Quando tu sei nata, io già c'ero, venuto al mondo in una folle notte di primavera.
Del tempo è passato, prima che c'incontrassimo,
E quando è stato, t'ho osservata, sebbene per te io non esistessi.
Fu il tuo viso a destare la mia attenzione, e la tua voce fece il resto.
"Che bella, sei", pensai.
Ma hai continuato a non vedermi,
e quando ho cominciato ad esser visibile,
grattando via la crosta che offuscava i tuoi occhi vivaci,
hai visto quello che volevi vedere.
Tutto ciò che t'ho mostrato era un'illusione,
Tutto ciò che hai vissuto era un sogno,
E ti ho odiato per come mi hai fatto sentire.
E talvolta ancora ti odio.
Eppure, nelle interminabili sere di solitudine, ripenso al tuo essere,
e spero che la fresca brezza trasporti il mio pensiero lontano,
mentre sento sempre costante il desiderio di perdermi dentro di te,
E nel momento in cui passo il mio tempo a rimuginare sul tuo ricordo,
un mesto sorriso appare sul mio volto,
finché dolci parole occupano la mia testa...
"Che bella, sei", penso.
La verita' e' che non ho nessun commento sagace. Ti mando un abbraccio, per quello che vale.
RispondiEliminaC.
Un abbraccio è sempre ben accetto... purché non sia seguito da una pugnalata alla schiena. :P
EliminaStavolta la battuta sagace ho cercato di farla io. In ogni caso, grazie davvero dell'abbraccio. :)