guardate con interesse, lasciandovi anche guidare dalla poesia che permea la narrazione, alla fine vi sentirete forse straniti, ma anche più "nuovi".

The hitcher - La lunga strada della paura




Se di tanto in tanto Michael Bay si facesse i cazzi suoi, non dico che il mondo sarebbe un posto migliore, ma sicuramente farebbe felice gente come me (e guardate che io un paio dei suoi film, intendo da lui diretti, li trovo anche divertenti). E invece no, ha dovuto prendere un cult degli anni 80, e produrne un remake piatto e stupido, che non ha un briciolo del fascino dell'originale... ma dopotutto, Sean Bean, per quanto bravo, non avrebbe potuto certo competere col sempre inquietante e tenebroso Rutger Hauer.
Quindi, se volete avvicinarvi a "The Hitcher", lasciate stare assolutamente il remake, e fiondatevi direttamente su questo.
La trama in breve: Jim Halsey è un giovane che deve consegnare un'auto da Chicago a San Diego. Sulla strada, in una notte piovosa e spettrale, decide di dare un passaggio ad un autostoppista (Hauer). Lo fa per sentirsi meno solo durante il viaggio, per farsi una chiacchierata, e sulle prime il tizio preso a bordo sembra anche amichevole... ma ben presto si rivela un pericoloso schizzato, uno spietato serial killer psicopatico. L'uomo, che dice di chiamarsi John Ryder, comincerà col ragazzo un ossessionante gioco di morte, nel quale il maniaco suggerisce un legame tra la sua natura oscura e quella del giovane, come se tra carnefice e vittima ci sia sempre un tacito accordo emotivo. Un capolavoro! Guardatelo!  

8 commenti:

  1. Proprio in questo periodo mi sono rivisto Blade Runner (Coff coff... ho disegnato 2 vignette al riguardo del film...coff coff!) e per me rimarrà sempre uno dei miei film preferiti!
    Ammetto che ci rimasi male quando ho saputo che ne esisteva così tante versioni del film, anche perché lo vidi la prima volta su LA7 e non sapevo quale versione avevo visto (poi scoprii che era la versione "internazionale"). Ho comprato il DVD Final Cut e sono riuscito a recuperare quella cinematografica.
    In qualsiasi versione, per me rimane un vero CAPOLAVORO.

    PS: Cosa ne pensi dell'imminente sequel?
    (Il mio IO di dentro si è suicidato alla notizia...)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io la prima volta lo vidi per televisione... ma quando lo vidi io, non c'era ancora La7! XD
      Per quanto riguarda l'imminente seguito, spero che si fermino in tempo... anche se ne uscisse qualcosa di buono! Blade Runner è un qualcosa di irripetibile! Per Blade Runner sono venuti a concatenarsi tutta una serie di fattori, di eventi, e anche di tanti talenti (non solo il regista, ma anche lo scenografo, il direttore della fotografia, il musicista Vangelis!), che si sono ritrovati lì, anche per caso, ma che sono riusciti a creare un qualcosa che prima di allora, cinematograficamente, mantenendo intatta la sua freschezza anche negli anni a venire, donandogli un'aura quasi mitica e da cui tutti hanno attinto... il seguito, per quanto possa essere ben fatto (e spero che lo sia), non potrà mai avercela, perché è un film di "circostanza", che non avrebbe motivo di esistere, perché non c'è nient'altro da aggiungere all'arco narrativo.

      Elimina
    2. È proprio quello che avevo pensato. Non tanto il fatto che si faccia un sequel (che per me, attualmente la vedo come una cosa negativa, salvo eccezioni), ma proprio perché sarebbe totalmente inutile anche solo al livello di trama.
      Credo che se lo faranno un giorno me lo vedrò, ma per vederlo dovrò scomodare tanti santi, sperando che sia un film "godibile" e degno di quel nome!

      Elimina
    3. Scusa, Matteo, preso dalla foga, mi sono mangiato alcune parole... intendevo dire che "chi ci ha lavorato, aveva creato qualcosa che cinematograficamente prima di allora, non c'era!". Però il senso del mio discorso fortunatamente ti è arrivato. :)

      Elimina
    4. Non ti preoccupare Gianluca! Avevo capito cosa intendevi dire e sono assolutamente d'accordo con te!

      Elimina
  2. Quindi quale dovrei guardarmi? :-) Il film che trasmettono in tv ad esempio, è la versione che generalmente si conosce? Grazie..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per approcciarti a Blade Runner, io ti direi di provare prima con la versione cinematografica, ovvero quella voluta dai produttori (che porta solo il titolo del film), perché è più lineare e semplice da seguire, anche se poi si riduce ad una normale "detective story". La versione del regista (e te ne accorgi, perché troverai sempre vicino la dicitura "director's cut", e quella più nuova, "Final Cut"), la terrei per una seconda visione, perché è leggermente più complicata e ci sono parecchie cose che sfuggono se non ci presti la dovuta attenzione.
      Pensandoci, devo dire che è da una vita che non vedo più "Blade Runner" in televisione (intendo proprio tanto, un bel po' di anni!)... la tele trasmetteva ad intermittenza sia la versione cinematografica, che quella del regista. Chissà se mai lo riproporranno...

      Elimina