Nato dalla mente geniale di Go Nagai, al secolo Kiyoshi Nagai, nel lontano 1972, "Devilman" fu concepito quasi per caso, diventando il figlio di certo non voluto, ma indubbiamente quello preferito dell'autore. Mi tocca cominciare dall'inizio, badate che mi prenderò un paio di licenze poetiche! Intanto una foto del maestro, che non guasta mai!
Quella faccia di Pasqua di Go Nagai! |
Se dapprima la Toei sembrasse interessata, cambiò presto idea, quando cominciò la serializzazione a fumetti di Mao Dante. Il manga era pieno di violenza, di demoni terrificanti, nudità e sangue, il quale finì addirittura per essere definito, all'epoca, blasfemo, dato che ribaltava gli elementi portanti della cristianità, vedendo addirittura nei demoni il bene, e in Dio una crudele creatura spaziale che si nutriva dell'essenza degli uomini... sarebbe stato molto difficile trasporlo in un anime per ragazzi. Nel progetto traspariva tutta la disillusione che Nagai provava verso il genere umano, ed erano presenti il pessimismo politico e lo scetticismo religioso con cui ancora oggi è noto.
Siccome mancava poco che l'autore venisse linciato per strada (questa non è una battuta, fu lo stesso Nagai a dichiararlo), la Toei decise di chiudere baracca e burattini, sopprimendo la storia e facendola rimanere incompiuta (ultimamente è stato realizzato una sorta di remake dallo stesso Nagai).
Si decise di riprovarci ancora: fu chiesto a Nagai di abbassare il tiro, e di creare qualcosa di più fruibile per il pubblico.
Nagai, sfiduciato, si chiuse in casa e cominciò a scrivere e disegnare le prime tavole di quello che poi sarebbe divenuto il suo capolavoro: Devilman (dal giapponese Debiruman).
Il primo volume nell'edizione manga cult di dynamic |
Io sono... DEVILMAN! Per chi non fosse pratico dell'inglese |
Meno pippe, giovani! |
puffa di qua, puffa di là... ehm... |
Inoltre, Ryo, il fraterno amico di Akira, non è altri che Satana, che si è "mimetizzato" tra gli umani per comprenderli meglio, e imparare i loro punti deboli: ovviamente, il maggior punto debole dell'uomo, è la paura. I demoni, infatti, rivelatisi al mondo, costringono l'uomo ad una serrata caccia alle streghe contro i propri simili. Sarà infatti proprio l'essere umano l'artefice della propria distruzione, come di consueto sempre accade anche nella vita reale. Viene instaurato un clima di terrore, pesantemente percepito nelle ultime parti, rendendo il prosieguo dell'opera spaventosamente profetico.
Eh, già... |
Ad Akira resta solo la battaglia con Satana, che finirà con la dipartita del primo, in un atto di distruzione estremo. Il monologo finale è molto bello, e lo stesso Satana si racconta, svelando i suoi sentimenti: essere ermafrodita, si era innamorato dello stesso Akira e, pur di salvarlo, lo fece fondere con Amon, annichilendo la personalità di quest'ultimo, e dare così una speranza di salvezza al giovane, durante la presa della terra. Ma purtroppo, per Satana, con la morte di Akira, il mondo intero non gli è più di alcun interesse. All'interno di Devilman nessuno vince, anzi: alla fine tutti perdono, in una storia che mette in risalto la stupidità umana, diventando quasi un inno all'amore e alla tolleranza reciproca. L'ultima pagina è di una bellezza e di una poesia disarmante
In tempi recenti, poi, Devilman è stato adattato in 3 film d'animazione, che seguono piuttosto fedelmente il manga originale: due (fantastici) intitolati La genesi e L'arpia Silen (usciti sul finire degli anni 80), e l'ultimo (non tanto fantastico), chiamato Amon - The Apocalypse of Devilman, che riprende il fumetto di Yu Kinutani (una specie di spin-off che approfondisce alcuni elementi del fumetto). Di seguito vi lascio la clip della trasformazione di Akira, proveniente dal primo film. Il protagonista è doppiato da uno stupefacente Ivo De Palma, qui in grandissima forma.
SEGNALI DI STILE
Non essendomi pronunciato tantissimo sullo stile di Nagai, lo faccio adesso, con un'apposita sezione. Il tratto di Nagai è nervoso, brutale, viscerale. A Nagai non interessa molto la messa in scena, quanto la resa della storia sul piano grafico. Anatomie imperfette, come anche prospettive non sempre precise, passano gradualmente in terzo piano, di fronte all'impatto grafico, e alla potenza della storia narrata. Nagai è un grande autore, che riesce ad usare sapientemente tutti i mezzi a sua disposizione. Sono fantastiche, ad esempio, le tavole realizzate col carboncino, o anche, più semplicemente, con pennelli sporchi.
La storia è priva di dialoghi superflui, non esistono tempi morti, ed anzi, alcune tavole sono raccontate solo attraverso il disegno, in modo diretto e semplice... anzi, di più: se dai volumi che compongono l'opera, eliminassimo ogni dialogo, la storia si leggerebbe lo stesso, anche solo tramite i disegni! Io farei studiare in tutte le scuole di fumetto l'impostazione fumettistica di Go Nagai, perché se si vuol imparare a raccontare senza fronzoli una storia, è dal maestro Nagai che vai, non certo dai "fighetti" che ci sono oggi.
Prima di lasciarvi, di seguito ho voluto omaggiare il maestro, rifacendo col mio stile una delle tavole di Devilman. Sebbene possa sembrare che io abbia totalmente reinventato la tavola originale, non è così, perché ho potuto "giocare" su tutto, tranne che sull'impostazione del racconto, che è perfetto nella sua semplice resa totale, ed io a quella mi sono attenuto... anzi, credo anche di non avergli reso giustizia!
A sinistra quella del maestro, a destra la mia... |
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