E basandosi su questa storia (e sullo scritto di Hersh) che il regista Paolo Bertola (che non conoscevo prima di questa pellicola) decide di trarne un film sul Vietnam tutto italiano: My Lai four.
Per quanto sia lodevole lo sforzo di Bertola, purtroppo un evento di tale portata avrebbe meritato una trasposizione migliore. Al di là del budget ridotto (gli elicotteri, il fumo, tutto è realizzato con una CGI non proprio all'altezza), il film si distingue anche per una serie di dialoghi banali e ridicoli, coadiuvati da situazioni paradossali e personaggi stereotipati al massimo: il forzuto mitragliere sboccato, il capitano sociopatico, il soldato timido che non vuol far del male a nessuno, e c'è anche il "negro". Le recitazioni degli attori che interpretano i soldati americani sono sempre fin troppo sopra le righe e poco aderenti al contesto in taluni casi, e solo il doppiaggio salva capra e cavoli (riconoscerete le voci di professionisti come Riccardo Rossi, Roberto Chevalier, Sandro Acerbo, Angelo Nicotra). Sono invece bravissimi gli interpreti dei vietnamiti.
Purtroppo è stata un'occasione mancata, una cartuccia sparata a salve; quanto meno il film ha il merito di aver dato un po' più di visibilità a questa sporca faccenda.
Magari qualche youtuber mattacchione dedito alle recensioni, potrebbe approfondire il discorso meglio di me se ha visto il film.
Si spera che Oliver Stone faccia di meglio, dato che anche lui è intenzionato a trattare questi eventi in una pellicola di prossima produzione.
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