Sbam! è una rivista online dedicata interamente al mondo del fumetto: dalla grafica estremamente curata, presenta tante interviste ad autori e interessanti notizie provenienti dal mondo della carta disegnata. Al suo interno ha anche un angolo fumetti, dove autori che desiderano tenere una certa libertà creativa, possono chiedere di pubblicare determinate storie o anche vere e proprie serie. Uno di questi autori sono io: "Il Monaco" è ora anche su Sbam! Precisamente quello di questo bimestre Febbraio/Marzo. Diversi mesi fa inviai alla redazione il mio fumetto sperando in una pubblicazione futura. Una volta visionata la storia, la redazione mi ha dato la sua approvazione. Questo mi permetterà anche di raggiungere una fetta maggiore di lettori, e la cosa non può che farmi piacere. Certo, riguardando alcuni disegni (che sono vecchi di mesi), capisco che sono migliorabili, ma per il momento va bene lo stesso. Diamo tempo al tempo! ;)
Intanto vi rimando alla pagina di Sbam! cioè qui, e dare un'occhiata al sito, dove potrete scaricare gratuitamente la rivista, o leggerla seduta stante.
Per quanto riguarda "Caged Birds", (il graphic novel a cui sto lavorando per l'America), sta procedendo abbastanza bene e la prossima settimana, se mi è possibile (ricordate che sono sotto contratto e per il momento sono votato al silenzio), vi posterò qualche preview... mi è stata mostrata anche qualche tavola colorata, ed è un lavoro eccellente, non posso che complimentarmi col colorista!
Beh, ora mi commiato! A presto!
sabato 28 febbraio 2015
lunedì 9 febbraio 2015
Caged Birds - Il mio lavoro in America
Ora ve ne posso parlare più apertamente: attualmente ho un contratto con una casa di produzione americana (che si trova nell'assolata Los Angeles), chiamata Bella Fe Film (qui il link), per un graphic novel ambientato in Italia durante gli anni 60, a Palermo.
Il mio datore di lavoro, Ken Mora, che scrive anche apprezzati sceneggiati teatrali (qui la sua scheda su wikipedia), mi ha proposto di tuffarmi in questa avventura insieme a lui.
Ebbene, non mi è permesso, a causa di clausole contrattuali, di parlarvi di tutto il progetto, se non fino al suo compimento, ma vi sarei molto grati se voi voleste "piacciare" la pagina facebook creata da Ken a supporto del prodotto a cui stiamo lavorando. E noi abbiamo bisogno del VOSTRO sostegno! Ci sono già anteprime di alcune mie tavole e una descrizione del progetto, che credo sia molto interessante, dato che comunque non si tratta del solito fumettone americano tutto cazzotti e supereroi.
Il link della pagina facebook è qui
Potete anche scrivere commenti sulla pagina (in inglese, però), tanto io la seguirò, o farmi anche sapere qui cosa ne pensate. Vi ringrazio dell'attenzione. Quando avremo finito, sarò ben felice di spiegarvi tutto, del perché e del per come, ma soprattutto di farvi partecipi di tutte le emozioni contrastanti che sto provando in questi giorni. Grazie davvero! Un saluto!
Il mio datore di lavoro, Ken Mora, che scrive anche apprezzati sceneggiati teatrali (qui la sua scheda su wikipedia), mi ha proposto di tuffarmi in questa avventura insieme a lui.
Ebbene, non mi è permesso, a causa di clausole contrattuali, di parlarvi di tutto il progetto, se non fino al suo compimento, ma vi sarei molto grati se voi voleste "piacciare" la pagina facebook creata da Ken a supporto del prodotto a cui stiamo lavorando. E noi abbiamo bisogno del VOSTRO sostegno! Ci sono già anteprime di alcune mie tavole e una descrizione del progetto, che credo sia molto interessante, dato che comunque non si tratta del solito fumettone americano tutto cazzotti e supereroi.
Il link della pagina facebook è qui
Potete anche scrivere commenti sulla pagina (in inglese, però), tanto io la seguirò, o farmi anche sapere qui cosa ne pensate. Vi ringrazio dell'attenzione. Quando avremo finito, sarò ben felice di spiegarvi tutto, del perché e del per come, ma soprattutto di farvi partecipi di tutte le emozioni contrastanti che sto provando in questi giorni. Grazie davvero! Un saluto!
giovedì 5 febbraio 2015
La mia prima volta
Non è la prima volta che pensate voi, banda di depravati maliziosi! Mi riferisco al mio esordio in questo campo, quello dei fumetti!
Era un pomeriggio come tanti alla Comix di Napoli, e io, insieme ad un altro paio di miei compagni, occupavamo i tavoli luminosi dell'aula dilettandoci con miseri scarabocchi. Il nostro docente di allora, Pako Massimo, ci si avvicinò per riferirci che il quotidiano "Terra" cercava disegnatori per il loro inserto a fumetti di prossima pubblicazione "3D - La cronaca a fumetti".
Ci fu chiesto allora di fare un paio di pagine di prova che, se fossero andate bene, ci avrebbe permesso di lavorare sul quotidiano e venire (finalmente) pagati per qualcosa. Ci fu spedita la sceneggiatura tramite mail e io, tornato a casa e piazzatomi alla scrivania, lessi lo script (che parlava del bunga bunga mi pare, all'apice della sua scoperta) e cominciai a buttare giù un paio di layout. Soddisfatto, passai alle tavole vere e proprie, occupandomi sia delle matite che dell'inchiostro (un lavoro anche abbastanza ostico, c'erano 12 vignette per pagina!).
Ci passai l'intero week-end e, tornato a scuola per la consegna, scoprii che praticamente ero l'unico che aveva lavorato alle tavole (ma è anche vero che alcuni non erano molto interessati alla cosa)!
Quando le consegnai, non ne seppi più nulla per un paio di settimane, poi all'improvviso, un giorno, mi si avvicinò Pako: "Ah, comunque t'hanno preso, le tavole son piaciute!". "Avrei creduto strano il contrario", pensai io "Non è che avessero molta scelta... sono l'unico che le ha consegnate!".
Stop... da quell'avviso passarono ben sei mesi di buio totale! La parte divertente è che mi fu anche presentato quello che sarebbe stato il mio direttore artistico, Dario Sansone (oggi frontman dei Foja), e partì persino il progetto, dove io, però, non disegnai assolutamente nulla, non venendo coinvolto nel lavoro di produzione!!! In realtà delle tavole se ne occupò direttamente Dario (e fece un lavoro brillante!). Intanto cominciai a chiedermi se mai avessi avuto modo di lavorarci, tant'è che poi (dopo i sei mesi di buio), quando mi riferirono che avrei finalmente disegnato una storia, feci spallucce, non tanto fiducioso.
Invece, con mio stupore, dopo una settimana da quell'episodio mi arrivò una sceneggiatura. Me la ricordo ancora, la storia: parlava di un tizio di cui non rammento il nome che realizzò un villaggio attraverso il riciclaggio della spazzatura. E ovviamente il pezzo forte era il protagonista della serie, 3D (Diego Di Donato, se avete capito il gioco di parole), fotografo freelance disilluso come Corto Maltese e mattacchione come Tony Stark: insomma, il solito antieroe di 'sta ceppa.
Ci passai l'intero week-end e, tornato a scuola per la consegna, scoprii che praticamente ero l'unico che aveva lavorato alle tavole (ma è anche vero che alcuni non erano molto interessati alla cosa)!
Quando le consegnai, non ne seppi più nulla per un paio di settimane, poi all'improvviso, un giorno, mi si avvicinò Pako: "Ah, comunque t'hanno preso, le tavole son piaciute!". "Avrei creduto strano il contrario", pensai io "Non è che avessero molta scelta... sono l'unico che le ha consegnate!".
Stop... da quell'avviso passarono ben sei mesi di buio totale! La parte divertente è che mi fu anche presentato quello che sarebbe stato il mio direttore artistico, Dario Sansone (oggi frontman dei Foja), e partì persino il progetto, dove io, però, non disegnai assolutamente nulla, non venendo coinvolto nel lavoro di produzione!!! In realtà delle tavole se ne occupò direttamente Dario (e fece un lavoro brillante!). Intanto cominciai a chiedermi se mai avessi avuto modo di lavorarci, tant'è che poi (dopo i sei mesi di buio), quando mi riferirono che avrei finalmente disegnato una storia, feci spallucce, non tanto fiducioso.
Invece, con mio stupore, dopo una settimana da quell'episodio mi arrivò una sceneggiatura. Me la ricordo ancora, la storia: parlava di un tizio di cui non rammento il nome che realizzò un villaggio attraverso il riciclaggio della spazzatura. E ovviamente il pezzo forte era il protagonista della serie, 3D (Diego Di Donato, se avete capito il gioco di parole), fotografo freelance disilluso come Corto Maltese e mattacchione come Tony Stark: insomma, il solito antieroe di 'sta ceppa.
Comunque fui puntuale nel consegnare (anche perché dovevano essere colorate, quindi dovevo dare tempo anche al colorista).
Orgoglioso, decisi di acquistare una copia del giornale il sabato seguente. Andai dal mio giornalaio di fiducia, comprai il giornale, l'aprii, e trovai la mia storia, colorata e con il lettering. Poi guardai il mio nome, e ci rimasi di sasso: c'era scritto CAPOverde, invece di TESTAverde...
Sorrisi nervosamente... tornai a casa e chiamai il direttore della mia scuola, dicendogli che mi avevano sbagliato il cognome. Lui si scusò, non prima di aver fatto un paio di battute del cazzo...
E sì che ho un cognome un po'... come dire... "strano", ma è dovuto al fatto che ha origini siciliane, in quanto mio nonno era di Palermo. In realtà, un cognome come il mio, a Palermo, è molto comune: è l'equivalente dell'Esposito a Napoli, e del Rossi a Milano.
Qualche giorno più tardi. scoprii poi che la Comix era stata tappezzata con manifesti di presentazione del fumetto di Terra, dove ovviamente c'era anche il mio cognome... sempre sbagliato, però! Per un paio di mesi buoni divenni lo zimbello di tutti: trenta secondi era il tempo esatto che intercorreva tra i vari "Ciao, capoverde" (lo scrivo in piccolo, perché tanto non è mica mio, il cognome)! Fortuna che non ci tappezzarono pure tutta Napoli...
Fortunatamente il lato positivo c'era: la paga! Che però, devo dirlo, non era nemmeno la metà di ciò che mi stanno pagando ora. All'epoca mi sembra che una singola pagina mi venisse pagata sui 30-40 euro... e quando andai a prendermi i soldi a casa di Dario, che abita (o almeno abitava, all'epoca), nel centro di Napoli, fu per me anche stancante. Essendo piccole (anzi ISSIME) cifre era inutile passarsele sul conto corrente.
Comunque sia, la mia collaborazione con Terra continuò per un altro anno. Cambiò anche il mio direttore artistico, dato che Dario Sansone lasciò il testimone a Paco Desiato, che si occupava anche della colorazione digitale delle tavole. Devo ammettere che almeno all'inizio si presentò come un lavoro un po' disorganizzato: talvolta le pagine di sceneggiature mi arrivavano un paio di giorni prima della pubblicazione (che era settimanale) e io dovevo fare le corse, per mandarle in colorazione in tempo. Io e Paco riuscivamo sempre a sfangarla, però: stavamo svegli fino alle quattro del mattino, ricordo che rivedevo in continuazione le vignette, le correggevo e gliele rimandavo, poi la sua strepitosa colorazione faceva il resto. Dopo un po', però, Paco lasciò il posto da direttore artistico di Terra e trovandomi da solo, anche io cominciai a non essere più stimolato a lavorarci. Ero un po' demotivato. Ad un certo punto, infatti, non mi hanno più chiamato, merito credo anche di alcune incomprensioni reciproche.
Fu comunque un'esperienza indubbiamente formativa. Mi dispiace solo di non aver conservato quasi niente di quel lavoro, ma credo che, facendo ricerche in rete, qualcosa dovreste ancora trovare. Le uniche tavole che posso mostrarvi sono le seguenti, anche se mi pare di averle già postate una volta.
La prossima volta vi parlo della mia esperienza come aiuto colorista di una casa editrice.
Ciaoz!
Sorrisi nervosamente... tornai a casa e chiamai il direttore della mia scuola, dicendogli che mi avevano sbagliato il cognome. Lui si scusò, non prima di aver fatto un paio di battute del cazzo...
E sì che ho un cognome un po'... come dire... "strano", ma è dovuto al fatto che ha origini siciliane, in quanto mio nonno era di Palermo. In realtà, un cognome come il mio, a Palermo, è molto comune: è l'equivalente dell'Esposito a Napoli, e del Rossi a Milano.
Qualche giorno più tardi. scoprii poi che la Comix era stata tappezzata con manifesti di presentazione del fumetto di Terra, dove ovviamente c'era anche il mio cognome... sempre sbagliato, però! Per un paio di mesi buoni divenni lo zimbello di tutti: trenta secondi era il tempo esatto che intercorreva tra i vari "Ciao, capoverde" (lo scrivo in piccolo, perché tanto non è mica mio, il cognome)! Fortuna che non ci tappezzarono pure tutta Napoli...
Fortunatamente il lato positivo c'era: la paga! Che però, devo dirlo, non era nemmeno la metà di ciò che mi stanno pagando ora. All'epoca mi sembra che una singola pagina mi venisse pagata sui 30-40 euro... e quando andai a prendermi i soldi a casa di Dario, che abita (o almeno abitava, all'epoca), nel centro di Napoli, fu per me anche stancante. Essendo piccole (anzi ISSIME) cifre era inutile passarsele sul conto corrente.
Comunque sia, la mia collaborazione con Terra continuò per un altro anno. Cambiò anche il mio direttore artistico, dato che Dario Sansone lasciò il testimone a Paco Desiato, che si occupava anche della colorazione digitale delle tavole. Devo ammettere che almeno all'inizio si presentò come un lavoro un po' disorganizzato: talvolta le pagine di sceneggiature mi arrivavano un paio di giorni prima della pubblicazione (che era settimanale) e io dovevo fare le corse, per mandarle in colorazione in tempo. Io e Paco riuscivamo sempre a sfangarla, però: stavamo svegli fino alle quattro del mattino, ricordo che rivedevo in continuazione le vignette, le correggevo e gliele rimandavo, poi la sua strepitosa colorazione faceva il resto. Dopo un po', però, Paco lasciò il posto da direttore artistico di Terra e trovandomi da solo, anche io cominciai a non essere più stimolato a lavorarci. Ero un po' demotivato. Ad un certo punto, infatti, non mi hanno più chiamato, merito credo anche di alcune incomprensioni reciproche.
Fu comunque un'esperienza indubbiamente formativa. Mi dispiace solo di non aver conservato quasi niente di quel lavoro, ma credo che, facendo ricerche in rete, qualcosa dovreste ancora trovare. Le uniche tavole che posso mostrarvi sono le seguenti, anche se mi pare di averle già postate una volta.
La prossima volta vi parlo della mia esperienza come aiuto colorista di una casa editrice.
Ciaoz!
martedì 3 febbraio 2015
Film che consiglio 6
Eccoci qui ai consigli filmici di oggi.
Ispirato alla storia di Raffaele Cutolo, fondatore della "nuova camorra organizzata", che grazie a questa pellicola è anche diventato noto come "'O professore'", a causa del suo aspetto distinto.
Il film di Tornatore è violento e dà anche buoni spunti di riflessione; significativo è il confronto verbale tra il "professore" e il commissario Iervolino: "Ben presto i pezzi grossi verranno a parlare! Da me... verrà lo Stato!", tuona il primo, "Qualcuno verrà, ma quello... non è lo Stato!", risponde il secondo. Perché Napoli purtroppo non è solo "pizza e mandulino" o "sole, spiaggia e mare" (tra l'altro qui non fa altro che piovere da mesi!), ma è anche questo. Ed è bene essere informati su determinate vicende che, per quanto sanguinarie, hanno segnato e contribuito a costruire la storia di una città.
Probabilmente avrei dovuto consigliarlo nel giorno della memoria, ma tant'è. Ispirato alla vera storia di Daniel Burros, vera contraddizione vivente, in quanto ebreo e allo stesso tempo antisemita e nazista. Molto riflessivo e non scontato. Da recuperare.
Dead Snow
L'errore che si può fare è prendere questo film per un horror, quando invece dovrebbe essere visto piuttosto come una sorta di satira grottesca. La trama è semplice: un gruppo di amici si riunisce per una vacanza in una piccola baita di montagna, quando vengono attaccati da diversi nazi-zombie, tornati alla non-vita non si sa come. Ai giovani, per evitare di essere divorati, non resta che difendersi, trovando tutto ciò che può essere utile, come la falce e il martello... sangue, budella ed umorismo in questa pellicola in cui si assiste allo stravagante scontro tra due ideologie così lontane e per certi versi così vicine, come il comunismo e il nazismo!
Berberian sound studio
Questo non è mai arrivato in Italia, ma poco importa, dato che presenta la maggior parte dei dialoghi proprio in italiano, inoltre il film omaggia in un certo senso il cinema anni 70 nostrano, ammiccando a registi come Dario Argento e Lucio Fulci. Gilderoy (interpretato da Toby Jones, che è un attore che io adoro) è un tecnico del suono inglese che arriva in Italia per lavorare ad un "italian horror-movie" diretto da un noto regista nostrano. Lontano da casa, alienato in un paese straniero di cui non conosce la lingua e ossessionato dalle raccapriccianti immagini della pellicola a cui sta lavorando, Gilderoy scivolerà lentamente nel baratro della follia, non riuscendo più a distinguere realtà da finzione.
Il camorrista
Il camorrista
Ispirato alla storia di Raffaele Cutolo, fondatore della "nuova camorra organizzata", che grazie a questa pellicola è anche diventato noto come "'O professore'", a causa del suo aspetto distinto.
Il film di Tornatore è violento e dà anche buoni spunti di riflessione; significativo è il confronto verbale tra il "professore" e il commissario Iervolino: "Ben presto i pezzi grossi verranno a parlare! Da me... verrà lo Stato!", tuona il primo, "Qualcuno verrà, ma quello... non è lo Stato!", risponde il secondo. Perché Napoli purtroppo non è solo "pizza e mandulino" o "sole, spiaggia e mare" (tra l'altro qui non fa altro che piovere da mesi!), ma è anche questo. Ed è bene essere informati su determinate vicende che, per quanto sanguinarie, hanno segnato e contribuito a costruire la storia di una città.
The believer
Probabilmente avrei dovuto consigliarlo nel giorno della memoria, ma tant'è. Ispirato alla vera storia di Daniel Burros, vera contraddizione vivente, in quanto ebreo e allo stesso tempo antisemita e nazista. Molto riflessivo e non scontato. Da recuperare.
A sangue freddo
Ispirato al libro di Capote, questo film si distingue per il sapiente uso del bianco e nero, davvero unico e favoloso (la scena iniziale nel bus, è fantastica!). Inoltre, per quanto cerchiate di opporvi, non potrete che affezionarvi a entrambi gli assassini che, a sangue freddo, hanno sterminato un'intera famiglia. Uno di loro è interpretato da Scott Wilson, ovvero Hershel Greene del famoso "The Walking Dead".
Sette note in nero
Il miglior film di Fulci, secondo il mio modesto parere. Non sto nenache a spiegarvi la trama, semplicemente, se non l'avete ancora visto, dovete assolutamente recuperarlo. Curiosità: l'inquietante musichetta del film è stata ripresa da Tarantino in "Kill Bill vol.1", nella scena dell'ospedale.
Il miglior film di Fulci, secondo il mio modesto parere. Non sto nenache a spiegarvi la trama, semplicemente, se non l'avete ancora visto, dovete assolutamente recuperarlo. Curiosità: l'inquietante musichetta del film è stata ripresa da Tarantino in "Kill Bill vol.1", nella scena dell'ospedale.
Dietro i candelabri
Posso capire che sia un film che potrebbe non piacere a tutti. Molto più "simpatico" e ironico di "Brokeback mountain", racconta della relazione tenutasi tra il pianista Liberace e un ragazzo molto più giovane di lui. Liberace (che non conoscevo prima di questo film), viene dipinto come un machiavellico artista a cui piace più apparire, nascondendosi dietro grosse pellicce (o i candelabri, citando il titolo), che essere. Michael Douglas è magnifico nei panni di questa adorabile ed esilarante vecchia checca (probabilmente reso ancora più checca dal doppiaggio del grande Francesco Vairano/Gollum). Insomma per l'interpretazione dei due attori maschili questo film va visionato almeno una volta nella vita!
Ho cominciato a vedere questo film con scetticismo, pensando alla solita casa infestata... ma poi ho dovuto ricredermi... questa pellicola fa davvero PAURA. Probabilmente uno dei migliori film horror degli ultimi anni, per niente scontato, ma magistralmente inquietante! Se siete amanti del genere, dovete recuperarlo!
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