Le 110 pillole
Cominciamo con un graphic novel davvero BOLLENTE, ad opera del grande e compianto Magnus (al secolo Roberto Raviola). Il fumetto in questione va al di là dell'erotismo, presentando sì sequenze decisamente pornografiche, ma anche una storia d'autore che non scade nella volgarità, ispirata ad un romanzo cinese pubblicato nel 1610: Hsi-Men è un ricco farmacista, sposato con 6 bellissime mogli. Da sempre dedito al lusso e al divertimento, Hsi-Men riesce un giorno ad entrare in possesso di 110 pillole, che, quando ingurgitate, gli donano uno sfrenato vigore erotico. Forte dei suoi nuovi insaziabili appetiti sessuali, Hsi-Men si lancerà in avventure sempre più spinte, non dando pace a nessuna dell sue mogli, sempre così disponibili ad accontentarlo in ogni suo capriccio, e ognuna ben definita da un diverso carattere. Ben presto le pillole finiranno, e con esse anche il vigore di Hsi-Men, ormai stanco e malato, sopraffatto da una vita sfrenata e lussuriosa. Ciò che maggiormente colpisce è ovviamente il tratto di Magnus, che qui comincia ad essere sempre più dettagliato e caratterizzato da una ricerca maniacale di particolari, sia dal punto di vista anatomico che del contesto storico (le ambientazioni sono rese in modo magistrale). La narrazione è inoltre strutturata in modo sapiente, e nella sua semplicità risulta decisamente suggestiva e priva di incoerenze. Se non vi siete mai avvicinati a Magnus, questo è il momento di farlo, anche con un'opera sbarazzina come questa, che può comunque portare ad una serie di interessanti riflessioni.
Qui alcune vignette de "Le 110 pillole" |
Cestus
Un manga di Shizuya Wazarai, ambientato in epoca romana, sotto il dominio dell'imperatore Nerone. Il protagonista è, appunto, Cestus, un giovane pugilatore schiavo di appena quindici anni, costretto a combattere una serie di scontri nelle arene di tutta Italia, al fine di riconquistare la libertà insieme al suo maestro Zafar, quasi un padre per lui. Sebbene prima abbia detto che il protagonista è Cestus, mi sento di avanzare anche una definizione differente, in quanto trovo la serie abbastanza corale, dato che sono tante le persone (anche figure storiche) che il giovane schiavo incontra nel suo "pellegrinaggio": ad ognuna è riservato un background decisamente credibile, scritto così bene da oscurare anche le vicissitudini del pugilatore schiavo. Inoltre buona parte dell'avventura è riservata soprattutto agli intrighi di palazzo e alla rivalità morbosa dell'allora diciassettenne Nerone verso sua madre Agrippina (roba che "l'incestus" è, come al solito, dietro l'angolo).
Il tratto di Wazarai, al di là dei volti tipicamente nipponici (con grossi occhioni), è molto realistico, e c'è una ricerca del dettaglio anche in questo caso maniacale, lodevole la sua passione per la documentazione storica. La Roma antica è riprodotta in modo inappuntabile, così come i vestiti e le usanze del popolo romano (non mancheranno vere e proprie incursioni nella storia, con pagine interamente dedicate a lunghe spiegazioni su determinati eventi passati). I combattimenti nell'arena sono resi in maniera efficace e mai sopra le righe (non aspettatevi onde energetiche... qui è tutto all'insegna del realismo più puro). Io posseggo solo la prima stagione (suddivisa in 15 volumi), edita da Panini; so che poi ne hanno pubblicata una seconda, che però non ho acquistato... purtroppo non sapevo che esistesse un seguito, difatti il problema di questo manga è la scarsa pubblicizzazione, il che è un peccato, soprattutto quando ci si ritrova per le mani un prodotto di qualità come questo.
Sanctuary
Akira Hojo è uno giovane e spietato yakuza in rapida ascesa nel mondo criminale. Chiaki Asami è un politico ambizioso, pronto anche a sporcarsi le mani, pur di avere ciò che vuole. Questi due personaggi sono legati da una profonda amicizia, nonostante il loro status, e da un obiettivo comune, un sogno, un "santuario"... ovvero un Giappone nuovo e rinato, un luogo dove ci sia spazio per i giovani e le loro idee. Sanctuary è scritto da Buronson (sceneggiatore di "Hokuto no Ken") e disegnato dal sempre ottimo Ryoichi Ikegami che, grazie al suo stile foto-realistico, riesce a creare personaggi estremamente espressivi, per non dire "vivi", insieme ad ambientazioni suggestive e variegate. 12 numeri d'autore che raccontano violenze, faide, intrighi politici, ma anche amicizia virile, amori impossibili e sogni infranti, il tutto proiettato verso un nuovo mondo, che si spera, sia migliore. Il successo di questa serie ha portato alla realizzazione di un Oav e di un live action.
Feel 100%
The killing Joke
Un graphic novel capolavoro, scritto da Alan Moore e illustrato da un sempre grande Brian Bolland. L'albo racconta le origini della nemesi per eccellenza dell'uomo pipistrello, ovvero il Joker. La storia ha ispirato anche Tim Burton per la rappresentazione del personaggio nel suo primo mitico film su Batman. La narrazione vede il Joker mettere in scena uno dei suoi piani criminali più sadici e disturbanti, raccontando parallelamente, tramite flashback, il suo passato e la serie di eventi che l'hanno reso il pericoloso giullare che tutti conosciamo. Ovviamente Batman non starà a guardare e si lancerà al suo inseguimento pur di riacciuffarlo; andrebbe specificato che la storia, inoltre, mette in evidenza il legame quasi morboso che c'è tra i due personaggi, i quali non possono esistere l'uno senza l'altro. Soprattutto è interessante la teoria del Joker (ormai suo motto), secondo la quale un matto si distingue da un sano, solo a causa di una giornata storta... e come dargli torto?
Il principe della Notte/Il cacciatore
Fumetto francese di Yves Swolfs. Ne esistono due versioni, una a colori di grande formato, editata con il titolo di "Il principe della notte", e l'altra in B/N formato bonelli, chiamata "Il Cacciatore"... quale delle due prendiate la storia non cambia (a parte qualche traduzione, che trovo più efficace nella seconda edizione), e vede protagonista una dinastia di cacciatori che, dal medioevo agli anni 40, cerca di braccare uno spietato vampiro chiamato kergan, il cui scopo è quello di gettare il mondo nelle tenebre. Il disegno di Swolfs, a parte qualche errore anatomico grossolano (mani piccole, teste grandi), è dettagliatissimo: ci si può perdere la vista sui suoi castelli e sulle cittadelle ricostruite in modo certosino (per non parlare delle foreste); inoltre la narrazione serrata tiene incollati fino alla fine. Magari alcuni momenti di stanca ci sono, ma complessivamente la serie mantiene ciò che promette, grazie anche ad una buona caratterizzazione dei personaggi.