Era un pomeriggio come tanti alla Comix di Napoli, e io, insieme ad un altro paio di miei compagni, occupavamo i tavoli luminosi dell'aula dilettandoci con miseri scarabocchi. Il nostro docente di allora, Pako Massimo, ci si avvicinò per riferirci che il quotidiano "Terra" cercava disegnatori per il loro inserto a fumetti di prossima pubblicazione "3D - La cronaca a fumetti".
Ci fu chiesto allora di fare un paio di pagine di prova che, se fossero andate bene, ci avrebbe permesso di lavorare sul quotidiano e venire (finalmente) pagati per qualcosa. Ci fu spedita la sceneggiatura tramite mail e io, tornato a casa e piazzatomi alla scrivania, lessi lo script (che parlava del bunga bunga mi pare, all'apice della sua scoperta) e cominciai a buttare giù un paio di layout. Soddisfatto, passai alle tavole vere e proprie, occupandomi sia delle matite che dell'inchiostro (un lavoro anche abbastanza ostico, c'erano 12 vignette per pagina!).
Ci passai l'intero week-end e, tornato a scuola per la consegna, scoprii che praticamente ero l'unico che aveva lavorato alle tavole (ma è anche vero che alcuni non erano molto interessati alla cosa)!
Quando le consegnai, non ne seppi più nulla per un paio di settimane, poi all'improvviso, un giorno, mi si avvicinò Pako: "Ah, comunque t'hanno preso, le tavole son piaciute!". "Avrei creduto strano il contrario", pensai io "Non è che avessero molta scelta... sono l'unico che le ha consegnate!".
Stop... da quell'avviso passarono ben sei mesi di buio totale! La parte divertente è che mi fu anche presentato quello che sarebbe stato il mio direttore artistico, Dario Sansone (oggi frontman dei Foja), e partì persino il progetto, dove io, però, non disegnai assolutamente nulla, non venendo coinvolto nel lavoro di produzione!!! In realtà delle tavole se ne occupò direttamente Dario (e fece un lavoro brillante!). Intanto cominciai a chiedermi se mai avessi avuto modo di lavorarci, tant'è che poi (dopo i sei mesi di buio), quando mi riferirono che avrei finalmente disegnato una storia, feci spallucce, non tanto fiducioso.
Invece, con mio stupore, dopo una settimana da quell'episodio mi arrivò una sceneggiatura. Me la ricordo ancora, la storia: parlava di un tizio di cui non rammento il nome che realizzò un villaggio attraverso il riciclaggio della spazzatura. E ovviamente il pezzo forte era il protagonista della serie, 3D (Diego Di Donato, se avete capito il gioco di parole), fotografo freelance disilluso come Corto Maltese e mattacchione come Tony Stark: insomma, il solito antieroe di 'sta ceppa.
Ci passai l'intero week-end e, tornato a scuola per la consegna, scoprii che praticamente ero l'unico che aveva lavorato alle tavole (ma è anche vero che alcuni non erano molto interessati alla cosa)!
Quando le consegnai, non ne seppi più nulla per un paio di settimane, poi all'improvviso, un giorno, mi si avvicinò Pako: "Ah, comunque t'hanno preso, le tavole son piaciute!". "Avrei creduto strano il contrario", pensai io "Non è che avessero molta scelta... sono l'unico che le ha consegnate!".
Stop... da quell'avviso passarono ben sei mesi di buio totale! La parte divertente è che mi fu anche presentato quello che sarebbe stato il mio direttore artistico, Dario Sansone (oggi frontman dei Foja), e partì persino il progetto, dove io, però, non disegnai assolutamente nulla, non venendo coinvolto nel lavoro di produzione!!! In realtà delle tavole se ne occupò direttamente Dario (e fece un lavoro brillante!). Intanto cominciai a chiedermi se mai avessi avuto modo di lavorarci, tant'è che poi (dopo i sei mesi di buio), quando mi riferirono che avrei finalmente disegnato una storia, feci spallucce, non tanto fiducioso.
Invece, con mio stupore, dopo una settimana da quell'episodio mi arrivò una sceneggiatura. Me la ricordo ancora, la storia: parlava di un tizio di cui non rammento il nome che realizzò un villaggio attraverso il riciclaggio della spazzatura. E ovviamente il pezzo forte era il protagonista della serie, 3D (Diego Di Donato, se avete capito il gioco di parole), fotografo freelance disilluso come Corto Maltese e mattacchione come Tony Stark: insomma, il solito antieroe di 'sta ceppa.
Comunque fui puntuale nel consegnare (anche perché dovevano essere colorate, quindi dovevo dare tempo anche al colorista).
Orgoglioso, decisi di acquistare una copia del giornale il sabato seguente. Andai dal mio giornalaio di fiducia, comprai il giornale, l'aprii, e trovai la mia storia, colorata e con il lettering. Poi guardai il mio nome, e ci rimasi di sasso: c'era scritto CAPOverde, invece di TESTAverde...
Sorrisi nervosamente... tornai a casa e chiamai il direttore della mia scuola, dicendogli che mi avevano sbagliato il cognome. Lui si scusò, non prima di aver fatto un paio di battute del cazzo...
E sì che ho un cognome un po'... come dire... "strano", ma è dovuto al fatto che ha origini siciliane, in quanto mio nonno era di Palermo. In realtà, un cognome come il mio, a Palermo, è molto comune: è l'equivalente dell'Esposito a Napoli, e del Rossi a Milano.
Qualche giorno più tardi. scoprii poi che la Comix era stata tappezzata con manifesti di presentazione del fumetto di Terra, dove ovviamente c'era anche il mio cognome... sempre sbagliato, però! Per un paio di mesi buoni divenni lo zimbello di tutti: trenta secondi era il tempo esatto che intercorreva tra i vari "Ciao, capoverde" (lo scrivo in piccolo, perché tanto non è mica mio, il cognome)! Fortuna che non ci tappezzarono pure tutta Napoli...
Fortunatamente il lato positivo c'era: la paga! Che però, devo dirlo, non era nemmeno la metà di ciò che mi stanno pagando ora. All'epoca mi sembra che una singola pagina mi venisse pagata sui 30-40 euro... e quando andai a prendermi i soldi a casa di Dario, che abita (o almeno abitava, all'epoca), nel centro di Napoli, fu per me anche stancante. Essendo piccole (anzi ISSIME) cifre era inutile passarsele sul conto corrente.
Comunque sia, la mia collaborazione con Terra continuò per un altro anno. Cambiò anche il mio direttore artistico, dato che Dario Sansone lasciò il testimone a Paco Desiato, che si occupava anche della colorazione digitale delle tavole. Devo ammettere che almeno all'inizio si presentò come un lavoro un po' disorganizzato: talvolta le pagine di sceneggiature mi arrivavano un paio di giorni prima della pubblicazione (che era settimanale) e io dovevo fare le corse, per mandarle in colorazione in tempo. Io e Paco riuscivamo sempre a sfangarla, però: stavamo svegli fino alle quattro del mattino, ricordo che rivedevo in continuazione le vignette, le correggevo e gliele rimandavo, poi la sua strepitosa colorazione faceva il resto. Dopo un po', però, Paco lasciò il posto da direttore artistico di Terra e trovandomi da solo, anche io cominciai a non essere più stimolato a lavorarci. Ero un po' demotivato. Ad un certo punto, infatti, non mi hanno più chiamato, merito credo anche di alcune incomprensioni reciproche.
Fu comunque un'esperienza indubbiamente formativa. Mi dispiace solo di non aver conservato quasi niente di quel lavoro, ma credo che, facendo ricerche in rete, qualcosa dovreste ancora trovare. Le uniche tavole che posso mostrarvi sono le seguenti, anche se mi pare di averle già postate una volta.
La prossima volta vi parlo della mia esperienza come aiuto colorista di una casa editrice.
Ciaoz!
Sorrisi nervosamente... tornai a casa e chiamai il direttore della mia scuola, dicendogli che mi avevano sbagliato il cognome. Lui si scusò, non prima di aver fatto un paio di battute del cazzo...
E sì che ho un cognome un po'... come dire... "strano", ma è dovuto al fatto che ha origini siciliane, in quanto mio nonno era di Palermo. In realtà, un cognome come il mio, a Palermo, è molto comune: è l'equivalente dell'Esposito a Napoli, e del Rossi a Milano.
Qualche giorno più tardi. scoprii poi che la Comix era stata tappezzata con manifesti di presentazione del fumetto di Terra, dove ovviamente c'era anche il mio cognome... sempre sbagliato, però! Per un paio di mesi buoni divenni lo zimbello di tutti: trenta secondi era il tempo esatto che intercorreva tra i vari "Ciao, capoverde" (lo scrivo in piccolo, perché tanto non è mica mio, il cognome)! Fortuna che non ci tappezzarono pure tutta Napoli...
Fortunatamente il lato positivo c'era: la paga! Che però, devo dirlo, non era nemmeno la metà di ciò che mi stanno pagando ora. All'epoca mi sembra che una singola pagina mi venisse pagata sui 30-40 euro... e quando andai a prendermi i soldi a casa di Dario, che abita (o almeno abitava, all'epoca), nel centro di Napoli, fu per me anche stancante. Essendo piccole (anzi ISSIME) cifre era inutile passarsele sul conto corrente.
Comunque sia, la mia collaborazione con Terra continuò per un altro anno. Cambiò anche il mio direttore artistico, dato che Dario Sansone lasciò il testimone a Paco Desiato, che si occupava anche della colorazione digitale delle tavole. Devo ammettere che almeno all'inizio si presentò come un lavoro un po' disorganizzato: talvolta le pagine di sceneggiature mi arrivavano un paio di giorni prima della pubblicazione (che era settimanale) e io dovevo fare le corse, per mandarle in colorazione in tempo. Io e Paco riuscivamo sempre a sfangarla, però: stavamo svegli fino alle quattro del mattino, ricordo che rivedevo in continuazione le vignette, le correggevo e gliele rimandavo, poi la sua strepitosa colorazione faceva il resto. Dopo un po', però, Paco lasciò il posto da direttore artistico di Terra e trovandomi da solo, anche io cominciai a non essere più stimolato a lavorarci. Ero un po' demotivato. Ad un certo punto, infatti, non mi hanno più chiamato, merito credo anche di alcune incomprensioni reciproche.
Fu comunque un'esperienza indubbiamente formativa. Mi dispiace solo di non aver conservato quasi niente di quel lavoro, ma credo che, facendo ricerche in rete, qualcosa dovreste ancora trovare. Le uniche tavole che posso mostrarvi sono le seguenti, anche se mi pare di averle già postate una volta.
La prossima volta vi parlo della mia esperienza come aiuto colorista di una casa editrice.
Ciaoz!
Ma sono delle tavole bellissime! Non hai neanche un originale?
RispondiEliminaNon hai neanche più provato a contattarli?
:-) scusa x le domande. .
Eheh, grazie, Maria. Mi fa piacere che apprezzi le tavole. In passato, controllando in rete, di mie ne ho intraviste altre. Poi ho smesso di cercare. :)
EliminaCon Terra è finita da un pezzo, e l'esperienza servì solo a farmi le ossa. Il progetto a cui sto lavorando adesso posso dire che è pagato molto (ma MOLTO) meglio, e soprattutto è pagato in orario! Con Terra non sapevi neanche quando li avresti visti i soldi!
Quindi no, non li ho più contattati, per il semplice motivo che non m'interessava, e poi comunque "3D" è andato avanti anche senza di me, con altri disegnatori esordienti.
Mi fa solo piacere che sia stato una sorta di trampolino anche per loro, dopotutto. :)