Siccome la vita è breve e non si sa mai cosa può succedere, meglio portarsi avanti con il lavoro. Vi posto in anteprima alcune vignette della nuova storia! Spero di finirla presto!
Cosa ne pensate? ;)
mercoledì 28 maggio 2014
lunedì 26 maggio 2014
Street Fighter: Assassin's Fist
Mentre nei cinema impazzano film come Godzilla e l'ultimissimo X-Men del redivivo Bryan Singer, (che pare siano bellissimi... almeno così dicono, io ancora devo vederli!), il web decide di non stare a guardare, e sforna uno dei migliori adattamenti da un videogioco: la serie Street Fighter Assassin's Fist, visibile sul canale youtube di Machinima.
Questa serie di 12 episodi nasce dalla mente di Joey Ansah (famoso stuntman, che si è anche ritagliato la parte di Gouki), e Tom Cruise... no, scusate volevo dire Christian Howard (che interpreta Ken Masters)... Beh, comunque sono questi due.
Ansah e Cruise avevano già realizzato, anni fa, un corto intitolato Street: Fighter Legacy, con Jon Foo (il Jin Kazama di "Tekken"), nei panni di Ryu, e sempre Cruise come Ken. Vi posto il video, qualora non lo abbiate mai visto.
Il corto è rudimentale, e gli effetti digitali non sono riuscitissimi, ma c'è mestiere e rispetto verso il videogame targato Capcom, un lavoro che fa impallidire i più grandi adattamenti Hollywoodiani. Poco è stato il passo per arrivare poi alla serie Assassin's Fist, ricevendo anche il beneplacito dalla stessa Capcom. Jon Foo ha lasciato il posto a Mike Moh per il ruolo di Ryu.
La trama, senza spoilerare troppo, rispecchia il gioco originale e segue i primi passi di Ryu e Ken nell'apprendimento dell'Ansatsuken, la fittizia arte marziale che permette di padroneggiare l'Hado, sotto lo sguardo attento del loro maestro Gouken. Parallelamente, però, attraverso flashback, ci viene mostrata l'adolescenza dello stesso Gouken, e la rivalità con suo fratello Gouki, mentre si allenano nella medesima disciplina, attraverso la guida del sensei Goutetsu.
Gouki, dal temperamento sanguigno, abbraccerà ben presto la tecnica del Satsui No Hado, il così detto "intento omicida", che lo porterà ad annientare il suo maestro e a diventare la creatura demoniaca che tutti conoscono come Akuma!
Il nome Akuma viene solo utilizzato nelle versioni occidentali del gioco, ma qui, cercando di mediare tra le varie versioni, si è arrivati a trovare un equilibro narrativo senza snaturare i personaggi. Geniale!
La storia è davvero ben raccontata e nulla è lasciato al caso, lanciando anche ammiccamenti ai fan. In merito una chicca devo raccontarvela: mentre Ryu e Ken si allenano sulle rive di un lago, un vecchio pescatore, che assiste alla scena, decide d'intonare con il suo flauto una musica d'accompagnamento per lo scontro... e suona proprio il famosissimo "Ryu's Theme", al ché, lo stesso Ryu esclamerà: "E' perfetta!". Non so voi, ma a me son venute le lacrimucce agli occhi!
Nonostante il budget limitato, gli effetti speciali sono ben confezionati, e s'integrano alla perfezione con gli attori e le ambientazioni. Gli hadoken, le aure di energia, tutto insomma, viene reso in modo credibile, e mai sopra le righe. Fantastico!
Tra gli attori partecipanti, fa un cammeo anche Hal Yamanouchi, che forse conoscerete come voce italiana di Ken Watanabe. Mi fa davvero molto piacere questa produzione, perché, ci tengo a ribadirlo, con davvero poco, e con tanto rispetto per l'opera originale, si è arrivati a creare un prodotto ben confezionato, e sopratutto una fedelissima trasposizione, che non ha nulla a che vedere con i ridicoli film con Van Damme e Kristin Kreuk...
Proprio a voler trovare un pelo nell'uovo, potremmo parlare di Gouki, che nella sua gioventù è interpretato da un attore di chiare origini asiatiche, mentre dopo la sua trasformazione, seppur coperto da trucco, cambia completamente etnia, diventato appunto l'attore Ansah.
Ovviamente è poca cosa, vista la qualità eccelsa complessiva del prodotto.
Questo Street Fighter è un gran lavoro, e lascia la porta aperta per una seconda stagione. A tal proposito gli autori parlano di voler inserire anche Guile e Bison. Non vedo l'ora! E voi che aspettate? Chi non l'ha visto si precipiti immediatamente a visionare questo gioiellino!
Questa serie di 12 episodi nasce dalla mente di Joey Ansah (famoso stuntman, che si è anche ritagliato la parte di Gouki), e Tom Cruise... no, scusate volevo dire Christian Howard (che interpreta Ken Masters)... Beh, comunque sono questi due.
Eppure quello è proprio Tom Cruise! |
Il corto è rudimentale, e gli effetti digitali non sono riuscitissimi, ma c'è mestiere e rispetto verso il videogame targato Capcom, un lavoro che fa impallidire i più grandi adattamenti Hollywoodiani. Poco è stato il passo per arrivare poi alla serie Assassin's Fist, ricevendo anche il beneplacito dalla stessa Capcom. Jon Foo ha lasciato il posto a Mike Moh per il ruolo di Ryu.
La trama, senza spoilerare troppo, rispecchia il gioco originale e segue i primi passi di Ryu e Ken nell'apprendimento dell'Ansatsuken, la fittizia arte marziale che permette di padroneggiare l'Hado, sotto lo sguardo attento del loro maestro Gouken. Parallelamente, però, attraverso flashback, ci viene mostrata l'adolescenza dello stesso Gouken, e la rivalità con suo fratello Gouki, mentre si allenano nella medesima disciplina, attraverso la guida del sensei Goutetsu.
Gouki, dal temperamento sanguigno, abbraccerà ben presto la tecnica del Satsui No Hado, il così detto "intento omicida", che lo porterà ad annientare il suo maestro e a diventare la creatura demoniaca che tutti conoscono come Akuma!
Il nome Akuma viene solo utilizzato nelle versioni occidentali del gioco, ma qui, cercando di mediare tra le varie versioni, si è arrivati a trovare un equilibro narrativo senza snaturare i personaggi. Geniale!
La storia è davvero ben raccontata e nulla è lasciato al caso, lanciando anche ammiccamenti ai fan. In merito una chicca devo raccontarvela: mentre Ryu e Ken si allenano sulle rive di un lago, un vecchio pescatore, che assiste alla scena, decide d'intonare con il suo flauto una musica d'accompagnamento per lo scontro... e suona proprio il famosissimo "Ryu's Theme", al ché, lo stesso Ryu esclamerà: "E' perfetta!". Non so voi, ma a me son venute le lacrimucce agli occhi!
Nonostante il budget limitato, gli effetti speciali sono ben confezionati, e s'integrano alla perfezione con gli attori e le ambientazioni. Gli hadoken, le aure di energia, tutto insomma, viene reso in modo credibile, e mai sopra le righe. Fantastico!
Giusto per darvi un assaggio |
Proprio a voler trovare un pelo nell'uovo, potremmo parlare di Gouki, che nella sua gioventù è interpretato da un attore di chiare origini asiatiche, mentre dopo la sua trasformazione, seppur coperto da trucco, cambia completamente etnia, diventato appunto l'attore Ansah.
Gouki prima... |
Gouki dopo... |
Ovviamente è poca cosa, vista la qualità eccelsa complessiva del prodotto.
Questo Street Fighter è un gran lavoro, e lascia la porta aperta per una seconda stagione. A tal proposito gli autori parlano di voler inserire anche Guile e Bison. Non vedo l'ora! E voi che aspettate? Chi non l'ha visto si precipiti immediatamente a visionare questo gioiellino!
sabato 24 maggio 2014
Il lupo e il drago
Posto un raccontino che scrissi qualche anno fa, per esorcizzare un amore. Rileggendolo... beh, non so più cosa pensare se non ché ne scrivevo di stronzate (vabbeh, ma quelle, tutto sommato, le scrivo anche adesso). Intanto buona lettura.
La foresta era talmente fitta che i raggi del sole non erano in grado di penetrare la sua corazza fatta di rami e fogliame. Un lupo, solitario, passeggiava inquieto per i verdi sentieri; era in cerca di qualcosa, ma non sapeva esattamente cosa, in quanto non aveva fame, né sete e né sentiva il bisogno di lasciarsi andare alle sue attività corporali. In effetti non aveva bisogno di niente, ma sentiva come una mancanza che non veniva appagata. Mentre zompettava, immerso nei suoi pensieri, si accorse di aver smarrito la strada di casa. Non riconosceva quelle zone e gli odori acri (ma ugualmente piacevoli) che fiutava non l'aiutavano di certo; per di più la foresta aveva cominciato a cambiare, e il colore delle foglie, da verde, era diventato di un acceso blu. Fu allora che capì di essere entrato nel territorio dei draghi. Il suo branco evitava d'inoltrarsi fin lì, e anch'egli lo aveva sempre evitato, almeno fino ad ora; anzi, lui non aveva mai visto un drago, e non aveva la più pallida idea di come fossero fatte tali creature. Certo tutto quel camminare e rimuginare aveva stimolato la sua sete. Cominciò a fiutare l'aria, cercando in essa l'odore dell'acqua trasportato dal vento. Lo trovò immediatamente e rapido schizzò verso quel profumo fresco ed invitante. Il suo naso lo condusse ad un fiumiciattolo: l'acqua era talmente limpida da potercisi specchiare e la freschezza che emanava era in grado di penetrare nelle ossa di chiunque lì vi si trovasse. L'animale lambì leggermente la superficie cristallina del fiume. L'acqua aveva un sapore straordinariamente dolce e scendeva nel gargarozzo così bene che era un piacere berla. Non solo, il lupo si sentì rinvigorito: che quell'acqua avesse delle proprietà magiche? Tutto preso dall'eccitazione, però, non si accorse per tempo che sulla sponda opposta del fiume una strana creatura l'osservava. Il lupo sollevò il capo e osservò a sua volta quella creatura: l'essere più strano che avesse visto, come una grossa lucertola, dal colore rosso striato, con grandi ali di pipistrello sul dorso; eppure, nonostante l'imponente mole, si muoveva con fare leggiadro, e la fierezza traspariva dai suoi occhi color rame. Sì, era l'animale più bislacco che il lupo avesse mai visto... ma era, incredibilmente, anche il più bello: si trovava di fronte al suo primo drago. Quest'ultimo emanò un urlo stridulo e si librò alto nel cielo, scomparendo tra le nubi, nascondendosi alla vista del curioso intruso. Il lupo era rimasto folgorato da quella visione. Quando riuscì a trovare la strada di casa, e tornò dal suo branco, non raccontò loro dove era stato e cosa aveva visto. Quel pensiero fisso, quell'essere così bello, non riusciva a farlo cadere tra le braccia di Morfeo quella notte: doveva assolutamente tornarci e rivederlo. Il mattino seguente, di buon'ora si diresse ancora al fiumiciattolo dove aveva visto quella creatura. Aspettò, ma nulla accadde. Quando ormai calarono le tenebre, fu costretto a tornare alla sua tana.
Continuò a tornare in quel luogo per giorni. Aspettava pazientemente, e non gl'importava che piovesse o nevicasse: nulla lo avrebbe fermato. Il decimo giorno, però, qualcosa accadde. Il fruscio dell'erba lo distolse dai suoi pensieri; scattò in piedi e annusò l'aria: sì... riconosceva quell'odore, e sapeva che finalmente la sua pazienza era stata premiata. Il drago si fece avanti, spuntando dai cespugli che si trovavano sulla sponda opposta. Il grosso rettile sgranò gli occhi, di fronte all'inattesa presenza dell'intruso già noto. Fece comunque finta di niente e cominciò a lambire l'acqua del fiume. Quindi, dopo essersi dissetato, si preparò a spiccare il volo, ma l'ululato del lupo sulla riva opposta lo fece trasalire: «Aspetta un momento!», disse il canide, «Non andare, devo dirti una cosa!». Il drago si voltò verso l'animale, osservandolo in silenzio. Il lupo continuò: «Sei talmente bello, o drago, che credo di essermi innamorato di te!». Il drago sgranò gli occhi, rimanendo in un silenzioso stupore. «So che è strano», continuò il lupo, «Ma te lo volevo dire... provo per te un profondo affetto e ti rispetto, drago... sento che ho bisogno di te...». Il drago si schiarì la voce: «Non mi conosci neppure, piccolo lupo. Come puoi dire una cosa simile? E poi non vedi come siamo diversi?». «Non importa! Io non vedo la nostra diversità», disse il lupo, «Anzi, sento di conoscerti da sempre, e so per certo che i nostri spiriti sono affini! Sei tu che cercavo!». Il drago sorrise: «Sei pazzo, lupo!», disse, «Ora vattene, e non osare mai più farti rivedere qui, o ti mangerò in un sol boccone!». Dopo aver proferito queste parole il drago volò via. Il lupo non sembrò per niente intimorito. Andò via, e tornò il giorno seguente. Il drago comparve: «Lupo! Ti avevo detto di sparire! Vattene subito o ti divorerò!». L'animale ancorò le sue fiere zampe al terreno: «Non andrò via, drago! Dovrai divorarmi! E se lo farai, tanto meglio... vorrà dire che potrò stare con te per sempre!!!». Il drago balzò sulla riva opposta, si avvicinò al lupo e lo divorò immediatamente. Eppure, mentre lo masticava ferocemente, i suoi occhi si riempirono di lacrime: non capiva il motivo, ma gli sembrava di aver perso una parte di sé, una parte che probabilmente non avrebbe riavuto mai.
La foresta era talmente fitta che i raggi del sole non erano in grado di penetrare la sua corazza fatta di rami e fogliame. Un lupo, solitario, passeggiava inquieto per i verdi sentieri; era in cerca di qualcosa, ma non sapeva esattamente cosa, in quanto non aveva fame, né sete e né sentiva il bisogno di lasciarsi andare alle sue attività corporali. In effetti non aveva bisogno di niente, ma sentiva come una mancanza che non veniva appagata. Mentre zompettava, immerso nei suoi pensieri, si accorse di aver smarrito la strada di casa. Non riconosceva quelle zone e gli odori acri (ma ugualmente piacevoli) che fiutava non l'aiutavano di certo; per di più la foresta aveva cominciato a cambiare, e il colore delle foglie, da verde, era diventato di un acceso blu. Fu allora che capì di essere entrato nel territorio dei draghi. Il suo branco evitava d'inoltrarsi fin lì, e anch'egli lo aveva sempre evitato, almeno fino ad ora; anzi, lui non aveva mai visto un drago, e non aveva la più pallida idea di come fossero fatte tali creature. Certo tutto quel camminare e rimuginare aveva stimolato la sua sete. Cominciò a fiutare l'aria, cercando in essa l'odore dell'acqua trasportato dal vento. Lo trovò immediatamente e rapido schizzò verso quel profumo fresco ed invitante. Il suo naso lo condusse ad un fiumiciattolo: l'acqua era talmente limpida da potercisi specchiare e la freschezza che emanava era in grado di penetrare nelle ossa di chiunque lì vi si trovasse. L'animale lambì leggermente la superficie cristallina del fiume. L'acqua aveva un sapore straordinariamente dolce e scendeva nel gargarozzo così bene che era un piacere berla. Non solo, il lupo si sentì rinvigorito: che quell'acqua avesse delle proprietà magiche? Tutto preso dall'eccitazione, però, non si accorse per tempo che sulla sponda opposta del fiume una strana creatura l'osservava. Il lupo sollevò il capo e osservò a sua volta quella creatura: l'essere più strano che avesse visto, come una grossa lucertola, dal colore rosso striato, con grandi ali di pipistrello sul dorso; eppure, nonostante l'imponente mole, si muoveva con fare leggiadro, e la fierezza traspariva dai suoi occhi color rame. Sì, era l'animale più bislacco che il lupo avesse mai visto... ma era, incredibilmente, anche il più bello: si trovava di fronte al suo primo drago. Quest'ultimo emanò un urlo stridulo e si librò alto nel cielo, scomparendo tra le nubi, nascondendosi alla vista del curioso intruso. Il lupo era rimasto folgorato da quella visione. Quando riuscì a trovare la strada di casa, e tornò dal suo branco, non raccontò loro dove era stato e cosa aveva visto. Quel pensiero fisso, quell'essere così bello, non riusciva a farlo cadere tra le braccia di Morfeo quella notte: doveva assolutamente tornarci e rivederlo. Il mattino seguente, di buon'ora si diresse ancora al fiumiciattolo dove aveva visto quella creatura. Aspettò, ma nulla accadde. Quando ormai calarono le tenebre, fu costretto a tornare alla sua tana.
Continuò a tornare in quel luogo per giorni. Aspettava pazientemente, e non gl'importava che piovesse o nevicasse: nulla lo avrebbe fermato. Il decimo giorno, però, qualcosa accadde. Il fruscio dell'erba lo distolse dai suoi pensieri; scattò in piedi e annusò l'aria: sì... riconosceva quell'odore, e sapeva che finalmente la sua pazienza era stata premiata. Il drago si fece avanti, spuntando dai cespugli che si trovavano sulla sponda opposta. Il grosso rettile sgranò gli occhi, di fronte all'inattesa presenza dell'intruso già noto. Fece comunque finta di niente e cominciò a lambire l'acqua del fiume. Quindi, dopo essersi dissetato, si preparò a spiccare il volo, ma l'ululato del lupo sulla riva opposta lo fece trasalire: «Aspetta un momento!», disse il canide, «Non andare, devo dirti una cosa!». Il drago si voltò verso l'animale, osservandolo in silenzio. Il lupo continuò: «Sei talmente bello, o drago, che credo di essermi innamorato di te!». Il drago sgranò gli occhi, rimanendo in un silenzioso stupore. «So che è strano», continuò il lupo, «Ma te lo volevo dire... provo per te un profondo affetto e ti rispetto, drago... sento che ho bisogno di te...». Il drago si schiarì la voce: «Non mi conosci neppure, piccolo lupo. Come puoi dire una cosa simile? E poi non vedi come siamo diversi?». «Non importa! Io non vedo la nostra diversità», disse il lupo, «Anzi, sento di conoscerti da sempre, e so per certo che i nostri spiriti sono affini! Sei tu che cercavo!». Il drago sorrise: «Sei pazzo, lupo!», disse, «Ora vattene, e non osare mai più farti rivedere qui, o ti mangerò in un sol boccone!». Dopo aver proferito queste parole il drago volò via. Il lupo non sembrò per niente intimorito. Andò via, e tornò il giorno seguente. Il drago comparve: «Lupo! Ti avevo detto di sparire! Vattene subito o ti divorerò!». L'animale ancorò le sue fiere zampe al terreno: «Non andrò via, drago! Dovrai divorarmi! E se lo farai, tanto meglio... vorrà dire che potrò stare con te per sempre!!!». Il drago balzò sulla riva opposta, si avvicinò al lupo e lo divorò immediatamente. Eppure, mentre lo masticava ferocemente, i suoi occhi si riempirono di lacrime: non capiva il motivo, ma gli sembrava di aver perso una parte di sé, una parte che probabilmente non avrebbe riavuto mai.
martedì 20 maggio 2014
I Supereroi (mai) visti al cinema!
Quante versioni di film supereroistici non sono mai state prodotte? O meglio, quante erano ad un passo dalla produzione, e in realtà il loro destino ha coinciso in una rovinosa caduta nell'oblio? Vediamone insieme i più noti:
The Fantastic Four, il film del 1994
Una pellicola di Oley Sassone... prodotto, realizzato, e mai distribuito nelle sale, anzi... mai distribuito da nessuna parte! Una vera e propria operazione truffaldina ai danni dell'intera troupe, attori compresi. Il motivo della non distribuzione fu il seguente: siccome i diritti dei personaggi, in mano al noto Roger Corman, stavano scadendo, si doveva assolutamente realizzare qualcosa che somigliasse, anche lontanamente, ad un film. Ovviamente ne è venuto fuori un prodotto svogliato, con interpretazioni sciatte e sopra le righe, ed effetti speciali ridicoli... e non c'entra nulla che è del 94: qualche anno prima era uscito Terminator 2, film di ben altro spessore, e prima ancora i vari Star Wars... persino il timido uso della computer graphic, per rendere la torcia umana, non è nemmeno paragonabile alla grafica del super nintendo. Un pro, però, c'è: la realizzazione della cosa è estremamente fedele alla controparte cartacea.
Daredevil, la serie Tv
Siccome stanno preparando la serie TV del Diavolo Rosso, (si vocifera con Michael C. Hall protagonista), mi è tornato alla memoria che già negli anni 70 si cercò di adattare il personaggio in una serie televisiva, in coppia con Black Widow. L'idea venne ad Angie Bowie (ex-moglie di David), che avrebbe anche interpretato il personaggio della vedova nera. Ci fu uno scambio di lettere con la Marvel, e persino una prova costumi di entrambi i personaggi, ma non si arrivò mai ad un accordo... sarà forse stato proprio a causa dei costumi?
Forse non lo sanno tutti, ma il Diavolo Rosso, prima di approdare in quel filmaccio con Ben Affleck, apparve già in TV in un episodio dell'incredibile Hulk con Lou Ferrigno.
Superman Lives di Tim Burton
Allora, mettiamo insieme Kevin Smith, Tim Burton, Nicholas Cage, una buona sceneggiatura e avremo un film... destinato a naufragare. Dopo il fallimentare Superman IV, si decise di riavviare il franchise, e siccome la storia a fumetti intitolata "La morte di Superman", riscosse un grandissimo successo, i produttori optarono per utilizzarla come base per la sceneggiatura. Jonathan Lemkin fu incaricato di redigere uno script, e il progetto partì col titolo di Superman Reborn. La sceneggiatura, indirizzata più ad un pubblico giovane e alle famiglie (famiglie e giovani è un'accoppiata che ha proprio rotto il cazzo... anzi, hanno rotto il cazzo anche singolarmente), fu rifiutata, e Lemkin licenziato. Gli subentrò Gregory Poirer (quello dei Gattoni, uno dei film più stupidi e demenziali degli ultimi anni), che incredibilmente, scrisse una sceneggiatura che convinse i produttori... eppure anche lui venne messo da parte e Kevin Smith si fece avanti per rimaneggiare lo script, apportando sostanziali cambiamenti, e chiamandolo prima "The death of Super-man", e "Superman Lives" dopo. Kevin Smith, decise di attenersi di più al fumetto: la sceneggiatura questa volta vedeva un Superman che non sapeva volare, e che indossava una tuta nera, anziché blu e rossa... infatti, molta fedeltà... i nemici erano Braniac, Doomsday e Lex Luthor. Inoltre, Smith, manco fosse lui stesso il padrone della Warner, dichiarò con forza che voleva Ben Affleck come Clark Kent/Superman (curiosamente quest'ultimo ha interpretato Superman in "Hollywoodland"), Linda Fiorentino come Lois Lane, Jack Nicholson come Lex Luthor e Jason Lee nei panni di Braniac. Alla regia fu chiamato Tim Burton, che accettò volentieri ad una condizione: rettificare la sceneggiatura di Smith (meno male...), ingaggiando Wesley Strick. Strick, nel finale, fuse Luthor insieme a Brainiac, dando vita al "supermegavillain" chiamato Lexiac; Superman, poi, veniva resuscitato grazie al potere della "K", una forza naturale rappresentante lo spirito dei Kryptoniani (beh, oddio... stronzata per stronzata, si vede quella che potrebbe funzionare meglio sullo schermo...). Per il suo film Burton ingaggiò Nicolas Cage come protagonista... una scelta che il buon Tim dovrà spiegare prima o poi.
La produzione era talmente inoltrata che si realizzarono anche i costumi di scena: il vestito di Superman era molto simile alla corazza del film "Batman" dello stesso Burton.
In realtà, poco più tardi, Tim Burton disse che Cage era credibilissimo come Clark Kent... ma davvero fuori posto come Superman! E ci mancherebbe! Comunque sia, vennero assunti scenografi, direttori della fotografia, effettisti, vennero fatte milioni di bozze preparatorie per il look di Kripton e per i villain, con un budget stimato di quasi 200 milioni di dollari. Eppure, proprio per l'eccessivo costo, tutto fu bloccato. Il progetto morì. Senza se e senza ma. Tim Burton disse che il film fu un totale spreco del suo tempo. Come biasimarlo, dato che di lì a poco ci avrebbe regalato quel capolavoro di Sleepy Hollow. Come sappiamo, poi, Superman fu portato al cinema nel discutibile film di Bryan Singer, e poi in quello discutibilissimo di Zack Snyder.
Spider-Man
Oh, il mio preferito: non sapete quanti tentativi, quante prove, si son fatte, prima di arrivare ai film Raimi prima, e a quelli di Webb dopo.
Ancora oggi molte persone credono che realizzare un film di Spider-Man negli anni 90 fosse impossibile: io dico di no, forse un po' più difficoltoso, questo è certo.
Se ci riflettete, già negli anni 80, uscirono diversi film che suggerivano sequenze degne di un fumetto Marvel: Fright night 2, che mostrava un licantropo in grado di saltare agilmente e scalare pareti in modo del tutto credibile, e il capolavoro La mosca di David Cronenberg... in effetti ho sempre pensato che Cronenberg, sull'uomo ragno, potesse fare uscire un bel prodotto introspettivo... non credete?
I diritti cinematografici dell'arrampicamuri appartenevano alla Cannon, quelli del film Superman IV, per intenderci.
La Cannon commissionò il film al bravo Tobe Hooper (quello di Non aprite quella porta), stampò persino un paio di manifesti, e fece scrivere un paio di sceneggiature... che non rispecchiavano manco per il cazzo la creatura di Stan Lee: quest'ultimo cestinò tutto quello che gli fu presentato... Hooper, dal canto suo, visto l'andazzo, abbandonò quasi subito il progetto.
Joseph zito, un tipaccio dedito ai b-movie, rimpiazzò Hooper, fece riscrivere la sceneggiatura, cercando di avvicinarsi di più al fumetto originale, e inserì come villain il dottor Octopus (parte di questa fu utilizzata come base per il secondo film di Raimi), ma visto l'insuccesso commerciale di Superman IV, la Cannon ridimensionò il progetto, costringendo Zito a rinunciare...
La Cannon, non contenta, chiamò anche il nostro italianissimo Ruggero Deoadato!
Deodato, che aveva lavorato con i tizi della Cannon già altre volte (non so se qualcuno ricorda il miticissimo "The Barbarians"!), si disse entusiasta, dicendosi fan del fumetto, e partì addirittura per gli Stati Uniti per parlane con i produttori... solo per scoprire che la Cannon era fallita e aveva chiuso i battenti... se il progetto fosse andato in porto, mi chiedo cosa avrebbe fatto il buon Deodato... che sfizio, glielo si dovrebbe chiedere! Forse uno "Spider-Man -holocaust"?
I diritti furono rilevati dalla Carolco (che aveva all'attivo i film di Rambo e Terminator)... e qui entra in gioco James Cameron: questa, ci tengo a dirlo, è una roba che ho vissuto davvero; all'epoca fu un caso mediatico, se ne parlava in calce su ogni albo dell'arrampicamuri, rendendo pubblici alcuni dettagli della sceneggiatura e delle idee di Cameron. Si facevano i nomi di attori, di villain, addirittura si parlò di Jack Nicholson per il Goblin... e persino di... Van Damme? La sceneggiatura di Cameron era molto adulta e, seppur discostandosi molto dal fumetto, era estremamente fedele nelle intenzioni al personaggio, e gettava le basi per ciò che poi Raimi avrebbe portato al cinema anni dopo, tant'è che alcune battute e alcune situazioni sono addirittura le stesse.
Io l'ho letta, e si vede che il buon Cameron gli vuole bene al ragnetto, esattamente come Raimi. C'erano già le ragnatele organiche, C'era un villain che faceva le veci di Electro, qui una specie di magnate informatico e padre putativo di Peter, e c'era l'uomo sabbia (che con molta probabilità avrebbe sfruttato i medesimi effetti digitali del T-1000)... e c'era persino una scena di sesso tra Peter e Mary Jane in cima al Brooklyn Bridge... anzi, sapete che c'è di nuovo? leggetevela! vi do il link! Fate prima!
http://dantom.altervista.org/spider_ita_inizio.html
Lì troverete la sceneggiatura tradotta in italiano dal buon Daniele Tomasi, un bravissimo disegnatore che si è preso la briga anche di farci degli storyboard, per rendere la lettura più intrigante. Un gran lavoro!
Comunque sia, lo script riscosse un certo successo presso i potenti di Hollywood, venendo anche approvato da Stan Lee. Cameron fece persino alcune prove preliminari per gli effetti speciali, e contattò Leonardo Di Caprio per il ruolo di Peter Parker... inutile dire che il progetto naufragò... e si arrivò a Raimi, che riutilizzò parte dello scritto, o quantomeno le idee più convincenti. Quest'ultimo, dopo Spider-Man 3, film per cui non ha mai provato simpatia, voleva creare uno Spider-Man 4 degno di nota: epico, forte, un qualcosa che il pubblico non avesse mai visto. Fu scritta una bozza preliminare della sceneggiatura, dove venivano inseriti l'avvoltoio e la gatta nera: il primo interpretato da John Malkovich, e la seconda da Anne Hathaway (che paradossalmente interpreterà un ruolo simile nel terzo Batman di Nolan: Catwoman). Doveva persino esserci una tresca di Peter con la Gatta, ai danni della povera Mary Jane. Inutile dire che Raimi, pressato ancora una volta dalla produzione, che voleva questo o quello, e anche intimorito dalle tempistiche, abbandonò, portandosi dietro l'intera troupe... e si arrivò al reboot di Webb.
Silver surfer
Stranamente, perché a me la fantascienza piace poco, amo Silver Surfer. Lo trovo uno dei personaggi più riusciti dell'impero Marvel... forse perché non è un supereroe, forse perché la sua storia ha drammatici risvolti shakespiriani, da farlo entrare di diritto in un'epopea epica senza confini.
Se si rispettasse il personaggio, in una sua eventuale trasposizione cinematografica, verrebbe fuori una delle storie più adulte, romantiche e tormentate mai viste in un film tratto da un fumetto, altro che le menate di Nolan.
Oh... mi dicono che già c'è stato un tentativo di portarlo al cinema. Ce lo svela Sean Howe che, in occasione dell'uscita del suo libro Marvel Comics: Una storia di eroi e supereroi, aveva diffuso un concept realizzato negli anni ottanta per un film dedicato al surfista d'argento e mai realizzato.
il film in questione era stato proposto dal produttore Lee Kramer e a quanto pare si avvicinava molto al concept originale, almeno su carta: realizzare un film epico con ambizioni paragonabili a quelle di 2001: Odissea nello Spazio... vabbeh, anche io prima ho detto EPICO, ma almeno potrebbero abbassare il tiro, a meno che non si voglia chiamare alla regia proprio Stanley Kubrick.
Olivia Newton-John, all'epoca fidanzata del produttore, avrebbe dovuto interpretare la protagonista femminile, ovvero la fidanzata di Surfer.
Ci furono anche coinvolgimenti di Paul McCartney per la colonna sonora del film. Insomma... un mare di megalomania che non ha portato a nulla!
Poi, ovviamente, lo sappiamo... il Surfer è uscito nel film dei fantastici quattro, di cui si sta discutendo del reboot con la torcia umana di colore... ma questa è un'altra storia...
The Fantastic Four, il film del 1994
Una pellicola di Oley Sassone... prodotto, realizzato, e mai distribuito nelle sale, anzi... mai distribuito da nessuna parte! Una vera e propria operazione truffaldina ai danni dell'intera troupe, attori compresi. Il motivo della non distribuzione fu il seguente: siccome i diritti dei personaggi, in mano al noto Roger Corman, stavano scadendo, si doveva assolutamente realizzare qualcosa che somigliasse, anche lontanamente, ad un film. Ovviamente ne è venuto fuori un prodotto svogliato, con interpretazioni sciatte e sopra le righe, ed effetti speciali ridicoli... e non c'entra nulla che è del 94: qualche anno prima era uscito Terminator 2, film di ben altro spessore, e prima ancora i vari Star Wars... persino il timido uso della computer graphic, per rendere la torcia umana, non è nemmeno paragonabile alla grafica del super nintendo. Un pro, però, c'è: la realizzazione della cosa è estremamente fedele alla controparte cartacea.
Daredevil, la serie Tv
Siccome stanno preparando la serie TV del Diavolo Rosso, (si vocifera con Michael C. Hall protagonista), mi è tornato alla memoria che già negli anni 70 si cercò di adattare il personaggio in una serie televisiva, in coppia con Black Widow. L'idea venne ad Angie Bowie (ex-moglie di David), che avrebbe anche interpretato il personaggio della vedova nera. Ci fu uno scambio di lettere con la Marvel, e persino una prova costumi di entrambi i personaggi, ma non si arrivò mai ad un accordo... sarà forse stato proprio a causa dei costumi?
Ma che cazzo stanno facendo? |
Vabbeh... più che il colore Rosso, questo è nero, tendente al fuxia... |
Superman Lives di Tim Burton
Allora, mettiamo insieme Kevin Smith, Tim Burton, Nicholas Cage, una buona sceneggiatura e avremo un film... destinato a naufragare. Dopo il fallimentare Superman IV, si decise di riavviare il franchise, e siccome la storia a fumetti intitolata "La morte di Superman", riscosse un grandissimo successo, i produttori optarono per utilizzarla come base per la sceneggiatura. Jonathan Lemkin fu incaricato di redigere uno script, e il progetto partì col titolo di Superman Reborn. La sceneggiatura, indirizzata più ad un pubblico giovane e alle famiglie (famiglie e giovani è un'accoppiata che ha proprio rotto il cazzo... anzi, hanno rotto il cazzo anche singolarmente), fu rifiutata, e Lemkin licenziato. Gli subentrò Gregory Poirer (quello dei Gattoni, uno dei film più stupidi e demenziali degli ultimi anni), che incredibilmente, scrisse una sceneggiatura che convinse i produttori... eppure anche lui venne messo da parte e Kevin Smith si fece avanti per rimaneggiare lo script, apportando sostanziali cambiamenti, e chiamandolo prima "The death of Super-man", e "Superman Lives" dopo. Kevin Smith, decise di attenersi di più al fumetto: la sceneggiatura questa volta vedeva un Superman che non sapeva volare, e che indossava una tuta nera, anziché blu e rossa... infatti, molta fedeltà... i nemici erano Braniac, Doomsday e Lex Luthor. Inoltre, Smith, manco fosse lui stesso il padrone della Warner, dichiarò con forza che voleva Ben Affleck come Clark Kent/Superman (curiosamente quest'ultimo ha interpretato Superman in "Hollywoodland"), Linda Fiorentino come Lois Lane, Jack Nicholson come Lex Luthor e Jason Lee nei panni di Braniac. Alla regia fu chiamato Tim Burton, che accettò volentieri ad una condizione: rettificare la sceneggiatura di Smith (meno male...), ingaggiando Wesley Strick. Strick, nel finale, fuse Luthor insieme a Brainiac, dando vita al "supermegavillain" chiamato Lexiac; Superman, poi, veniva resuscitato grazie al potere della "K", una forza naturale rappresentante lo spirito dei Kryptoniani (beh, oddio... stronzata per stronzata, si vede quella che potrebbe funzionare meglio sullo schermo...). Per il suo film Burton ingaggiò Nicolas Cage come protagonista... una scelta che il buon Tim dovrà spiegare prima o poi.
La produzione era talmente inoltrata che si realizzarono anche i costumi di scena: il vestito di Superman era molto simile alla corazza del film "Batman" dello stesso Burton.
Ammetto che il costume non era male, ma... NICOLAS CAGE? |
Spider-Man
Oh, il mio preferito: non sapete quanti tentativi, quante prove, si son fatte, prima di arrivare ai film Raimi prima, e a quelli di Webb dopo.
Ancora oggi molte persone credono che realizzare un film di Spider-Man negli anni 90 fosse impossibile: io dico di no, forse un po' più difficoltoso, questo è certo.
Se ci riflettete, già negli anni 80, uscirono diversi film che suggerivano sequenze degne di un fumetto Marvel: Fright night 2, che mostrava un licantropo in grado di saltare agilmente e scalare pareti in modo del tutto credibile, e il capolavoro La mosca di David Cronenberg... in effetti ho sempre pensato che Cronenberg, sull'uomo ragno, potesse fare uscire un bel prodotto introspettivo... non credete?
I diritti cinematografici dell'arrampicamuri appartenevano alla Cannon, quelli del film Superman IV, per intenderci.
La Cannon commissionò il film al bravo Tobe Hooper (quello di Non aprite quella porta), stampò persino un paio di manifesti, e fece scrivere un paio di sceneggiature... che non rispecchiavano manco per il cazzo la creatura di Stan Lee: quest'ultimo cestinò tutto quello che gli fu presentato... Hooper, dal canto suo, visto l'andazzo, abbandonò quasi subito il progetto.
Uhm... |
La Cannon, non contenta, chiamò anche il nostro italianissimo Ruggero Deoadato!
Ruggerone! Anche tu caduto nella tela del ragno! |
I diritti furono rilevati dalla Carolco (che aveva all'attivo i film di Rambo e Terminator)... e qui entra in gioco James Cameron: questa, ci tengo a dirlo, è una roba che ho vissuto davvero; all'epoca fu un caso mediatico, se ne parlava in calce su ogni albo dell'arrampicamuri, rendendo pubblici alcuni dettagli della sceneggiatura e delle idee di Cameron. Si facevano i nomi di attori, di villain, addirittura si parlò di Jack Nicholson per il Goblin... e persino di... Van Damme? La sceneggiatura di Cameron era molto adulta e, seppur discostandosi molto dal fumetto, era estremamente fedele nelle intenzioni al personaggio, e gettava le basi per ciò che poi Raimi avrebbe portato al cinema anni dopo, tant'è che alcune battute e alcune situazioni sono addirittura le stesse.
Io l'ho letta, e si vede che il buon Cameron gli vuole bene al ragnetto, esattamente come Raimi. C'erano già le ragnatele organiche, C'era un villain che faceva le veci di Electro, qui una specie di magnate informatico e padre putativo di Peter, e c'era l'uomo sabbia (che con molta probabilità avrebbe sfruttato i medesimi effetti digitali del T-1000)... e c'era persino una scena di sesso tra Peter e Mary Jane in cima al Brooklyn Bridge... anzi, sapete che c'è di nuovo? leggetevela! vi do il link! Fate prima!
http://dantom.altervista.org/spider_ita_inizio.html
Lì troverete la sceneggiatura tradotta in italiano dal buon Daniele Tomasi, un bravissimo disegnatore che si è preso la briga anche di farci degli storyboard, per rendere la lettura più intrigante. Un gran lavoro!
Comunque sia, lo script riscosse un certo successo presso i potenti di Hollywood, venendo anche approvato da Stan Lee. Cameron fece persino alcune prove preliminari per gli effetti speciali, e contattò Leonardo Di Caprio per il ruolo di Peter Parker... inutile dire che il progetto naufragò... e si arrivò a Raimi, che riutilizzò parte dello scritto, o quantomeno le idee più convincenti. Quest'ultimo, dopo Spider-Man 3, film per cui non ha mai provato simpatia, voleva creare uno Spider-Man 4 degno di nota: epico, forte, un qualcosa che il pubblico non avesse mai visto. Fu scritta una bozza preliminare della sceneggiatura, dove venivano inseriti l'avvoltoio e la gatta nera: il primo interpretato da John Malkovich, e la seconda da Anne Hathaway (che paradossalmente interpreterà un ruolo simile nel terzo Batman di Nolan: Catwoman). Doveva persino esserci una tresca di Peter con la Gatta, ai danni della povera Mary Jane. Inutile dire che Raimi, pressato ancora una volta dalla produzione, che voleva questo o quello, e anche intimorito dalle tempistiche, abbandonò, portandosi dietro l'intera troupe... e si arrivò al reboot di Webb.
Silver surfer
Stranamente, perché a me la fantascienza piace poco, amo Silver Surfer. Lo trovo uno dei personaggi più riusciti dell'impero Marvel... forse perché non è un supereroe, forse perché la sua storia ha drammatici risvolti shakespiriani, da farlo entrare di diritto in un'epopea epica senza confini.
Se si rispettasse il personaggio, in una sua eventuale trasposizione cinematografica, verrebbe fuori una delle storie più adulte, romantiche e tormentate mai viste in un film tratto da un fumetto, altro che le menate di Nolan.
Oh... mi dicono che già c'è stato un tentativo di portarlo al cinema. Ce lo svela Sean Howe che, in occasione dell'uscita del suo libro Marvel Comics: Una storia di eroi e supereroi, aveva diffuso un concept realizzato negli anni ottanta per un film dedicato al surfista d'argento e mai realizzato.
il film in questione era stato proposto dal produttore Lee Kramer e a quanto pare si avvicinava molto al concept originale, almeno su carta: realizzare un film epico con ambizioni paragonabili a quelle di 2001: Odissea nello Spazio... vabbeh, anche io prima ho detto EPICO, ma almeno potrebbero abbassare il tiro, a meno che non si voglia chiamare alla regia proprio Stanley Kubrick.
Olivia Newton-John, all'epoca fidanzata del produttore, avrebbe dovuto interpretare la protagonista femminile, ovvero la fidanzata di Surfer.
Ci furono anche coinvolgimenti di Paul McCartney per la colonna sonora del film. Insomma... un mare di megalomania che non ha portato a nulla!
Poi, ovviamente, lo sappiamo... il Surfer è uscito nel film dei fantastici quattro, di cui si sta discutendo del reboot con la torcia umana di colore... ma questa è un'altra storia...
sabato 17 maggio 2014
DISEGNI!!!
mercoledì 14 maggio 2014
The amazing spider-man 2: La recensione
Avevo detto che aspettavo al varco questo film, avevo detto che avrei ucciso Marc Webb, se avesse prodotto un'altra porcata... e invece io lo amo... amo Webb, e adoro The amazing Spider-Man 2... perché mi hanno fatto rivalutare in meglio "Spider-Man 3" di Arad/Raimi.
Oh, sì... ma voglio raccontarvi tutto, per filo e per segno, dalle mie prime sensazioni, quando ho poggiato le chiappe sulla poltrona del cinema, fino alla fine di questo... ehm... film.
Innanzitutto, dietro di me, c'erano seduti una banda di diecenni petulanti, quelli che parlano per tutto il film... no, non quelli che si accontentano di fare una battuta di tanto in tanto, ma quelli che spoilerano (quasi come se l'avessero già visto), quelli che urlano, che rompono il cazzo, insomma. E poi ti pare anche brutto riprenderli... sai... si potrebbe trovare con loro il padre... che ti randella... e io sono una mammoletta...
Devo ammettere, però, che è sempre piacevole ascoltare i loro commenti, mi fa capire parecchie cose... scambiare Harry Osborn per Venom non ha prezzo... senza contare che un compagnuccio, fortunatamente lo corregge: "Ma no, quello è Goblin, Venom è il fotografo che c'è l'ha con Spidey, come nel vecchio film!", ma un altro lo ammonisce: "Ma che diiiiici? (con lo stesso numero di i), Quei film erano finti (?), questo è il vero Spidey, Venom è l'amico che torna da lontano che si mette la cura per il cancro (non la tuta... si mette proprio la cura...), l'ho letto nel fumetto!"... ora io dovrei girarmi, e spiegare che hanno ragione entrambi, ma in realtà "quello che si mette la cura per il cancro", è una sorta di rivisitazione moderna, la saga chiamata "Ultimate". Ma vabbeh... non mi pare il caso di prendere questioni coi fanciulli... sono anche più numerosi, c'è il papà... io sono una mammoletta... meglio che guardo il film.
Allora, diciamo subito che non parte neanche male: la musica di Hans Zimmer è molto più ispirata di quella di Horner, nettamente superiore, e i primi 15 minuti (dove c'è un Peter bambino, sensibilmente più grande rispetto alla pellicola precedente...) sono ben raccontati, e mostrano (finalmente), alcuni retroscena dei genitori di Peter... le cose belle, però, finiscono (purtroppo), e parte un'accozzaglia di stupidaggini, seconde solo alla pellicola precedente. Prima di tutto, Spider-Man è stucchevolmente "divertente", apre bocca solo per dire sciocchezze, e lo fa troppo spesso (almeno ogni dieci secondi), rendendolo un buffone petulante, che si meriterebbe un paio di sganasciate sui denti. Il personaggio non ha carisma... proprio non riesce... e Peter non è da meno: da che doveva essere lui il genio, lo scienziato, si capisce ben presto che è Gwen quella con i neuroni, addirittura gli suggerisce lei come rendere gli "sparafili" (sì, li hanno chiamati così) immuni alle scariche elettriche di Electro. Ecco, parliamo di quest'ultimo: è il super nemico del film, ma è realizzato malissimo (per la cronaca, il sottotitolo c'è anche in originale: "Rise of Electro"). Non si sa perché, ma è un fanatico di Spider-Man, Peter lo salva da un incidente, e gli dice, così, una cosa a caso: "Sarai i miei occhi e le mie orecchie"... non è per dire, è proprio una frase buttata a caso. Non lavorano insieme, Peter si dimentica di lui, e Max crede che siano amici (ma questa è colpa di quell'imbecille di Spider-Man, che dice fesserie per tutto il film)... poi succedono un altro paio di cose a caso: Max diventa Electro per caso, cadendo per caso nella vasca delle anguille, e per caso si trova in mezzo a Time Square, e per caso decide che deve avercela con Spider-Man, perché, per caso, questi gli ha oscurato i tabelloni pubblicitari con la sua faccia... avete visto quante volte ho usato la parola caso? In questo film Webb ha voluto utilizzare più volte la parola tempo, perché voleva rendere palese il passare del... tempo! Io invece utilizzo questa parola: "Caso", perché questo è un film fatto a caso (e se ci scambiate la S con due Z, capirete dove voglio arrivare).
Così, dal nulla, spunta anche Harry Osborn, amico d'infanzia di Peter (di cui nella pellicola precedente non si fa cenno). Ha una malattia, ereditata dal padre, che lo porterà alla morte. Ha bisogno del sangue di Spider-Man per guarire, lui sa che quest'ultimo è stato punto da uno dei ragni geneticamente modificati della Oscorp... gli basterebbe controllare quando quei ragni sono stati alla Oscorp, gli basterebbe controllare chi era presente quel giorno alla Oscorp, lui è il padrone, può fare un paio di ricerche, e farebbe due + due sull'identità dell'uomo ragno... ma non ci arriva, è troppo scemo.
E Peter? Peter che potrebbe salvarlo, decide che il sangue non vuole darglielo... così, a caso... o meglio, pensa di poterlo uccidere col suo sangue, piuttosto che salvarlo, ma Harry, dall'altra parte, tuona "Guarda, sto già morendo, cosa vuoi che me importi, morirò lo stesso, con o senza il tuo sangue! Cosa ti costa, se tentiamo?", e ti rendi conto che il suo ragionamento non fa una piega (forse non è così scemo)! "Peter, daglielo, cazzo!", penso io... ma Peter è lo stesso stronzo del film precedente, e dice di no... e allora penso che fa benissimo che ti uccide la figa... stronzo!
Succedono altre cose a caso, dove entrano in scena personaggi ridicoli e sopra le righe, tipo il dottor Kafka, con il suo buffo accento tedesco. Succede che Electro trova a caso il suo costume, con tanto di logo saettante. Succede che si scontra con l'uomo ragno, balzando da un punto all'altro della città... e queste scene mi hanno fatto venire in mente solo una cosa:
Poi succede che Harry diventa Goblin... per guarire s'inietta il veleno dei ragni geneticamente modificati, e, senza un motivo, afferra sottomano quella specie di armatura, e si precipita anche lui a caccia del ragno... ma dico io, ormai sei guarito... a che ti serve ancora il sangue di Spider-Man?
E quanto dura lo scontro con Globlin? Dieci minuti... sul serio, Goblin esce solo per dieci fottuti minuti.
Poi lo sapete: Gwen muore... e forse questa è una delle scene più riuscite del film. Sul serio, è ben realizzata... la botta che prende sulla testa... avrei voluto un cazzo di rewind.
Poi c'è Rhino... è vero, mi ero scordato di Paul Giamatti (che si fa una capatina all'inizio, e alla fine)... sei sprecato, Paul... ma indubbiamente ti avranno pagato miliardi per cinque minuti di scena... come biasimarti.
E le scene tra Peter e Gwen? Beh... che dobbiamo dire... tutta sta chimica non la vedo, oltretutto è un rapporto schizofrenico, quasi volessero fare il verso a Maguire e Dunst: prima si lasciano (perché improvvisamente ha dei ripensamenti, lo stronzo), poi si riprendono, non si capisce se stanno insieme. Ed è una palla mortale.
Ma dei pro, li avrò trovati, no? Beh, sì, qualche passaggio è divertente, gli effetti speciali sono strabilianti, le evoluzioni aeree dell'uomo ragno sono una gioia per gli occhi, peccato che non stanno per tutto il film.
Ah, sì, mi ha fatto piacere scoprire che Peter ha un altro potere:
Si accendono le luci in sala, scorrono i titoli finali... prendo un respiro... e mando affanculo Webb... avevo detto che lo avrei ucciso se avesse fatto un'altra porcata, ma lui sta in America, e non so come raggiungerlo, il biglietto costa caro... dovrei spedirgli dell'antrace? Ma no... alla fine non farò niente... anzi, mi conosco.. mi andrò a vedere anche il 3, di questa merda! Così, giusto per farmi male... pensa, però, se ne esce davvero un bel film, che funziona.
Ai bei tempi... |
Kame... Hame... HAAAAAAAAA |
Devo ammettere, però, che è sempre piacevole ascoltare i loro commenti, mi fa capire parecchie cose... scambiare Harry Osborn per Venom non ha prezzo... senza contare che un compagnuccio, fortunatamente lo corregge: "Ma no, quello è Goblin, Venom è il fotografo che c'è l'ha con Spidey, come nel vecchio film!", ma un altro lo ammonisce: "Ma che diiiiici? (con lo stesso numero di i), Quei film erano finti (?), questo è il vero Spidey, Venom è l'amico che torna da lontano che si mette la cura per il cancro (non la tuta... si mette proprio la cura...), l'ho letto nel fumetto!"... ora io dovrei girarmi, e spiegare che hanno ragione entrambi, ma in realtà "quello che si mette la cura per il cancro", è una sorta di rivisitazione moderna, la saga chiamata "Ultimate". Ma vabbeh... non mi pare il caso di prendere questioni coi fanciulli... sono anche più numerosi, c'è il papà... io sono una mammoletta... meglio che guardo il film.
Allora, diciamo subito che non parte neanche male: la musica di Hans Zimmer è molto più ispirata di quella di Horner, nettamente superiore, e i primi 15 minuti (dove c'è un Peter bambino, sensibilmente più grande rispetto alla pellicola precedente...) sono ben raccontati, e mostrano (finalmente), alcuni retroscena dei genitori di Peter... le cose belle, però, finiscono (purtroppo), e parte un'accozzaglia di stupidaggini, seconde solo alla pellicola precedente. Prima di tutto, Spider-Man è stucchevolmente "divertente", apre bocca solo per dire sciocchezze, e lo fa troppo spesso (almeno ogni dieci secondi), rendendolo un buffone petulante, che si meriterebbe un paio di sganasciate sui denti. Il personaggio non ha carisma... proprio non riesce... e Peter non è da meno: da che doveva essere lui il genio, lo scienziato, si capisce ben presto che è Gwen quella con i neuroni, addirittura gli suggerisce lei come rendere gli "sparafili" (sì, li hanno chiamati così) immuni alle scariche elettriche di Electro. Ecco, parliamo di quest'ultimo: è il super nemico del film, ma è realizzato malissimo (per la cronaca, il sottotitolo c'è anche in originale: "Rise of Electro"). Non si sa perché, ma è un fanatico di Spider-Man, Peter lo salva da un incidente, e gli dice, così, una cosa a caso: "Sarai i miei occhi e le mie orecchie"... non è per dire, è proprio una frase buttata a caso. Non lavorano insieme, Peter si dimentica di lui, e Max crede che siano amici (ma questa è colpa di quell'imbecille di Spider-Man, che dice fesserie per tutto il film)... poi succedono un altro paio di cose a caso: Max diventa Electro per caso, cadendo per caso nella vasca delle anguille, e per caso si trova in mezzo a Time Square, e per caso decide che deve avercela con Spider-Man, perché, per caso, questi gli ha oscurato i tabelloni pubblicitari con la sua faccia... avete visto quante volte ho usato la parola caso? In questo film Webb ha voluto utilizzare più volte la parola tempo, perché voleva rendere palese il passare del... tempo! Io invece utilizzo questa parola: "Caso", perché questo è un film fatto a caso (e se ci scambiate la S con due Z, capirete dove voglio arrivare).
Così, dal nulla, spunta anche Harry Osborn, amico d'infanzia di Peter (di cui nella pellicola precedente non si fa cenno). Ha una malattia, ereditata dal padre, che lo porterà alla morte. Ha bisogno del sangue di Spider-Man per guarire, lui sa che quest'ultimo è stato punto da uno dei ragni geneticamente modificati della Oscorp... gli basterebbe controllare quando quei ragni sono stati alla Oscorp, gli basterebbe controllare chi era presente quel giorno alla Oscorp, lui è il padrone, può fare un paio di ricerche, e farebbe due + due sull'identità dell'uomo ragno... ma non ci arriva, è troppo scemo.
E Peter? Peter che potrebbe salvarlo, decide che il sangue non vuole darglielo... così, a caso... o meglio, pensa di poterlo uccidere col suo sangue, piuttosto che salvarlo, ma Harry, dall'altra parte, tuona "Guarda, sto già morendo, cosa vuoi che me importi, morirò lo stesso, con o senza il tuo sangue! Cosa ti costa, se tentiamo?", e ti rendi conto che il suo ragionamento non fa una piega (forse non è così scemo)! "Peter, daglielo, cazzo!", penso io... ma Peter è lo stesso stronzo del film precedente, e dice di no... e allora penso che fa benissimo che ti uccide la figa... stronzo!
Succedono altre cose a caso, dove entrano in scena personaggi ridicoli e sopra le righe, tipo il dottor Kafka, con il suo buffo accento tedesco. Succede che Electro trova a caso il suo costume, con tanto di logo saettante. Succede che si scontra con l'uomo ragno, balzando da un punto all'altro della città... e queste scene mi hanno fatto venire in mente solo una cosa:
Quick Time Event! |
Toh... c'è anche Go... ku! |
Poi lo sapete: Gwen muore... e forse questa è una delle scene più riuscite del film. Sul serio, è ben realizzata... la botta che prende sulla testa... avrei voluto un cazzo di rewind.
Ingranaggi, tempo... cosce... |
HUAHUAHUA... io SUONO Rhino! |
Ma dei pro, li avrò trovati, no? Beh, sì, qualche passaggio è divertente, gli effetti speciali sono strabilianti, le evoluzioni aeree dell'uomo ragno sono una gioia per gli occhi, peccato che non stanno per tutto il film.
Ah, sì, mi ha fatto piacere scoprire che Peter ha un altro potere:
Si accendono le luci in sala, scorrono i titoli finali... prendo un respiro... e mando affanculo Webb... avevo detto che lo avrei ucciso se avesse fatto un'altra porcata, ma lui sta in America, e non so come raggiungerlo, il biglietto costa caro... dovrei spedirgli dell'antrace? Ma no... alla fine non farò niente... anzi, mi conosco.. mi andrò a vedere anche il 3, di questa merda! Così, giusto per farmi male... pensa, però, se ne esce davvero un bel film, che funziona.
martedì 13 maggio 2014
SPIDER-MAN - La Sceneggiatura
Io gli voglio bene al ragno, questo è sicuro: mi ci sono sempre un po' rivisto in lui, in quest'emarginato un po' timido e impacciato. E poi mi son sempre chiesto cosa si provava a volteggiare tra i palazzi, sentire l'ebrezza, il brivido di lasciarsi andare nel vuoto... quanti ritardi mi sarei risparmiato! Niente più traffico!
Ancora oggi, quando rileggo il primo volume di Ditko e Lee, mi sento sempre rapito, e ricordo quando da bambino fantasticavo sul poter riscrivere una sorta di remake di quel fumetto, cercando di eliminare magari qualche ingenuità, approfondire magari un certo aspetto, piuttosto che un altro. Ovviamente molti professionisti mi hanno battuto sul tempo, con Bendis e la sua versione "Ultimate". Ma chi dice che io non possa comunque provare a dare una mia versione di "Spider-Man". Quella che vi presento è una mia sceneggiatura, scritta nel tempo libero... è uno sfizio, un mio regalo a questo personaggio che mi ha accompagnato durante la mia adolescenza. Questa è solo una prima parte, poi posterò la seconda, ma più in là. Se ci sono fumettari in erba in ascolto, potete utilizzarla (se vi va) per allenarvi, per cercare di fare una tavola vostra: ovviamente, per correttezza, se pubblicaste qualcosa di inerente a questa sceneggiatura, citate la fonte, grazie.
SPIDER-MAN - parte 1
TAV 1
1
Ravvicinata di un occhio, vediamo solo un iride
2
Zoom out, torniamo indietro, l'occhio è ben più visibile ed entra nell'inquadratura gradualmente
3
adesso ci vediamo una faccia, dietro quest'occhio: la faccia di un ragazzino, avrà sì e no sedici o diciasette anni.
4
Ancora zoom out, visuale dall'alto: il ragazzo è nel letto, con le coperte addosso.
VFC: Peter, farai tardi a scuola! In piedi, pigrone!
5
Il giovane Peter, sospirante, afferra gli occhiali che si trovano sul comodino di fianco al suo letto (è ancora nel letto, però).
6
PP di peter, inforca gli occhiali. Ha uno sguardo vacuo.
Peter: Certo, Zia May...
TAV 2
1
Peter è sveglio e fa quello che uno come lui dovrebbe fare al mattino: in questa vignetta si guarda allo specchio (figura intera), a torso nudo: è magrissimo, quasi rachitico. Ha le spalle curve, magari si guarda il bicipite che non esiste, mimando nello specchio quello che fanno i culturisti.
2
Peter che si lava i denti, in bagno.
3 4 5
Peter che in sequenza fa una boccaccia davanti allo specchio del bagno, si preme un brufolo (sempre davanti allo specchio), e solleva il naso in aria per vedere se è pulito.
6
Peter ora nella sua stanza, che guarda verso il suo computer, acceso. Si sta vestendo nel frattempo.
Peter: Mhhh... ancora nessuna richiesta di amicizia...
Tav 3
1
Peter in cucina, ha già lo zaino in spalla. Zio Ben seduto al tavolo, legge il giornale. Zia May ai fornelli, voltata però verso Peter.
Peter: Beh... io vado...
Zia May: Ma... non hai mangiato niente?
2
MB di Zio Ben, sorridente
Zio Ben: Lascialo in pace, May. Piuttosto, li hai i soldi per il pranzo?
3
PP di Peter, che sorride a sua volta. Sembra che solo suo zio lo capisca davvero.
Peter: Certo, Zio Ben.
4
Peter davanti a noi, ha la porta di casa aperta. Sguardo volto al cielo, scocciato. Sullo sfondo zio ben e zia May.
Zia May: Perché non inviti MJ stasera? Magari vuole cenare qui.
Zio Ben: Ma no, May. A Pete piace un'altra.
5
Stacco. in campo lungo il liceo di Midtown
TAV 4
1
CM. In aula, il professore consegna i compiti ai ragazzi, passando tra i banchi.
2
In sequenza. MB di una bella ragazza bionda, Gwen Stacy (mettile un paio di occhiali). Il compito le viene consegnato, vediamo nell'inquadratura solo la mano dell'insegnate . Falle uno sguardo compiaciuto, ma grintoso, come se volesse davvero fare di più.
VFC : B-, ha fatto un discreto lavoro, sig.na Stacy. Ha ancora margini di miglioramento.
3
MB di un giovane, dalla corporatura robusta: Flash Thompson. Il compito viene distribuito anche a lui. Fagli uno sguardo strafottente, ma allo stesso tempo un po' preoccupato... ma non per il voto.
VFC: Sign. Thompson... dovrebbe cominciare a impegnarsi seriamente... lo studio è importante quanto lo sport, lo sa? F...
Flash: Il mio vecchio mi ammazzerà...
VFC: Problemi suoi...
4
Finalmente è il turno di Peter: stessa inquadratura di prima, il compito viene distribuito anche a lui. Peter è impacciato, disegnalo quasi come se stesse stretto nel banco. non riesce nemmeno a guardare verso il professore, ma sorride.
VFC: Una A+, signor Parker. Continui così, e forse potrà permettersi anche un'università come Harvard.
5
Flash, seduto nel banco guarda verso Peter. Sembra indifferente, ma i suoi occhi lasciano trasparire rabbia. Il professore continua a parlare intanto.
VFC: Passi da me dopo la pausa-pranzo, vorrei parlarle di una cosa.
TAV 5
1
Pausa pranzo. Inquadratura dall'alto. Al suono della campanella, i ragazzi escono dall'aula. si accalcano nei corridoi.
Driiiiiin
2
Dettaglio di un mento con due labbra. Tra le labbra c'è uno spinello. Fai in modo che si veda che stia aspirando.
VFC: Che farai, lo dirai a tuo padre?
3
Zoom Out. Quel mento e quelle labbra appartengono a Flash, è circondato da un paio di amici. Parlano animatamente e fumano anche loro. Si trovano nel bagno della scuola. Un bagno sporchissimo, con disegnini osceni sulle mattonelle delle pareti. MB di tutti
Flash: Mio padre è l'ultimo dei miei problemi... sto cercando di piazzare la roba che mi hai dato!
Amico A: Ehi, Flash, guarda che io scherzavo, non devi farlo per davvero... pensavo le usassi per te...
Flash: Senti, io ho bisogno di soldi, tu hai bisogno di soldi. Credo sia l'unico modo...
Amico A: Io mi preoccupo, è pericoloso...
4
Flash Afferra per la maglietta l'amico A, mentre l'amico B cerca di separarli.
Flash: Tu non mi dici cosa fare!
Amico B: Ehi, voi smettetela! Se facciamo casino...
5
Figura intera di tutti e 3, che guardano verso il lettore, quando sentono la porta aprirsi. Nascondono istintivamente gli spinelli dietro la schiena.
Skreeeee
6
Controcampo. Li vediamo da dietro, in MB, davanti a loro c'è Peter.
Flash: Parker!
TAV 6
1
Un altro controcampo. Peter da Dietro, davanti a lui i 3, che messi così somilgiano proprio ai 3 marmittoni.
Amico A: Pensavamo fosse un insegnante... che cosa ci fai qui, ragnetto?
Peter: Beh... è un bagno... devo pisciare...
2
Mb dei 3, sghignazzanti.
Flash: Ahaha... ma l'avete sentito... conosci anche parole come "pisciare", Parker?
3
Peter si avvia in uno dei bagni. Fallo in PA
Peter: Lasciami in pace, Flash.
4
PP di Flash. Appare indispettito
5
Flash si avvia verso il bagno, minaccioso. Peter in PP, di quinta, in sp Flash.
Flash: Ehi, tu!
6
Mb di entrambi. Flash afferra Peter per la maglietta.
Flash: Ma chi cazzo ti credi di essere, bamboccio?
TAV 7
1
Flash continua a a tenere Peter.
Flash: L'unico motivo per cui non ti spacco la faccia, sgorbio, è perché la mia ragazza è una tua amica... ma tu devi portarmi il rispetto che mi devi.
2
PP di Peter, guarda verso destra, intimidito, mentre la mano di Flash continua a tenerlo.
VFC Flash: Tu non sei niente, Parker... tu fai solo quello che io ti dico di fare, e basta. Anzi, Se io ti do il permesso, tu pisci. Coraggio, chiedimelo...
3
Dettaglio del viso si Flash. Ci soffermiamo sui suoi occhi maligni.
Flash: Ti ho detto di chiedermi il permesso, Parker.
4
Una ravvicinata di Peter, guarda ancora dall'altro lato. Rimane in silenzio.
5
Ravvicinata della sua bocca (sempre di Peter), che parla.
Peter: Posso pisciare, Flash?
TAV 8
1
Flash lo lascia andare. MB
Flash: Puoi pisciare, Parker, ma dopo che io e i miei amici saremo usciti...
2
PP di Flash, un po' dal basso, come se fosse una soggettiva di Peter.
Flash: Dopotutto, chi diavolo ha intenzione di vedere quel cosino che ti porti tra le gambe?
3
CM, dall'alto. A figura intera tutti. Immagina una telecamera dall'alto, come se tu ti stessi sporgendo per vedere in un contenitore. Flash e i suoi amici, di spalle, stanno uscendo dal bagno, avviandosi verso la porta. Peter è mesto contro il muro.
Amico A: Andiamo, amico, non hai esagerato col ragnetto?
Amico B: Parker, dovresti cambiare sesso, secondo me ci guadagni! Ah ah ah
4
Inquadratura frontale, MB di Peter, contro il muro in uno dei bagni. Ha il viso mesto, il capo chino.
5
Dettaglio della mano di Peter, frontale, chiusa in un pugno. Tremante.
6
Altro dettaglio. Il pugno di Peter colpisce la parete di mattonelle davanti lui, con forza.
7
Un piccolo Zoom Out di Peter, in PA. Si tiene la mano, dolorante, ha ancora il capo chino.
Peter: Dannazione...
TAV 9
1
Stacco. Aula di fisica della midtown. Vediamo in PP una mano che scrive qualcosa, in SP, Peter che entra dalla porta dell'aula.
Peter: Professor Warren, è permesso?
2
Contro campo. Mb del professor Warren, che smette di scrivere.
Prof. Warren: Oh, Parker, finalmente... entri, entri pure.
3
Peter davanti al professore.
Peter: Voleva vedermi, giusto?
4
Ancora un MB di Warren, che incrocia le dita, pensieroso.
Warren: Certo, Parker. Cosa pensa del voto che ha preso oggi?
5
PP di Peter, storce la bocca, è confuso.
Peter: Mah... mhhh... che ho studiato, forse?
6
PP di Warren, che sorride.
Warren: Certo, ma lei avrebbe preso quel voto anche senza tutte quelle manfrine scritte sui libri...
TAV 10
1
Warren si alza, dalla scrivania. Inquadratura da dietro, in PP. Peter è davanti a lui.
Warren: La verità è che ha un talento naturale per la scienza e la fisica in generale. A volte, guardandola, rivedo ancora suo padre. Avete la stessa passione...
2
CM. Warren appoggiato ora sulla sua scrivania, Peter gli è sempre avanti, in piedi.
Peter: Eravate molto amici...
Warren: Sì, ma non è di questo che dobbiamo parlare... vorrei chiederle, invece, se le andrebbe di farmi da assistente....
3
PP di Peter che sobbalza, sgranando gli occhi.
Peter: A-assistente?
4
MB di Warren.
Warren: Certo. Come ben sa io insegno anche all'università e lì, tra i miei studenti, c'è chi farebbe i salti mortali per assistermi durante le mie sperimentazioni, ma non ho incontrato nessuno con le sue capacità, nessuno che risulti brillante quanto lei.
5
Controcampo, MB di Warren di spalle, Peter davanti a lui, incredulo.
Warren: Sarebbe un'occasione: avrebbe l'opportunità di farsi un giro all'università, vedere come funziona, potrebbe finalmente farsi un'idea del mondo dei grandi, Parker. Inoltre tralascerebbe la linea teorica dello studio per darsi prevalentemente alla pratica, cominciando così a farsi le ossa per il futuro. Vedrebbe davvero come lavora uno scienziato.
6
PPP di Peter, con la faccia in un ghigno. non proferisce parola. Gli occhi sono sgranati... ormai è nel suo mondo fatto di ampollette e formule chimiche.
VFC: Beh... accetta?
Ancora oggi, quando rileggo il primo volume di Ditko e Lee, mi sento sempre rapito, e ricordo quando da bambino fantasticavo sul poter riscrivere una sorta di remake di quel fumetto, cercando di eliminare magari qualche ingenuità, approfondire magari un certo aspetto, piuttosto che un altro. Ovviamente molti professionisti mi hanno battuto sul tempo, con Bendis e la sua versione "Ultimate". Ma chi dice che io non possa comunque provare a dare una mia versione di "Spider-Man". Quella che vi presento è una mia sceneggiatura, scritta nel tempo libero... è uno sfizio, un mio regalo a questo personaggio che mi ha accompagnato durante la mia adolescenza. Questa è solo una prima parte, poi posterò la seconda, ma più in là. Se ci sono fumettari in erba in ascolto, potete utilizzarla (se vi va) per allenarvi, per cercare di fare una tavola vostra: ovviamente, per correttezza, se pubblicaste qualcosa di inerente a questa sceneggiatura, citate la fonte, grazie.
SPIDER-MAN - parte 1
TAV 1
1
Ravvicinata di un occhio, vediamo solo un iride
2
Zoom out, torniamo indietro, l'occhio è ben più visibile ed entra nell'inquadratura gradualmente
3
adesso ci vediamo una faccia, dietro quest'occhio: la faccia di un ragazzino, avrà sì e no sedici o diciasette anni.
4
Ancora zoom out, visuale dall'alto: il ragazzo è nel letto, con le coperte addosso.
VFC: Peter, farai tardi a scuola! In piedi, pigrone!
5
Il giovane Peter, sospirante, afferra gli occhiali che si trovano sul comodino di fianco al suo letto (è ancora nel letto, però).
6
PP di peter, inforca gli occhiali. Ha uno sguardo vacuo.
Peter: Certo, Zia May...
TAV 2
1
Peter è sveglio e fa quello che uno come lui dovrebbe fare al mattino: in questa vignetta si guarda allo specchio (figura intera), a torso nudo: è magrissimo, quasi rachitico. Ha le spalle curve, magari si guarda il bicipite che non esiste, mimando nello specchio quello che fanno i culturisti.
2
Peter che si lava i denti, in bagno.
3 4 5
Peter che in sequenza fa una boccaccia davanti allo specchio del bagno, si preme un brufolo (sempre davanti allo specchio), e solleva il naso in aria per vedere se è pulito.
6
Peter ora nella sua stanza, che guarda verso il suo computer, acceso. Si sta vestendo nel frattempo.
Peter: Mhhh... ancora nessuna richiesta di amicizia...
Tav 3
1
Peter in cucina, ha già lo zaino in spalla. Zio Ben seduto al tavolo, legge il giornale. Zia May ai fornelli, voltata però verso Peter.
Peter: Beh... io vado...
Zia May: Ma... non hai mangiato niente?
2
MB di Zio Ben, sorridente
Zio Ben: Lascialo in pace, May. Piuttosto, li hai i soldi per il pranzo?
3
PP di Peter, che sorride a sua volta. Sembra che solo suo zio lo capisca davvero.
Peter: Certo, Zio Ben.
4
Peter davanti a noi, ha la porta di casa aperta. Sguardo volto al cielo, scocciato. Sullo sfondo zio ben e zia May.
Zia May: Perché non inviti MJ stasera? Magari vuole cenare qui.
Zio Ben: Ma no, May. A Pete piace un'altra.
5
Stacco. in campo lungo il liceo di Midtown
TAV 4
1
CM. In aula, il professore consegna i compiti ai ragazzi, passando tra i banchi.
2
In sequenza. MB di una bella ragazza bionda, Gwen Stacy (mettile un paio di occhiali). Il compito le viene consegnato, vediamo nell'inquadratura solo la mano dell'insegnate . Falle uno sguardo compiaciuto, ma grintoso, come se volesse davvero fare di più.
VFC : B-, ha fatto un discreto lavoro, sig.na Stacy. Ha ancora margini di miglioramento.
3
MB di un giovane, dalla corporatura robusta: Flash Thompson. Il compito viene distribuito anche a lui. Fagli uno sguardo strafottente, ma allo stesso tempo un po' preoccupato... ma non per il voto.
VFC: Sign. Thompson... dovrebbe cominciare a impegnarsi seriamente... lo studio è importante quanto lo sport, lo sa? F...
Flash: Il mio vecchio mi ammazzerà...
VFC: Problemi suoi...
4
Finalmente è il turno di Peter: stessa inquadratura di prima, il compito viene distribuito anche a lui. Peter è impacciato, disegnalo quasi come se stesse stretto nel banco. non riesce nemmeno a guardare verso il professore, ma sorride.
VFC: Una A+, signor Parker. Continui così, e forse potrà permettersi anche un'università come Harvard.
5
Flash, seduto nel banco guarda verso Peter. Sembra indifferente, ma i suoi occhi lasciano trasparire rabbia. Il professore continua a parlare intanto.
VFC: Passi da me dopo la pausa-pranzo, vorrei parlarle di una cosa.
TAV 5
1
Pausa pranzo. Inquadratura dall'alto. Al suono della campanella, i ragazzi escono dall'aula. si accalcano nei corridoi.
Driiiiiin
2
Dettaglio di un mento con due labbra. Tra le labbra c'è uno spinello. Fai in modo che si veda che stia aspirando.
VFC: Che farai, lo dirai a tuo padre?
3
Zoom Out. Quel mento e quelle labbra appartengono a Flash, è circondato da un paio di amici. Parlano animatamente e fumano anche loro. Si trovano nel bagno della scuola. Un bagno sporchissimo, con disegnini osceni sulle mattonelle delle pareti. MB di tutti
Flash: Mio padre è l'ultimo dei miei problemi... sto cercando di piazzare la roba che mi hai dato!
Amico A: Ehi, Flash, guarda che io scherzavo, non devi farlo per davvero... pensavo le usassi per te...
Flash: Senti, io ho bisogno di soldi, tu hai bisogno di soldi. Credo sia l'unico modo...
Amico A: Io mi preoccupo, è pericoloso...
4
Flash Afferra per la maglietta l'amico A, mentre l'amico B cerca di separarli.
Flash: Tu non mi dici cosa fare!
Amico B: Ehi, voi smettetela! Se facciamo casino...
5
Figura intera di tutti e 3, che guardano verso il lettore, quando sentono la porta aprirsi. Nascondono istintivamente gli spinelli dietro la schiena.
Skreeeee
6
Controcampo. Li vediamo da dietro, in MB, davanti a loro c'è Peter.
Flash: Parker!
TAV 6
1
Un altro controcampo. Peter da Dietro, davanti a lui i 3, che messi così somilgiano proprio ai 3 marmittoni.
Amico A: Pensavamo fosse un insegnante... che cosa ci fai qui, ragnetto?
Peter: Beh... è un bagno... devo pisciare...
2
Mb dei 3, sghignazzanti.
Flash: Ahaha... ma l'avete sentito... conosci anche parole come "pisciare", Parker?
3
Peter si avvia in uno dei bagni. Fallo in PA
Peter: Lasciami in pace, Flash.
4
PP di Flash. Appare indispettito
5
Flash si avvia verso il bagno, minaccioso. Peter in PP, di quinta, in sp Flash.
Flash: Ehi, tu!
6
Mb di entrambi. Flash afferra Peter per la maglietta.
Flash: Ma chi cazzo ti credi di essere, bamboccio?
TAV 7
1
Flash continua a a tenere Peter.
Flash: L'unico motivo per cui non ti spacco la faccia, sgorbio, è perché la mia ragazza è una tua amica... ma tu devi portarmi il rispetto che mi devi.
2
PP di Peter, guarda verso destra, intimidito, mentre la mano di Flash continua a tenerlo.
VFC Flash: Tu non sei niente, Parker... tu fai solo quello che io ti dico di fare, e basta. Anzi, Se io ti do il permesso, tu pisci. Coraggio, chiedimelo...
3
Dettaglio del viso si Flash. Ci soffermiamo sui suoi occhi maligni.
Flash: Ti ho detto di chiedermi il permesso, Parker.
4
Una ravvicinata di Peter, guarda ancora dall'altro lato. Rimane in silenzio.
5
Ravvicinata della sua bocca (sempre di Peter), che parla.
Peter: Posso pisciare, Flash?
TAV 8
1
Flash lo lascia andare. MB
Flash: Puoi pisciare, Parker, ma dopo che io e i miei amici saremo usciti...
2
PP di Flash, un po' dal basso, come se fosse una soggettiva di Peter.
Flash: Dopotutto, chi diavolo ha intenzione di vedere quel cosino che ti porti tra le gambe?
3
CM, dall'alto. A figura intera tutti. Immagina una telecamera dall'alto, come se tu ti stessi sporgendo per vedere in un contenitore. Flash e i suoi amici, di spalle, stanno uscendo dal bagno, avviandosi verso la porta. Peter è mesto contro il muro.
Amico A: Andiamo, amico, non hai esagerato col ragnetto?
Amico B: Parker, dovresti cambiare sesso, secondo me ci guadagni! Ah ah ah
4
Inquadratura frontale, MB di Peter, contro il muro in uno dei bagni. Ha il viso mesto, il capo chino.
5
Dettaglio della mano di Peter, frontale, chiusa in un pugno. Tremante.
6
Altro dettaglio. Il pugno di Peter colpisce la parete di mattonelle davanti lui, con forza.
7
Un piccolo Zoom Out di Peter, in PA. Si tiene la mano, dolorante, ha ancora il capo chino.
Peter: Dannazione...
TAV 9
1
Stacco. Aula di fisica della midtown. Vediamo in PP una mano che scrive qualcosa, in SP, Peter che entra dalla porta dell'aula.
Peter: Professor Warren, è permesso?
2
Contro campo. Mb del professor Warren, che smette di scrivere.
Prof. Warren: Oh, Parker, finalmente... entri, entri pure.
3
Peter davanti al professore.
Peter: Voleva vedermi, giusto?
4
Ancora un MB di Warren, che incrocia le dita, pensieroso.
Warren: Certo, Parker. Cosa pensa del voto che ha preso oggi?
5
PP di Peter, storce la bocca, è confuso.
Peter: Mah... mhhh... che ho studiato, forse?
6
PP di Warren, che sorride.
Warren: Certo, ma lei avrebbe preso quel voto anche senza tutte quelle manfrine scritte sui libri...
TAV 10
1
Warren si alza, dalla scrivania. Inquadratura da dietro, in PP. Peter è davanti a lui.
Warren: La verità è che ha un talento naturale per la scienza e la fisica in generale. A volte, guardandola, rivedo ancora suo padre. Avete la stessa passione...
2
CM. Warren appoggiato ora sulla sua scrivania, Peter gli è sempre avanti, in piedi.
Peter: Eravate molto amici...
Warren: Sì, ma non è di questo che dobbiamo parlare... vorrei chiederle, invece, se le andrebbe di farmi da assistente....
3
PP di Peter che sobbalza, sgranando gli occhi.
Peter: A-assistente?
4
MB di Warren.
Warren: Certo. Come ben sa io insegno anche all'università e lì, tra i miei studenti, c'è chi farebbe i salti mortali per assistermi durante le mie sperimentazioni, ma non ho incontrato nessuno con le sue capacità, nessuno che risulti brillante quanto lei.
5
Controcampo, MB di Warren di spalle, Peter davanti a lui, incredulo.
Warren: Sarebbe un'occasione: avrebbe l'opportunità di farsi un giro all'università, vedere come funziona, potrebbe finalmente farsi un'idea del mondo dei grandi, Parker. Inoltre tralascerebbe la linea teorica dello studio per darsi prevalentemente alla pratica, cominciando così a farsi le ossa per il futuro. Vedrebbe davvero come lavora uno scienziato.
6
PPP di Peter, con la faccia in un ghigno. non proferisce parola. Gli occhi sono sgranati... ormai è nel suo mondo fatto di ampollette e formule chimiche.
VFC: Beh... accetta?
lunedì 12 maggio 2014
A Serbian Film - parliamone
Credo che di A Serbian Film, ne abbiate sentito parlare un po' tutti, chi più, chi meno.
Si tratta di quel film serbo (appunto), divenuto celebre per la messa in scena di sequenze ultra violente, angoscianti e al limite della pornografia (limite che comunque non oltrepassa mai). Io non potevo farmi sfuggire l'occasione di vederlo, e così l'ho fatto... l'ho visto. Solitamente, quando parlo di qualcosa, metto un po' di immagini, con tanto di battuta squallida, ma stavolta non lo farò, perché non riesco a scherzare più di tanto su A Serbian Film... là, vi metto giusto la locandina
Premetto che ho visto il film senza sottotitoli (chi volesse, è reperibilissimo su youtube), quindi sono andato a interpretazione, anche se non c'era granché da interpretare.
La trama in breve: Miloš è un pornodivo in pensione, con moglie e figlio a carico; le ristrettezze economiche lo costringono a tornare in "azione", ma si troverà in balia di un regista che lo costringerà, sotto somministrazione di droghe, a partecipare a snuff movie estremi.
Secondo il regista, Srđan Spasojević (grazie, Wikipedia), A Serbian Film doveva essere una sorta di atto d'accusa contro il governo serbo; io, onestamente, non so quale sia la situazione politica della Serbia, quindi non posso pronunciarmi, anzi, è capace che il regista volesse dire qualcosa, ma a me è arrivato altro, dandomi comunque alcuni interessanti spunti di riflessione.
Inoltre, essendo completamente sinceri, ho visto il film solo per soddisfare la mia curiosità morbosa.
Siccome è sicuro che molti di voi vorranno sicuramente sapere se la pellicola è così violenta come si dice, allora vi rispondo: sì, lo è, e forse anche qualcosa di più. Il film inizia "tranquillo" (per tranquillo io intendo che il figlio di Miloš sta guardando candidamente uno dei pornazzi girati dal padre), poi, andando avanti, ti arriva la scena in cui un fallo (palesemente finto) eiacula sulla faccia pesta di una gentil donzella... per dirla tutta alcuni effetti speciali sono marcatamente artigianali, e si vede lontano un miglio che sono finti, ma è l'impatto emozionale che ha su ognuno di noi a rendere credibile o meno la scena ai nostri occhi...
Infatti, poco dopo, c'è la bomba dove anche il più duro storcerebbe il naso: la scena del parto. Credo che nemmeno Takashi Miike sarebbe arrivato a tanto (e dopo visitor Q...): in pratica si vede una donna, in un sudicio scantinato, partorire, con tanto di dettaglio della vagina, che si allarga e fa uscire il neonato, aiutata da un simpatico ostetrico in occhiali da sole... lo ammetto, già avevo intuito alla lontana cosa sarebbe accaduto, ma mi ripetevo "Dimmi che non sta per succedere, dimmi che non sta per succedere"... e invece succede: il simpatico ostetrico stupra il neonato sotto lo sguardo gelido della madre, che abbozza anche un sorriso... non credevo che un regista avesse le palle (e lo stomaco) di mostrare una cosa del genere in un film. E non abbiamo nemmeno toccato la punta dell'Iceberg... da qua è solo un crescendo (che non vi dico, nel caso qualcuno volesse visionare la pellicola), fino al finale, che ti lascia con l'amaro in bocca... ma se il film avrà lo stesso impatto su di voi, che ha avuto anche su di me, vi ritroverete a esclamare una roba del genere: "E' IL FIGLIO?!"... assicurato.
Alcune scene, sembrano prese da American Psycho (il romanzo, non il film, che è la versione edulcorata della versione edulcorata adattato a sua volta dalla versione edulcorata del libro), e raccontato con i medesimi fastidiosi particolari.
Ora c'è il domandone, e mi offendo se alcuni non me lo fanno: ma il film ti è piaciuto? Sì... il film mi è piaciuto, nonostante io sia un moralista di merda... forse perché ho cercato inconsciamente di andare oltre la violenza, o è stata la violenza ad andare oltre me, non saprei. A Serbian Film è un gran film, ma perché fa bene il suo lavoro: ti smuove dentro, ti mette a disagio, ti crea disgusto, ma il disgusto vero, quello viscerale, ti crea odio verso le barbarie che ti vengono sparate in faccia... vuoi che finisca,vuoi che questa gente venga trucidata, giustiziata per tutte le porcate che hanno fatto. E ripeto, questo è un bene: sentirsi partecipi di qualcosa, sentirla, ti identifica, ti sta dicendo che sei vivo! Il film è ben girato, bella la fotografia, e buona la sceneggiatura, ma pellicole come questa, sul lato tecnico risultano sempre estremamente curate, quindi inutile anche solo starne a parlare.
Se vi ho acceso un po' di curiosità, guardatelo, ovviamente con un certo occhio critico, ma se la violenza non vi piace e siete cresciuti solo con i film di Lino Banfi e Renato Pozzetto, allora evitatelo.
Prima di lasciarvi, i punti in della pellicola
-Le donne serbe son bellissime! Come tutte le ragazze dell'est, ovviamente (Sì, guardo Czech Street)... ma... le producono in serie?
-Miloš trafigge l'occhio dell'ostetrico col suo fallo eretto. UNA SCENA CHE DEVE ESSERE VISTA!!!
Si tratta di quel film serbo (appunto), divenuto celebre per la messa in scena di sequenze ultra violente, angoscianti e al limite della pornografia (limite che comunque non oltrepassa mai). Io non potevo farmi sfuggire l'occasione di vederlo, e così l'ho fatto... l'ho visto. Solitamente, quando parlo di qualcosa, metto un po' di immagini, con tanto di battuta squallida, ma stavolta non lo farò, perché non riesco a scherzare più di tanto su A Serbian Film... là, vi metto giusto la locandina
Premetto che ho visto il film senza sottotitoli (chi volesse, è reperibilissimo su youtube), quindi sono andato a interpretazione, anche se non c'era granché da interpretare.
La trama in breve: Miloš è un pornodivo in pensione, con moglie e figlio a carico; le ristrettezze economiche lo costringono a tornare in "azione", ma si troverà in balia di un regista che lo costringerà, sotto somministrazione di droghe, a partecipare a snuff movie estremi.
Secondo il regista, Srđan Spasojević (grazie, Wikipedia), A Serbian Film doveva essere una sorta di atto d'accusa contro il governo serbo; io, onestamente, non so quale sia la situazione politica della Serbia, quindi non posso pronunciarmi, anzi, è capace che il regista volesse dire qualcosa, ma a me è arrivato altro, dandomi comunque alcuni interessanti spunti di riflessione.
Inoltre, essendo completamente sinceri, ho visto il film solo per soddisfare la mia curiosità morbosa.
Siccome è sicuro che molti di voi vorranno sicuramente sapere se la pellicola è così violenta come si dice, allora vi rispondo: sì, lo è, e forse anche qualcosa di più. Il film inizia "tranquillo" (per tranquillo io intendo che il figlio di Miloš sta guardando candidamente uno dei pornazzi girati dal padre), poi, andando avanti, ti arriva la scena in cui un fallo (palesemente finto) eiacula sulla faccia pesta di una gentil donzella... per dirla tutta alcuni effetti speciali sono marcatamente artigianali, e si vede lontano un miglio che sono finti, ma è l'impatto emozionale che ha su ognuno di noi a rendere credibile o meno la scena ai nostri occhi...
Infatti, poco dopo, c'è la bomba dove anche il più duro storcerebbe il naso: la scena del parto. Credo che nemmeno Takashi Miike sarebbe arrivato a tanto (e dopo visitor Q...): in pratica si vede una donna, in un sudicio scantinato, partorire, con tanto di dettaglio della vagina, che si allarga e fa uscire il neonato, aiutata da un simpatico ostetrico in occhiali da sole... lo ammetto, già avevo intuito alla lontana cosa sarebbe accaduto, ma mi ripetevo "Dimmi che non sta per succedere, dimmi che non sta per succedere"... e invece succede: il simpatico ostetrico stupra il neonato sotto lo sguardo gelido della madre, che abbozza anche un sorriso... non credevo che un regista avesse le palle (e lo stomaco) di mostrare una cosa del genere in un film. E non abbiamo nemmeno toccato la punta dell'Iceberg... da qua è solo un crescendo (che non vi dico, nel caso qualcuno volesse visionare la pellicola), fino al finale, che ti lascia con l'amaro in bocca... ma se il film avrà lo stesso impatto su di voi, che ha avuto anche su di me, vi ritroverete a esclamare una roba del genere: "E' IL FIGLIO?!"... assicurato.
Alcune scene, sembrano prese da American Psycho (il romanzo, non il film, che è la versione edulcorata della versione edulcorata adattato a sua volta dalla versione edulcorata del libro), e raccontato con i medesimi fastidiosi particolari.
Ora c'è il domandone, e mi offendo se alcuni non me lo fanno: ma il film ti è piaciuto? Sì... il film mi è piaciuto, nonostante io sia un moralista di merda... forse perché ho cercato inconsciamente di andare oltre la violenza, o è stata la violenza ad andare oltre me, non saprei. A Serbian Film è un gran film, ma perché fa bene il suo lavoro: ti smuove dentro, ti mette a disagio, ti crea disgusto, ma il disgusto vero, quello viscerale, ti crea odio verso le barbarie che ti vengono sparate in faccia... vuoi che finisca,vuoi che questa gente venga trucidata, giustiziata per tutte le porcate che hanno fatto. E ripeto, questo è un bene: sentirsi partecipi di qualcosa, sentirla, ti identifica, ti sta dicendo che sei vivo! Il film è ben girato, bella la fotografia, e buona la sceneggiatura, ma pellicole come questa, sul lato tecnico risultano sempre estremamente curate, quindi inutile anche solo starne a parlare.
Se vi ho acceso un po' di curiosità, guardatelo, ovviamente con un certo occhio critico, ma se la violenza non vi piace e siete cresciuti solo con i film di Lino Banfi e Renato Pozzetto, allora evitatelo.
Prima di lasciarvi, i punti in della pellicola
-Le donne serbe son bellissime! Come tutte le ragazze dell'est, ovviamente (Sì, guardo Czech Street)... ma... le producono in serie?
-Miloš trafigge l'occhio dell'ostetrico col suo fallo eretto. UNA SCENA CHE DEVE ESSERE VISTA!!!
sabato 10 maggio 2014
The Butterfly Room - recensione
Jonathan Zarantonello... vi dice qualcosa questo nome? No? Vabbeh, è il nome con cui a volte viene accreditato Gionata Zarantonello... ancora non vi dice nulla? Mhhh... si tratta di costui...
Mhhh... ancora niente? Beh, forse la sto facendo troppo lunga... avete ragione voi.
Zarantonello è italiano, fa il regista... e ha delle potenzialità incredibili, sia a livello visivo che narrativo. Difatti, il film che andrò a recensire è l'inquietante "The Butterfly Room", una vera sorpresa, che lascia presagire che l'Italia abbia ancora qualche buona cartuccia da sparare in campo cinematografico. Son davvero contento! E poi recensire ogni tanto un bel film fa sempre piacere.
La pellicola è un thriller, e credo che questo sia chiaro a tutti, e s'ispira al romanzo dello stesso Zarantonello, intitolato "Alice dalle 4 alle 5", e vede protagonista un'attempata signora, Ann, alla ricerca di una figlia surrogato, una ricerca talmente ossessiva da farla diventare un'assassina. La morbosità che permea la pellicola traspare da ogni inquadratura, andando a toccare temi delicati come quelli della pedofilia e della prostituzione, ma in modo molto originale, dando così anche qualche curioso spunto di riflessione: quale divario separa l'amore di un genitore da un amore deviato o oppressivo? Inoltre, oggi non stiamo forse insegnando ai bambini a prostituirsi? Come si compra sesso da una prostituta, è possibile davvero comprare l'amore di un bimbo? Rifletteteci...
La trama si sdogana pian pianino, dato che ci viene presentata tramite una buona dose di flashback... mhhhh... più che flashback, direi che il film si riavvolge letteralmente su sé stesso, tornando indietro nel tempo e mostrandoci in effetti cosa è accaduto, mostrando quindi una diversa chiava di lettura della scena; forse a dirla così risulta strano, ma l'effetto è davvero ben riuscito. Le inquadrature sono estremamente ricercate, non è il modo tipico di girare un film italiano, ma nemmeno quello tipico di un thriller americano: il film è molto violento, permeato da una tensione crescente, ma non c'è una sola goccia di sangue; c'è una sequenza in particolare, ad esempio, che mi ha colpito per come è stata girata: Ann passa da un buco nel muro che ella stessa ha aperto a martellate, e nel farlo sbatte con forza la sua mano contro la parete (e lì abbiamo un mini zoom) e poi, uscendo fuori completamente, la telecamera si sofferma per qualche secondo sul suo sguardo spaventoso. Fa un certo effetto, perché sembra girato come i vecchi film di una volta, ma possiede una freschezza e una potenza che si può trovare solo nel cinema d'oggi; semplicemente, Zarantonello, è uno che ha capito come (e in cosa) funzionavano i vecchi horror, ed è un bene!
Tant'è che i protagonisti sono tutti vecchie glorie del cinema horror... la stessa Ann è interpretata da Barabara Steele, che molti ricorderanno nel capolavoro di Mario Bava, "La maschera del demonio". Se all'epoca Barabara Steele era bellissima, una topona, vederla oggi, in questo film, incartapecorita, fa quasi tristezza... eppure il tempo passato ha affinato tutte le sue doti espressive, rendendola inquietante, il prototipo moderno di una strega, una vera orchessa diabolica.
Una menzione va anche a Julia Putnam, che interpreta Alice, la ragazzina di cui si è "invaghita" Ann. La fanciulla, che tra qualche anno sarà bonissima, mostra un viso angelico, che però mantiene una punta di ambiguità, che ben fa funzionare la sua recitazione "fredda".
Dopo tanti elogi, sarebbe giusto passare a qualche nota negativa, che però non inficia sulla riuscita della pellicola. Alcuni personaggi di contorno sono inutili, come il custode del palazzo, interpretato da Ray Wise. Il finale, poi, è un po' tirato via, troppo veloce, e in alcuni punti un po' incoerente; non ho letto il romanzo, ma presumo che lì, debba essere strutturato meglio... perché alcune cose sono davvero da calci in faccia, quindi voglio credere che almeno cinematograficamente il buon Zarantonello non sia riuscito a gestirlo a dovere (altrimenti mi cadrebbe proprio sul più bello). In ogni caso l'atmosfera cupa, la fotografia fredda, la regia funzionale, e ovviamente le interpretazioni degli attori, fanno di questa pellicola un piccolo gioiellino, che secondo me merita almeno una visione da parte degli appassionati del thriller-horror (e non), questo è sicuro!
Mhhh... ancora niente? Beh, forse la sto facendo troppo lunga... avete ragione voi.
Zarantonello è italiano, fa il regista... e ha delle potenzialità incredibili, sia a livello visivo che narrativo. Difatti, il film che andrò a recensire è l'inquietante "The Butterfly Room", una vera sorpresa, che lascia presagire che l'Italia abbia ancora qualche buona cartuccia da sparare in campo cinematografico. Son davvero contento! E poi recensire ogni tanto un bel film fa sempre piacere.
La pellicola è un thriller, e credo che questo sia chiaro a tutti, e s'ispira al romanzo dello stesso Zarantonello, intitolato "Alice dalle 4 alle 5", e vede protagonista un'attempata signora, Ann, alla ricerca di una figlia surrogato, una ricerca talmente ossessiva da farla diventare un'assassina. La morbosità che permea la pellicola traspare da ogni inquadratura, andando a toccare temi delicati come quelli della pedofilia e della prostituzione, ma in modo molto originale, dando così anche qualche curioso spunto di riflessione: quale divario separa l'amore di un genitore da un amore deviato o oppressivo? Inoltre, oggi non stiamo forse insegnando ai bambini a prostituirsi? Come si compra sesso da una prostituta, è possibile davvero comprare l'amore di un bimbo? Rifletteteci...
La trama si sdogana pian pianino, dato che ci viene presentata tramite una buona dose di flashback... mhhhh... più che flashback, direi che il film si riavvolge letteralmente su sé stesso, tornando indietro nel tempo e mostrandoci in effetti cosa è accaduto, mostrando quindi una diversa chiava di lettura della scena; forse a dirla così risulta strano, ma l'effetto è davvero ben riuscito. Le inquadrature sono estremamente ricercate, non è il modo tipico di girare un film italiano, ma nemmeno quello tipico di un thriller americano: il film è molto violento, permeato da una tensione crescente, ma non c'è una sola goccia di sangue; c'è una sequenza in particolare, ad esempio, che mi ha colpito per come è stata girata: Ann passa da un buco nel muro che ella stessa ha aperto a martellate, e nel farlo sbatte con forza la sua mano contro la parete (e lì abbiamo un mini zoom) e poi, uscendo fuori completamente, la telecamera si sofferma per qualche secondo sul suo sguardo spaventoso. Fa un certo effetto, perché sembra girato come i vecchi film di una volta, ma possiede una freschezza e una potenza che si può trovare solo nel cinema d'oggi; semplicemente, Zarantonello, è uno che ha capito come (e in cosa) funzionavano i vecchi horror, ed è un bene!
Tant'è che i protagonisti sono tutti vecchie glorie del cinema horror... la stessa Ann è interpretata da Barabara Steele, che molti ricorderanno nel capolavoro di Mario Bava, "La maschera del demonio". Se all'epoca Barabara Steele era bellissima, una topona, vederla oggi, in questo film, incartapecorita, fa quasi tristezza... eppure il tempo passato ha affinato tutte le sue doti espressive, rendendola inquietante, il prototipo moderno di una strega, una vera orchessa diabolica.
La bella topona dell'epoca |
L'inquietante strega del film... |
Ah... se fossi stata un po' più grande... saresti stata una perfetta Mary Jane!!! |
Dopo tanti elogi, sarebbe giusto passare a qualche nota negativa, che però non inficia sulla riuscita della pellicola. Alcuni personaggi di contorno sono inutili, come il custode del palazzo, interpretato da Ray Wise. Il finale, poi, è un po' tirato via, troppo veloce, e in alcuni punti un po' incoerente; non ho letto il romanzo, ma presumo che lì, debba essere strutturato meglio... perché alcune cose sono davvero da calci in faccia, quindi voglio credere che almeno cinematograficamente il buon Zarantonello non sia riuscito a gestirlo a dovere (altrimenti mi cadrebbe proprio sul più bello). In ogni caso l'atmosfera cupa, la fotografia fredda, la regia funzionale, e ovviamente le interpretazioni degli attori, fanno di questa pellicola un piccolo gioiellino, che secondo me merita almeno una visione da parte degli appassionati del thriller-horror (e non), questo è sicuro!
giovedì 8 maggio 2014
Il Monaco - 2
Okay, ho finito la storia, ci siam riusciti alla fine. Rivedendola credo sempre che quel dialogo o quel disegno avrei potuto renderlo meglio, ma forse sarebbe stato lo stesso. Vi lascio al video, comunque.
martedì 6 maggio 2014
domenica 4 maggio 2014
The amazing Spider-man... la recensione in ritardo
Siccome prossimamente è sicuro che scrivo una rece di "The amazing Spider-man 2", mi sembra giusto spendere quattro parole anche sul primo, quella magnifica pellicola che ha saputo riscrivere le origini di un eroe, indubbiamente il mio film preferito in assolut... goorgle, bluargh... scusate, mi salgono i conati di vomito, quando provo a mentire...
TAS è il film che più ho odiato negli ultimi anni. Mi ha deluso moltissimo. E guardate che io ero uno di quelli che quando ha visto il trailer era gasatissimo! Non stavo più nelle palle (sì, non pelle). Poi l'ho visto, e il tracollo è stato devastante per la mia persona (ancora oggi ho diverse crisi d'identità)... ci andai a vederlo due volte al cinema: una con gli amici, l'altra ci portai mio nipote di cinque anni... ai primi è piaciuto, al secondo no... ah, i bambini, impossibile ingannarli!
Ora, potrei fare il discorso di quanto centri poco col fumetto (anche con Ultimate), potrei dire di aver letto almeno venti anni dei cinquanta di Spidey, ma non mi serve, un film non deve ricalcare il fumetto per forza, purché sia ben fatto e intrattenga... ma che Dio fulmini Marc Webb, Avi Arad, e quei dannati sceneggiatori, e la produzione tutta...
Ci sono talmente tante idiozie, talmente tante stupidaggini in questa pellicola, ed è talmente confusa e noiosa, che a distanza di anni io ancora ne parlo, e ci vomito sopra; vi assicuro che non m'era mai capitato... eppure dovevo già accorgermene a suo tempo quando mi dissero che il film sarebbe stato MOLTO realistico e coerente... da una parte direi dannato Nolan... dall'altra... beh... direi che nessun film mi ha mai offeso tanto quanto TAS, insultando la mia intelligenza... diciamocelo, non sono Einstein, ma se credi di servirmi la merda, senza che io ne senta la puzza, ti sbagli di grosso...
Esaminiamo i punti salienti (si fa per dire) che fanno di questo film la monnezza del cinema, e mettono in ridicolo sia le dichiarazioni di regista e produzione di questa aberrazione (genetica).
-Dopo i titoli di testa, Peter bambino gioca a nascondino con... nessuno! NESSUNO! Perché? mah, coerenza...
-Peter sarebbe un emarginato, ma tutti gli chiedono foto e favori, e la più figa della scuola gli va dietro, e sbava sul suo pisello fotografico... infatti, coerenza...
-La più figa della scuola è una sedicenne che è anche collaboratrice di un'eminenza scientifica, in una delle aziende più prestigiose della città... cioè, buahahahaha... no, dài... ma mi dicono che è realistico e coerente...
-Peter che entra come un demente nella Oscorp, prendendo il badge di un'altra persona... non gli chiedono niente: "vai e infiltrati", sembra che gli dica quella dietro il bancone... arriva il proprietario del badge, non gli chiedono documenti, non lo ascoltano, lo sbattono fuori... ma mi dicono che è realistico e coerente...
-Peter che viene morso da un ragno e non batte ciglio, tranne una grattatina...
-Peter in treno che fa varie evoluzioni, in una scena che se la togli, il film ti ringrazia anche... e il giorno dopo, nisba, niente, come se non fosse successo... coerenza...
-Morte di Zio Ben... che fine fa il rapinatore? Boh, e chi lo sa! Coerenza...
-Fabbricazione del costume e dei lanciaragnatele in un battibaleno... dove ha preso il macchinario per lavorare lo spandex? Come ha imparato a lavorare lo spandex? Come è arrivato a fabbricare la tela della Oscorp? Realismo, coerenza...
- L'uomo Ragno è 10 volte più forte e resistente di un essere umano comune: dargli un pugno, equivarrebbe a darlo in un muro di mattoni, e ovviamente, anche cadendo da altezze elevate, a stento si farebbe un graffio... ma ogni sera Peter torna a casa rotto e dolorante... coerenza... o meglio, per rendere la cosa "realistica" hanno fottuto la coerenza (secondo me si dovrebbe puntare su quest'ultima).
- Che fine fa il dottore musulmano? Coerenza... (lo so, c'è la scena tagliata del DVD... ma che senso ha se non me la metti nel film? Mi crei solo un buco grande quanto l'ano della Nappi)
- Dottor Connors che vuole trasformare tutti in lucertola. Perché? Quale sarebbe lo scopo? Follia? Ma si evince poco, tutto è raccontato in modo superficiale... boh...
- Come ci è arrivato il laboratorio di Connors nelle fogne, senza che nessuno alla Oscorp se ne sia accorto? Coerenza...
- Peter ha il senso di ragno, ma Lizard riesce ad arrivargli alle spalle come se niente fosse...
ecco, qui mi son scocciato, perché Webb è proprio uno che se n'è fottuto di chi sia Spider-Man, e ha buttato alle ortiche tutto quello che rende il personaggio tale! Webb è uno che ha sfogliato una paio di albi, li ha buttati nella pattumiera e ha esclamato "Ho capito"... ma no, imbecille, non hai un capito un cazzo! E te ne sei fottuto pure di fare un buon film, e io so il motivo per cui tu ti sei ritrovato a stuprare questa storia...
Io il tuo lavoro precedente non l'ho visto, ma mi dicono che è una commedia romantica... ma se per te il romanticismo è Peter che cerca d'ingropparsi (letteralmente) per tutto il film Gwen Stacy, allora stiamo freschi! Sorvolo sulla patetica scena delle gru, che non ha né capo, né coda...
La scena più ridicola di sempre: Lizard cerca di tenere Spider-Man, che sennò cade... Spider-Man cade? Uno che ha la capacità di arrampicarsi sui muri? Coerenza...
Prima di lasciarvi, ci tengo ad esaminare il finale: in punto di morte, Il capitano Stacy chiede a Peter di tenersi lontano da Gwen, per proteggerla da tutto questo, e lui fa l'esatto opposto... stavolta non coerenza, non realismo... ma STRONZO!
Se questo film è piaciuto, mi rendo conto di quanto gli standard delle persone si siano abbassati con il passare degli anni... ed è un peccato... perché mi fa mal sperare sul futuro del genere umano...
Anche la locandina mi mente... |
TAS è il film che più ho odiato negli ultimi anni. Mi ha deluso moltissimo. E guardate che io ero uno di quelli che quando ha visto il trailer era gasatissimo! Non stavo più nelle palle (sì, non pelle). Poi l'ho visto, e il tracollo è stato devastante per la mia persona (ancora oggi ho diverse crisi d'identità)... ci andai a vederlo due volte al cinema: una con gli amici, l'altra ci portai mio nipote di cinque anni... ai primi è piaciuto, al secondo no... ah, i bambini, impossibile ingannarli!
Non credetegli... le lenti gialle sono una coincidenza... le avevamo solo in Italia... |
Ora, potrei fare il discorso di quanto centri poco col fumetto (anche con Ultimate), potrei dire di aver letto almeno venti anni dei cinquanta di Spidey, ma non mi serve, un film non deve ricalcare il fumetto per forza, purché sia ben fatto e intrattenga... ma che Dio fulmini Marc Webb, Avi Arad, e quei dannati sceneggiatori, e la produzione tutta...
Ci sono talmente tante idiozie, talmente tante stupidaggini in questa pellicola, ed è talmente confusa e noiosa, che a distanza di anni io ancora ne parlo, e ci vomito sopra; vi assicuro che non m'era mai capitato... eppure dovevo già accorgermene a suo tempo quando mi dissero che il film sarebbe stato MOLTO realistico e coerente... da una parte direi dannato Nolan... dall'altra... beh... direi che nessun film mi ha mai offeso tanto quanto TAS, insultando la mia intelligenza... diciamocelo, non sono Einstein, ma se credi di servirmi la merda, senza che io ne senta la puzza, ti sbagli di grosso...
Esaminiamo i punti salienti (si fa per dire) che fanno di questo film la monnezza del cinema, e mettono in ridicolo sia le dichiarazioni di regista e produzione di questa aberrazione (genetica).
-Dopo i titoli di testa, Peter bambino gioca a nascondino con... nessuno! NESSUNO! Perché? mah, coerenza...
-Peter sarebbe un emarginato, ma tutti gli chiedono foto e favori, e la più figa della scuola gli va dietro, e sbava sul suo pisello fotografico... infatti, coerenza...
-La più figa della scuola è una sedicenne che è anche collaboratrice di un'eminenza scientifica, in una delle aziende più prestigiose della città... cioè, buahahahaha... no, dài... ma mi dicono che è realistico e coerente...
-Peter che entra come un demente nella Oscorp, prendendo il badge di un'altra persona... non gli chiedono niente: "vai e infiltrati", sembra che gli dica quella dietro il bancone... arriva il proprietario del badge, non gli chiedono documenti, non lo ascoltano, lo sbattono fuori... ma mi dicono che è realistico e coerente...
-Peter che viene morso da un ragno e non batte ciglio, tranne una grattatina...
-Peter in treno che fa varie evoluzioni, in una scena che se la togli, il film ti ringrazia anche... e il giorno dopo, nisba, niente, come se non fosse successo... coerenza...
-Morte di Zio Ben... che fine fa il rapinatore? Boh, e chi lo sa! Coerenza...
-Fabbricazione del costume e dei lanciaragnatele in un battibaleno... dove ha preso il macchinario per lavorare lo spandex? Come ha imparato a lavorare lo spandex? Come è arrivato a fabbricare la tela della Oscorp? Realismo, coerenza...
- L'uomo Ragno è 10 volte più forte e resistente di un essere umano comune: dargli un pugno, equivarrebbe a darlo in un muro di mattoni, e ovviamente, anche cadendo da altezze elevate, a stento si farebbe un graffio... ma ogni sera Peter torna a casa rotto e dolorante... coerenza... o meglio, per rendere la cosa "realistica" hanno fottuto la coerenza (secondo me si dovrebbe puntare su quest'ultima).
- Che fine fa il dottore musulmano? Coerenza... (lo so, c'è la scena tagliata del DVD... ma che senso ha se non me la metti nel film? Mi crei solo un buco grande quanto l'ano della Nappi)
- Dottor Connors che vuole trasformare tutti in lucertola. Perché? Quale sarebbe lo scopo? Follia? Ma si evince poco, tutto è raccontato in modo superficiale... boh...
- Come ci è arrivato il laboratorio di Connors nelle fogne, senza che nessuno alla Oscorp se ne sia accorto? Coerenza...
- Peter ha il senso di ragno, ma Lizard riesce ad arrivargli alle spalle come se niente fosse...
ecco, qui mi son scocciato, perché Webb è proprio uno che se n'è fottuto di chi sia Spider-Man, e ha buttato alle ortiche tutto quello che rende il personaggio tale! Webb è uno che ha sfogliato una paio di albi, li ha buttati nella pattumiera e ha esclamato "Ho capito"... ma no, imbecille, non hai un capito un cazzo! E te ne sei fottuto pure di fare un buon film, e io so il motivo per cui tu ti sei ritrovato a stuprare questa storia...
Io il tuo lavoro precedente non l'ho visto, ma mi dicono che è una commedia romantica... ma se per te il romanticismo è Peter che cerca d'ingropparsi (letteralmente) per tutto il film Gwen Stacy, allora stiamo freschi! Sorvolo sulla patetica scena delle gru, che non ha né capo, né coda...
Ma scusa, i palazzi attorno ti facevano schifo? |
Prima di lasciarvi, ci tengo ad esaminare il finale: in punto di morte, Il capitano Stacy chiede a Peter di tenersi lontano da Gwen, per proteggerla da tutto questo, e lui fa l'esatto opposto... stavolta non coerenza, non realismo... ma STRONZO!
Se questo film è piaciuto, mi rendo conto di quanto gli standard delle persone si siano abbassati con il passare degli anni... ed è un peccato... perché mi fa mal sperare sul futuro del genere umano...
giovedì 1 maggio 2014
Brainstoming: volume 1 - parte 1
Buon primo maggio a tutti. Siccome sono un impenitente lavoratore (spero abbiate colto l'ironia), posto il secondo video di Brainstoming, così son sicuro che non ve lo scordate! :)
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