Oh, bentornati! Qui nel napoletano comincia finalmente a far caldo... forse troppo caldo... da voi, invece, come va? Comunque sia, per combattere la calura, niente di meglio di un bel film (almeno si spera), quindi diamo il via ai nostri consigli filmici di questo mese!
I tre volti della paura (Mario Bava - 1963)
"I tre volti della paura" è la pellicola che mi ha fatto innamorare del cinema del grande Marione Bava: si tratta di un film visivamente potente che, nella rappresentazione delle tre lugubri storie che fanno da titolo, non si rivela mai scontato, né banale. La più ambigua è proprio la prima, dato che accenna ad una relazione omosessuale tra due donne, con tanto di terzo incomodo; la seconda storia, con Boris Karloff, racconta di un uomo che torna "cambiato", dalla sua famiglia, dopo aver dato la caccia ad un vampiro, mentre la terza, la più inquietante, mostra una badante perseguitata dallo spettro di una sua defunta e anziana assistita, a seguito del furto di un anello.
All'estero, il film, è conosciuto come "Black Sabbath"... ebbene sì, il famoso gruppo metal capitanato all'epoca da Ozzy Osbourne, prese il nome dal titolo anglosassone della pellicola, dopo averne visto un manifesto per strada! Comunque sia, se non conoscete il cinema di Bava (regista apprezzato praticamente da tutti i più importanti cineasti, in primis Tim Burton), questo film è un ottimo inizio: non ve ne pentirete.
Ipcress (Sidney J. Furye - 1965)
Sir Michael Caine interpreta Harry Palmer (curiosamente il doppiatore italiano di Caine, in questo film, si chiamava Renzo Palmer...), un agente segreto britannico, con l'incarico d'indagare sulla scomparsa di uno scienziato, rapito e ipnotizzato con una nuova tecnica denominata "Ipcress". Si tratta di una pellicola piuttosto all'avanguardia, con una fotografia magnifica e curata, che quasi ricorda i film del già citato Mario Bava; inoltre, ciò che contraddistingue il protagonista è il suo essere "umano", piuttosto che "super-umano", a differenza del ben più noto James Bond/007: non troverete nemici pittoreschi o situazioni paradossali, qui tutto è all'insegna del realismo. Se vi piace lo spionaggio puro, di quelli veri e duri, allora recuperatelo!
Je t'aime moi non plus (Serge Gainsbourg - 1976)
Krassky e Patrice (Padovan in originale) sono una coppia di amanti gay che, per sbarcare il lunario, fanno avanti e indietro lavorando come camionisti. Un giorno giungono in uno sperduto locale nel deserto. Lì lavora Johnny, una ragazza dall'aspetto androgino, e da cui Krassky si sente subito attratto. Krassky e Johnny intrecciano così una singolare relazione sessuale: per poter avere una rapporto completo con la ragazza, il camionista è "costretto" a sodomizzarla. La relazione si spinge ben presto oltre il lato fisico, marcando pericolosi territori sentimentali e scatenando così le ire di Patrice.
Il titolo del film è ovviamente un riferimento alla nota e scandalosa (almeno per l'epoca) canzone scritta e cantata dagli stessi Gainsbourg e Birkin (ai tempi compagna del regista). La ricordate? Descriveva in maniera esplicita un atto sessuale tra un uomo e una donna, con tanto di mugolii e sospiri. Nella pellicola, però, la canzone è presente nella sola versione strumentale.
The Killer (John Woo - 1989)
Jeffrey è un abilissimo killer che lavora esclusivamente su commissione. Durante l'ultima missione ferisce accidentalmente una cantante, di cui però s'invaghisce: deciderà così di continuare a lavorare, pur di pagarle la costosa operazione che le ridarà la vista. Tradito dai suoi committenti, sarà costretto alla fuga insieme alla sua amata, Sulle sue tracce, però, si fionda anche un testardo ispettore di polizia, con cui instaurerà un'amicizia virile al di là dei loro ruoli. La pellicola, nonostante spettacolari sequenze d'azione, è in realtà piuttosto complessa nella costruzione della storia, presentando via via che prosegue toni quasi shakespeariani, che trovano il loro climax proprio nel finale piuttosto amaro (ma non ve lo dirò, tranquilli). Si tratta probabilmente di uno dei film più romantici e malinconici mai diretti da John Woo, in grandissima forma, che non risparmia nemmeno qui le sue classiche sequenze ormai marchio di fabbrica, come le colombe che si stagliano in volo, e i personaggi che si parlano puntandosi in faccia le pistole.
Under the Skin (Jonathan Glazer - 2013)
Se Stanley Kubrick fosse ancora vivo, sarebbe sicuramente orgoglioso di questo film, anche perché se l'avesse girato lui, probabilmente l'avrebbe fatto nello stesso identico modo! Guardando "Under the Skin", è infatti proprio questa la sensazione che ho provato: mi sembrava di guardare Kubrick, di poter riconoscere quasi i suoi tempi narrativi e le sue ossessioni (ovviamente il grande Stanley vantava una regia molto più precisa e maniacale). La trama è piuttosto semplice, sebbene abbia tanti ed interessanti risvolti onirici e sociali: un'aliena (la conturbante Scarlett Johansson) arriva sulla terra assumendo sembianze umane; il suo scopo è sedurre uomini da far annegare in un abisso oscuro (letteralmente! Non posso spiegarvelo meglio di così, perché non saprei come fare). Ben presto, però, alcuni avvenimenti la condurranno a cercare la propria umanità, assaggiando cibo umano e sperimentando la propria sessualità.
Il film, sebbene non abbia incassato un granché, è salito agli onori della cronaca per le scene di nudo integrale che hanno per protagonista la Johansson, che qui si mostra generosamente in tutto il suo splendore. On ogni caso, se siete amanti della fantascienza d'autore, dovete assolutamente recuperarlo, sempre che non l'abbiate già visto: in tal caso... rivedetelo! :D
Vi saluto! Alla prossima!
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