martedì 15 settembre 2015

Film che consiglio 10

A quanto pare, il reboot del corvo non s'ha da fare. L'attore Jack Huston (che mostrava notevoli somiglianze con Brandon Lee), ha mollato la produzione, che ora naviga in alto mare. Sapete, per quanto credo non fosse necessario, il progetto m'incuriosiva, anche solo per il contratto che l'autore, James O'Barr, era riuscito a strappare alla casa cinematografica (scelta delle musiche e supervisione finale). Vabbeh, fa nulla.
In ogni caso, rieccoci qui ai nostri consigli filmici, in versione standard stavolta. Un paio di arretrati qui e qui e la versione speciale qui.

Collateral



Una notte come tante a Los Angeles; il tassista Max prende a bordo un ambiguo passeggero, che gli propone l'affare della sua vita: accompagnarlo per cinque fermate al fine di concludere alcuni contratti di lavoro, in cambio di una cospicua somma di denaro... peccato che l'uomo, Vincent, sia in realtà un abilissimo sicario, una macchina di morte fredda e calcolatrice, giunto in città per prendere la vita di 5 scomodi testimoni. Quando Max lo scoprirà, tra i due si instaurerà l'incerto rapporto che si viene sempre a creare tra vittima e carnefice. Questo non è solo uno degli ultimi grandi film di Michael Mann, ma anche probabilmente uno dei migliori nella carriera di Tom Cruise, che qui è più che in forma, in grado di regalarci un'interpretazione inquietante, coadiuvata anche da una caratterizzazione fisica azzeccata, che vede il sicario andare in giro con i capelli brizzolati (pare fosse addirittura un'idea dello stesso Cruise). Il film si muove su un binario molto onirico, e delinea una metropoli sì spettrale, ma anche pulsante e violenta. Da antologia la sequenza della discoteca, e va certamente ricordata anche quella dei coyote che attraversano la strada, davanti al taxi di Max, pregna di significato. Per me è un capolavoro che rimarrà per sempre nella storia del cinema e che va assolutamente recuperato.

Spetters



Tre amici della periferia di Rotterdam, con la passione per il motocross, s'invaghiscono della stessa ragazza, una proprietaria di un chiosco arrivata in città con il fratello. L'incontro avrà conseguenze devastanti sulla vita dei ragazzi, ponendo in taluni casi fine ai loro sogni, cambiando per sempre le loro esistenze (non vi dico in che modo). Il film di Paul Verhoeven affronta con dovizia di particolari numerosi problemi giovanili ancora attuali, quali la scoperta della sessualità, e problemi sociali ben più ampi, come il razzismo, mettendo in mostra una desolante società priva di qualsivoglia futuro. La visione nichilista del regista, rende il film decisamente più interessante di tante pellicole dell'epoca, che affrontavano i medesimi argomenti (come "La febbre del sabato sera"), e si distingue soprattutto per le esplicite scene di violenza e di sesso, in cui sono per lo più sempre ben visibili genitali sia maschili che femminili (nota è la brutale sequenza di stupro maschile); In ogni caso vi consiglio assolutamente di recuperarlo, perché indubbiamente merita almeno una visione (e forse più di una).

Comizi d'amore (di Pier Paolo Pasolini)



Comizi d'amore non è un vero e proprio film, quanto piuttosto un arguto documentario sulle opinioni degli italiani degli anni 60, relative al sesso, l'amore e gli usi e i costumi. Pasolini, con la sua voce melliflua (o puerile, come venne definita all'epoca), affronta senza peli sulla lingua persone di ogni genere e ceto, tra cui intellettuali, prostitute, bambini, uomini arroganti, altri aperti, alcuni prigionieri delle loro illusioni, e donne, in taluni casi, molto più emancipate delle loro controparti. Recuperatelo, perché si tratta di uno spaccato genuino della vecchia Italia, di un tempo che oggi non esiste più, ma che continua a mostrare numerose e attuali analogie con quello in cui viviamo.    

Il postino



Mario Ruoppolo è un ragazzo che abita su un'isola che ha offerto asilo al grande poeta Pablo Neruda. Destino vuole che Mario, intrapresa l'attività di portalettere personale del poeta, ne diventi anche il suo più caro amico. Sarà proprio grazie a questa amicizia che il giovane postino scoprirà il piacere della poesia e la passione per la politica. L'ultimo film di Massimo Troisi, già notoriamente provato durante le riprese, ci regala una storia toccante e intensa, premiata anche con l'Oscar alla migliore colonna sonora. Se non l'avete mai visto, recuperatelo, anche solo per ricordare un grande attore quale è stato Massimo.

Tigerland



Tigerland è una zona di addestramento militare, situata in Louisiana, atta a simulare l'ambiente vietnamita. Molti soldati, prima di essere spediti nel Vietnam, passavano per Tigerland, subendo un trattamento vergognoso, sottoposti ad una preparazione durissima in vista della guerra. Tra le reclute del campo, spicca Bozz, un ribelle che conosce il codice militare a menadito: grazie alle sue doti, riuscirà a far esonerare alcuni dei suoi compagni, senza tuttavia riuscire a salvare sé stesso. Tigerland non è propriamente un film sulla guerra, quanto piuttosto un film sulla preparazione alla guerra, che mostra i metodi brutali degli ufficiali, per creare automi da mandare al massacro. Joel Schumacher firma un prodotto eccellente, ben girato e che credo farà riflettere molti di voi.

2 commenti:

  1. Ottima lettura, grazie. Volevo segnalare che il concorso Ilmioesordio dedicato alla poesia è aperto fino al 30 ottobre! ilmiolibro.kataweb.it/articolo/partecipare/181144/ilmioesordio-e-il-momento-della-poesia/

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    1. Non cancello questo commento, solo perché non vorrei precludere a qualcuno di passaggio la partecipazione a questo concorso (qualora sia interessato), ma per favore, sei pregato, tu, come tanti altri, di non pubblicizzare nulla sul mio blog (a meno che non lo faccia il sottoscritto). Non è il primo messaggio che cancello: questo lo lascio, solo perché la trovo una bella iniziativa, ma non deve accadere ancora. I commenti inseriti devono essere attinenti al post, grazie.

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